Festa scandalosa di Giovanni Arpino

Festa scandalosa Commenti indignati a Bayern-Leeds Festa scandalosa (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 29 maggio. Una festa scandalosa. Così è stata delinlta la finale della ventesima Coppa Campioni dai più autorevoli giornali d'Europa. E lo scandalo riguarda un po' tutto: il gioco, il risultato, i calcioni tra professionisti che corrono sui campi da oltre dieci anni, il pubblico imbestialito fin dalla prima mattina, le cariche implacabili della polizia, le scientifiche aggressioni punitive — tre contro uno — operate dagli esperti gendarmi della squadra di judo. Le invettive e i fischi al termine della nottata al Parco dei Principi hanno suggellato l'itilamia di questa manifestazione, ormai inquinata in modo forse irrimediabile. Liquidiamo prima di tutto il contenuto tecnico dell'incontro tra Bayern e Leeds. E basta un parere, quello di Enzo Bearzot, che conosce a memoria anche l'ultimo muscolo di Bremner o Beckenbauer. Dice Bearzot: « Adesso qualcuno sosterrà certo che il calcio all'italiana è ancora possibile e dà frutto. Forse, la vittoria tedesca resusciterà chissà quali nostalgie in casa nostra. Perché il Bayern ha giocato secondo la tattica chiusa dell'antica Inter, ma con assai meno genio. Contro chi, però? Contro un Leeds che si comporta secondo il vecchio modulo inglese costruito da Ramsey. Abbiamo visto una partita di dieci e più anni fa. Brutta, combattutissima ma deludente sotto ogni profilo. Gli inglesi assaltano con quei loro spioventi sempre uguali, mai un tocco di vero talento, mai una invenzione. Il Bayern ha resistito con le ultime briciole delle sue forze, si comporta così da due anni, ormai. Al confronto, gli olandesi del primo Ajax e i polacchi offrono infinitamente di più. Il migliore dei tedeschi è stato Kapellmann' mentre il Leeds meritava certo un ben diverso risultato. Una brutta faccenda, perché potrebbe far ritornare tutti indietro, se la prendiamo come un esempio ». Senza idee Abbiamo riportato per esteso il parere di Bearzot dato che ci sembra impeccabile. Non v'è da aggiungere una virgola. Il Bayern rimane sull'onda della popolarità e degli incassi, ma ha fatto vedere come sia vuoto nelle tibie e nelle idee. Il Leeds può accusare la famosa - maledizione zingaresca che si porta dietro da tanti anni, ma oltre ai torti inflittigli dall'arbitro francese deve anche rimproverare se stesso per cecità tattica e testardaggine caratteriale. Finisce senza gloria, anzi con noia, rabbia, tensione, una serata die tutti desideravano diver¬ sa. Si sapeva che gli avversari erano poco più di due vecchie zitelle inacidite: ma almeno speravamo in qualche trama di gioco non avara, e su un pubblico non troppo feroce. Abbiamo invece chiuso con un bilancio totalmente negativo: l'arbitro è stato di una mediocrità penosa (per non dir di peggio) e dei cosiddetti « piedi buoni » ve n'erano tre su quarantotto apparsi in campo, e l'insania che travolge I sostenitori del pallone ormai è autentica epidemia internazionale. Molti inglesi avevano già ingaggiato barulla nella mattinata, addirittura incendiando l'insegna di un grande magazzino, dopo averlo devastato. Saliti infine sul tetto, hanno sostenuto una autentica battaglia con i gendarmi. Intorno al Parco dei Principi per ventiquattr'ore negozi, caffè, portinerie di palazzi sono rimasti barricati, dopo aver corso pericoli seri. Duri pestaggi L'allenatore del Leeds, pur condannando i suoi sostenitori, li ha giustificati dicendo: « Per loro e per noi il calcio è un modo di interpretare la vita ». Ma sembra piuttosto un modo di suicidarsi. Quando si è decisa ad intervenire, la polizia ha usato mani pesanti, lino a catturare e pestare anche II più innocente sbandieratore giovinetto. E i maestri dello judo? Prima della partita si erano esibiti in esercizi soavi (quasi sospetti) sul prato, poi. in tuta, hanno speso forze e ingegno in un « leu de massacre » a scapito dei pazzerelli che tentavano di invadere il campo. Parigi è talmente enorme do assorbire il colpo, e tacere, anche se lo sdegno trapela in molte occasioni. I regnanti del - Pianeta Football - non sanno più a che santo votarsi. Una volta venivano bombardati dai fotografi e godevano d'una lama certo Immeritata ma almeno innocente. Oggi, anche nel consegnare una coppa, debbono nascondersi dietro muraglie di scudi e di elmetti. La domanda suona universale: chi andrà ancora allo stadio, d'ora in poi? Chi oserà accompagnarvi un ragazzino, la moglie, un'amica? La guerriglia pallonara ha ormai una forza contagiosa, imprevedibile e stimolata da troppe motivazioni. Mentre il calcio non riesce a ritrovare le sue buone trame di gioco, le folle deflagrano in un comportamento torsennato. Il cosiddetto - più bel gioco del mondo ». vittima del suo stesso schizolrenico gigantismo, sta dunque volgendo al tramonto tra sbronze colossali e manganellale? O evolverà in chissà quali torme di spettacolo puramente televisivo? Giovanni Arpino

Persone citate: Bearzot, Beckenbauer, Bremner, Enzo Bearzot, Kapellmann

Luoghi citati: Europa, Parigi