Bomba al manicomio di A versa Un terrorista "Nap,, dilaniato di Giuseppe Fedi

Bomba al manicomio di A versa Un terrorista "Nap,, dilaniato Ancora un tragico episodio di violenza Bomba al manicomio di A versa Un terrorista "Nap,, dilaniato Quattro dinamitardi sono entrati alle 2 di notte nel manicomio, con materiale esplosivo, armi, bandiere, altoparlanti - Nessuno sì è accorto dello scoppio: il cadavere è stato scoperto alle 7,30 - Fermati un uomo e una donna di Genova: apparterrebbero al gruppo "22 Ottobre" (Dal nostro inviato speciale) Aversa, 30 maggio. Un giovane, non ancora identificato, è morto dilaniato dall'esplosione di un ordigno che stava collocando all'interno del manicomio giudiziario « Filippo Saporito » di Aversa. Altri due giovani che erano con lui, sono riusciti a fuggire. Si ritiene che i tre appartegano all'organizzazione dei « Nap » (Nuclei armati proletari). Infatti accanto al cadavere è stata trovata una bandiera rossa con falce e martello e con le scritte in bianco « Nap » e « Sergio Romeo », il nappista ucciso dai carabinieri dopo la rapina alla Cassa di risparmio di Firenze il 29 ottobre 1974. L'esplosione è avvenuta su un terrazzo nei pressi degli uffici della direzione. I tre erano entrati nell'istituto di pena utilizzando alcune scale di legno che sono state trovate appoggiate al muro di cinta. Sullo stesso terrazzo, oltre alla bandiera, sono stati trovati due altoparlanti distanti pochi metri l'uno dall'altro e un registratore. L'esplosione è avvenuta intorno alle 2,30 ed è stata avvertita all'interno del manicomio giudiziario. Un agen- te ha detto di averla udita chiaramente, ma di non aver dato peso alla cosa in quanto spesso, di notte, si sentono scoppi. Stamane, verso le 7,30, il brigadiere degli agenti di custodia, Francesco Argenziano ha compiuto un'ispezione in tutto il complesso del manicomio fin sui tetti ed ha fatto la tragica scoperta. Nel pomeriggio sono state fermate nella città due persone: sarebbero un uomo di 54 anni e una donna di 45, entrambi di Genova. Erano state viste aggirarsi nei pressi del manicomio giudiziario con atteggiamento sospetto; i due apparterrebbero la gruppo « 22 ottobre ». Sui 25 anni, capelli ricci, baffi, meridionale (probabilmente sardo o siciliano), alto un metro e 61. Indossava un completo jeans, giubbetto con borchie metalliche e pantaloni. Questo l'identikit del terrorista tracciato dal medico legale, dott. Pilleri, convocato al « Filippo Saporito » verso le sette e trenta quando sono scattate le indagini. La vittima non ha ancora un nome. Addosso, oltre a una pi-stola automatica e 200 mila lire (4 banconote da 50 mila lire che farebbero parte del riscatto Moccia e 6 biglietti da mille), aveva una carta d'identità, risultata falsa. Il documento era intestato a Sergio Concu, nato a Torino i Iil maggio 1952 e residente ? Milano in Viale Scozia. Nel ! tardo pomeriggio il magistra- ' to che conduce le indagini, dott. Antonio Manzillo, procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, ha disposto il trasferimento della salma all'obitorio di Napoli. L'allarme è stato dato verso i le 7,30, cinque ore dopo lo | scoppio dell'ordigno. « E' i inaudito — dice Angelo Iacazzi, un deputato comunista di Aversa —; dalle 2 dì stanotte alle 7 di stamane non è stato avvertito nessuno. Per sapere che c'era un morto abbiamo dovuto attendere le 8 ». « E pensare che, alle 2, io e mìa i i moglie siamo stati svegliati [ di soprassalto dall'esplosione '- *~ incalza Mauro Sodano, abitante in via San Francesco, la stradina di cui i terroristi si sono servit iper arrivare dal balcone di un appartamento disabitato, con una scala che ha fatto da passerella, sui tetti del manico- i mio —; sono sceso dal letto | e mi sono affacciato alla fine i stra. Dopo un paio di minuti, ha visto passare una "Bian- \ china" arancione con il tetto bianco. Al volante c'era un giovane, poi ho intravisto altre due ombre allontanarsi a piedi ». Stasera la casa di Sodano è stata perquisita men- i tre carabinieri e polizia com [ pivano una serie di controlli nel manicomio. Gli inquirenti vogliono accertare se i « nappisti » si erano sistemati da tempo in un rifugio nelle vicinanze del manicomio, in attesa di at tuare il loro piano. Ci può essere stato un collegamento interno? « Fra i 700 detenuti che accoglie attualmente l'ospedale psichiatrico giudiziario — dice il prof. Serafino \ Procacini — tre in osserva- zione sì possono definire "politici". Sono "extra" di sinistra. Uno è Cesare Maino, della "22 Ottobre", di Genova, il gruppo del delitto del fattorino. Giuseppe Fedi Aversa. Il terrorista ucciso dalla bomba sul terrazzo del manicomio giudiziario (Ansa)