Una setta religiosa in Egitto tentava un golpe: 13 arresti
Una setta religiosa in Egitto tentava un golpe: 13 arresti I>ientre il tribunale condanna i cospiratori del '74 Una setta religiosa in Egitto tentava un golpe: 13 arresti Il Cairo, 31 maggio. Una setta di fanatici religiosi che mirava ad impadronirsi del potere e a trasformare l'Egitto in uno Stato rigidamente musulmano è stata sgominata dai servizi di sicurezza. In carcere si trovano tredici dei presunti cospiratori che, insieme ad altri quindici, costituivano il fulcro del sedicente « Gruppo di redenzione». Tra coloro ai quali la polizia egiziana sta dando la caccia figura lo stesso leader dell'organizzazione Shouky Aumed Mustafa. Scopo della setta — sottolinea il quotidiano Akhbar Al Yom — era quello di rovesciare con la forza l'attuale governo, dopo aver fatto opera di proselitismo tra i cittadini, incitandoli ad abbandonare le loro case per vivere in comune. Il gruppo, che si ispirava a sistemi di vita pseudo-religiosi, aveva cellule sparse su tutto il territorio nazionale e scopo dei suoi aderenti era anche quello di fornirsi delle armi per poter abbattere il regime e dar vita ad una campagna moralizza- ! trice su tutto il territorio na| zionale. Sarebbero stati chiu| si messi al bando banche ed I altri istituti di credito, distrutte le rivendite di alcoli| ci e sarebbero state vietate le j tradizionali preghiere del veI nerdi fino a quanto non fosse i stato restaurato il califfato i islamico, vero e proprio Stato I teocratico. Il fatto che la stampa abbia dato grosso rilievo alla sco! perta del «Gruppo di reden! zione» conferma come preocI cupi gli attuali governanti egi; ziani questa esplosione di ferj vore religioso tra la gioventù j egiziana. Proprio la settimana | scorsa il ministro per le que\ stioni religiose Mohammed ; Hussein el Dahabi ha visitato , tutte le moschee del Cairo, invitando gli Imam ed i fedeli «a combattere la setta di Ahmed Mustafa e a smascherarne gli obiettivi». La notizia, pubblicata dal quotidiano del Cairo è coincisa con la sentenza emessa dal tribunale egiziano nei confronti delle novantadue persone appartenenti al «partito di liberazione islamica», in gian parte studenti, che secondo l'accusa tentarono di rovesciare il governo Sadat attaccando nell'aprile del 1974 l'Accademia militare egiziana. Il processo, uno dei più imponenti del genere, si è concluso con tre condanne alla pena di morte, la condanna di altri ventinove a pene varianti dai cinque anni al carcere a vita e l'assoluzione di sessanta imputati. I condannati a morte sono: Saleh Abdullah Sarreya, un ex impiegato della Lega Araba, di 37 anni; Talal Ansari, uno studente di ventidue anni della facoltà di ingegneria dell'Università di Alessandria, e Karam Izzat Anadoli, studente presso l'Accademia militare, quella che i cospiratori attaccarono, armi in pugno, nel tentativo di muovere poi contro la sede dell'Unione socialista araba, l'unico partito politico esistente oggi in Egitto, dove Sadat stava pronunciando un discorso. I cospiratori, una volta al potere, avrebbero anch'essi dato vita ad un Egitto di pura fede islamica. (Ap)
Persone citate: Ahmed Mustafa, Hussein El Dahabi, Izzat, Karam, Sadat, Saleh Abdullah Sarreya, Talal Ansari
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