Dura replha sotialista all'attacco di Fontani di Luca Giurato

Dura replha sotialista all'attacco di Fontani In pericolo l'alleanza di centro sinistra? Dura replha sotialista all'attacco di Fontani De Martino : dopo le parole di Fanf ani, la prospettiva è un ritorno al centrismo - Mancini si chiede che cosa ne pensi Moro Roma, 30 maggio. Le asprezze polemiche della campagna elettorale stanno producendo un effetto sconcertante: quello di rafforzare l'unità interna dei partiti. L'effetto riguarda in particolare la de e il psi, tra i quali si svolge, come dice Nenni, «il vero gioco». Nei giorni scorsi, gli attacchi socialisti alla de hanno fatto reagire, e duramente, tutti i leaders del partito di maggioranza relativa, sinistre comprese. Tra le tante, la reazione più aspra è stata quella di Fanfani, che ieri ad Ancona ha invitato gli elettori a non votare per il psi, perché negli enti locali i socialisti si preparano ad allearsi con i comunisti. Il segretario della de non aveva mai usato termini tanto espliciti, ed oggi i socialisti sono passati al contrattacco, come un solo uomo. La reazione di De Martino è la più carica di fair-play, ma forse, nella sostanza, la più dura; quella di Mancini è violentissima anche nel tono, mentre il lombardiano Signorile chiede addirittura l'immediato passaggio del suo partito all'opposizione Il segretario del psi ha detto di non essere per niente spaventato dell'«intimazione» rivolta da Fanfani agli elettori: non votate psi. « Quello che invece ci spaventa — ha voluto precisare — è la prospettiva politica che il segretario della de indica al Paese, una prospettiva di puro e semplice ritorno al centrismo». Secondo De Martino, il discorso di Ancona segna una svolta nella situazione politica, perché esclude «la possibilità di collaborazione, anche con il nostro partito ». Fanfani, a giudizio del segretario del psi, punterebbe a una ricomposizione del centrismo che garantisca «l'egemonia de». Come De Martino, anche il suo eterno amico-nemico Mancini ribadisce la piena autonomia della linea politica del psi e respinge con forza l'accusa di puntare ad accordi con il pei. Definisce «inesistenti» filoni o tendenze frontiste del psi: «Gli argomenti di Fanfani sono fuori della realtà». L'ex segretario del psi è convinto che le scelte portate avanti da Fanfani determinino, dopo le elezioni, una situazione radicalmente spostata a destra, con la costituzione di «un blocco moderatoconservatore pericolosamente attiguo ai neofascisti». E cosa accadrebbe allora nel Paese, sempre secondo Mancini? «Si determinerebbe una posizione tambroniana, con rischi gravi per le istituzioni». A questo punto, un riferimento a Moro era inevitabile, se non scontato: «Nei riguardi di questa posizione fanfaniana — continua Mancini — c'è da chiedersi che cosa ne pensa l'on. Moro, che ha ottenuto i nostri voti in Parlamento su una linea volta alla ricostruzione di un rapporto di governo con il psi». La domanda di Mancini, volutamente provocatoria, avrà presto una risposta. Il presidente del Consiglio non ha ancora preso la parola nella campagna elettorale. Lo farà presto; comunque, spetterà a lui chiudere la serie di «Tribuna politica», che andrà in onda alla tv da lunedì prossimo. Se Moro per ora tace (anche se le sue idee, in favore del centro-sinistra, non sono un mistero per nessuno) ha invece parlato oggi, tra gli altri, un suo stretto collaboratore, Nerino Rossi, dirigente centrale della de. «A proposito del trentennale bilancio della de — ha dichiarato Rossi — ci permettiamo tra l'altro di chiedere agli elettori se altri, al nostro posto, avrebbero saputo fare altrettanto; se altri avrebbero saputo assicurare per trentanni una pace ininterrotta, una libertà così diffusa da impregnare di sé l'intera società». Il tema della libertà patrimonio esclusivo della de non piace a molti partiti, ed in particolare è contestato dai comunisti, i quali, unanimi, insistono sul ridimensionamento della de, sulla sconfitta della destra e sull'avanzata delle sinistre. Secondo il pei, sono queste le condizioni elettorali per creare nuovi rapporti tra tutte le forze democratiche e per «voltare pagina». Meno unanimità i leaders comunisti sembrano dimostrare sui temi di politica estera, ed in particolare sulle vicende del Portogallo, dell'Alleanza atlantica e sui rapporti con gli altri partiti comunisti in vista della conferenza europea. Luca Giurato

Luoghi citati: Ancona, Portogallo, Roma