Arrestato giornalista che invoca il segreto
Arrestato giornalista che invoca il segreto In aula al processo Pilia Arrestato giornalista che invoca il segreto Gli era stato chiesto di svelare il nome del suo informatore - Concessa la libertà provvisoria (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 30 maggio. (m. g.) Un giornalista cagliaritano, Gianni Massa, caposervizio dell'agenzia giornalistica Italia e segretario dell'Associazione della stampa sarda, è stato arrestato stamane in aula mentre deponeva al processo sul «caso Pilia». Il giornalista è stato considerato reticente, perché si è appellato all'articolo 2 della legge professionale, in base al quale «giornalisti ed editori sono tenuti al rispetto del segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse». Subito dopo l'arresto, il verbale è stato trasmesso all'ufficio del p.m. ed il giornalista è stato interrogato dal pretore, dott. Leonardo Bonsignore, che gli ha concesso la libertà provvisoria. Il «processo Pilia» vede sul banco degli imputati un gruppo di giovani extraparlamentari di sinistra accusati di associazione per delinquere. Il personaggio principale è appunto lo studente universitario Luigi Pilia, arrestato nel luglio dell'anno scorso perché sulla sua auto gli agenti trovarono dinamite, una pistola e gli appunti per un presunto piano eversivo, che avrebbe dovuto sconvolgere Cagliari con una serie di attentati di¬ namitardi a sedi di partiti politici (de e psdi) e con il sequestro di alcune note personalità politiche. La possibilità che il gruppo dei giovani coinvolti con Pilia potesse effettivamente attuare il piano eversivo, è apparsa però subito senza fondamento. Secondo le dichiarazioni rese in aula da alcuni funzionari di polizia nei giorni scorsi, il Massa avrebbe praticamente informato gli agenti delle intenzioni del gruppo Pilia ed appunto dalle sue informazioni avrebbe preso l'avvio l'intera operazione Oggi il presidente del tribunale dott. Floris ha chiesto al giornalista di indicare il nome della persona che gli diede quelle informazioni. Massa, dopo aver negato che a dargli le notizie fu uno degli imputati (Alberto Ambu), ha dichiarato di non poter rivelare il nome dell'informatore poiché le notizie gli erano state date in via confidenziale. Il consiglio regionale dell'ordine dei giornalisti della Sardegna e l'associazione della stampa sarda hanno espresso la loro solidarietà al collega, rivolgendo nel contempo un appello alle autorità competenti affinché venga tutelata la libertà di stampa, con il fondamentale riconoscimento al giornalista del segreto professionale.
Persone citate: Alberto Ambu, Floris, Gianni Massa, Leonardo Bonsignore, Luigi Pilia, Pilia
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