Quattordicenne rimproverata dalie suore si lancia da una finestra del riformatorio di Adriaco Luise

Quattordicenne rimproverata dalie suore si lancia da una finestra del riformatorio Drammatico tentativo di suicidio di una giovane presso Benevento Quattordicenne rimproverata dalie suore si lancia da una finestra del riformatorio Ha riportato gravi ferite, ma si salverà - Vissuta sin dalla nascita in istituti assistenziali, aveva bisogno di cure speciali per il suo fragile sistema nervoso - Invece due giorni fa viene assegnata alla casa di rieducazione - Sconvolta, si ribella : viene minacciata di gravi punizioni, allora sale al terzo piano e si getta nel vuoto (Nostro servizio particolareI , Benevento, 30 maggio. Teresa Cuviello, una ragazzina di 14 anni, vissuta fin dalla nascita tra le mura di brefotrofi, istituti assistenzialì e centri psicopedagogici, sconvolta da una crisi depressiva si è lanciata da una finestra del terzo piano della Casa di rieducazione femminile [ di Airola (Benevento) dopo un vivace battibecco con una | suora. Ha riportato gravi ferite, ma la sua vita non è in pericolo. La ragazza, per decisione del tribunale di Potenza era stata inviata nell'istituto appena 48 ore prima. Era giunta nel cuore della notte accompagnata da due carabinieri, come una piccola criminale. Il suo fragile sistema nervoso non ha retto all'incubo di una dura segregazione e si è lanciata nel vuoto. Nel drammatico volo da un'altezza di circa 15 metri, si è fratturata il femore destro, una caviglia, ha riportato contusioni multiple in tutto il corpo. «Sarà operata nei prossimi giorni», dicono i medici, «appena superato lo choc. Ora ha bisogno di molte cure, ma soprattutto di un'esistenza come gli altri ragazzi della sua età ». Due grandi occhi neri, un volto velato da una grande tristezza, Teresa è in una cor-sia dell'ospedale civile di Be- nevento. Sopporta senza la- menti i lancinanti dolori delle fratture. «Non voglio tornare più là dentro», mormora con un fil di voce, «aiutatemi, fate qualcosa per me...». Nata a Maschito, un piccolo centro della provincia di Potenza, a due anni finisce, insieme con la sorellina Laura di pochi mesi, in un brefotrofio di Rionero in Volture. La madre, una donna che conduce una vita irregolare ha altri 15 figli molti dei quali affidati agli istituti infantili della zona. Il primo trauma lo subisce all'età di due anni, quando assiste terrorizzata ! ad un fosco dramma familiare: la madre in un furioso litigio accoltella l'amante. Un'incrinatura nella sua mente infantile che col passare degli anni s'è fatta sempre più profonda. E' certo che la bimba a undici anni presenta preoccupanti turbe caratteriali. E' sofferente di un'incipiente balbuzie, di un groviglio di complessi, non lega con le compagne. Tra gli undici e i dodici anni è al «Buonomo» di Bari, accompagnata da note caratteristiche poco lusin- ghiere: «Litigiosa, insofferen- \ I in | tribunale di Potenza te alla disciplina, affetta squilibri nervosi». Il centro del capoluogo pugliese dispone di un'«équipe» di psicopedagoghi, di assistenti specializzate per l'infanzia e la ragazza è sottoposta ad una serie di tests e di esami. Si tenta un suo inserimento nella famiglia, ma si rivela un fallimento. La madre, che na trascorso anni in un manicomio psichiatrico è una nevrotica, e nemmeno i fratelli la vogliono con loro. Come un pacco, viene rispedita indietro. Finisce così alla Casa della giovane di Bari. Qui l'atmosfera è diversa: non vi sono restrizioni e l'orario di rientro è fissato per le 19; ma spesso si chiude anche un occhio e le ragazze fanno le ore piccole. L'amicizia con la dottoressa Franca Leone, figlia di un antiquario di Siracusa, che frequenta a Bari un corso per fisioterapista e alloggia alla «Casa della giovane», dovrebbe costituire una svolta nella triste esistenza di Teresa Cuviello. Purtroppo non sarà così. «La ragazza mi colpì per la sua spaventosa solitudine — racconta la dottoressa Leone —. Mi affezionai subito a lei e a Natale la portai con me in Sicilia. I miei le vollero subito bene, le si affezionarono. Mio padre chiese ed ottenne seguito l'affidamento dal A casa da 1 nostra è vissuta serena Purtroppo la sfortuna sem bra perseguitare Teresa. La | signora Leone subisce un'operazione chirurgica e l'antiquario è costretto ad inoltrare alla procura del tribunale una istanza di sorveglianza. Per Teresa si riaprono cosi nuovamente le porte di un istituto assistenziale, proprio quando il recupero non sembrava lontano. Un breve soggiorno a Alberobello, nuove visite psicopedagogiche e la diagnosi degli specialisti: «Teresa non può vivere in un luogo chiuso, de- o a a i ve inserirsi in un ambiente] rnormale». Invece, su richiesta i ddella direzione dell'istituto, il ! tgiudice tutelare, in pochi i sgiorni, adotta il provvedimen-1 hto restrittivo e, senza una car- j ntella clinica, la spedisce nella casa di rieducazione di Airola. Teresa è sconvolta. Vi giunge con un atteggiamento provocatorio, arrogante. Si sente tradita. Le religiose addette msngnalla vigilanza pensano ad as- ! csurdi capricci di ribellione. •. tUsano la maniera forte. Viene j vchiusa per sei ore in una stan zetta buia nel tentativo di am mansirla, di fiaccare la sua resistenza. La minacciano: «se non ubbidisci, ti faremo picchiare a sangue. Qui tutte cdzgn rispettano le regole dell'ubbi dienza e della disciplina». In timidazioni che nella mente sconvolta dallo sconforto hanno un peso determinante nel drammatico gesto. Teresa, non si sa ancora come, riesce ad eludere ogni sorveglianza, sale al terzo piano dell'edificio. Viene raggiunta da una compagna, Gina, di 15 anni, che invano cer- ca di recarle un po' di confor to. Scossa dai singhiozzi, in vano trattenuta dall'amica che la supplica di non uccidersi, Teresa sale sul davanzale della finestra e con un grido agghiacciante si lancia nel vuoto. Adriaco Luise ! Benevento. La quattordicenne Teresa Cuviello (Telefoto)

Persone citate: Buonomo, Franca Leone