Perduto l'uomo forte di Stefano Reggiani

Perduto l'uomo forte Fantacronache di Stefano Reggiani Perduto l'uomo forte Rivera entrò nella stanza con circospezione. Aveva già qualche filo bianco tra i capelli, e gli occhi, un tempo scintillanti e freschi, erano come illanguiditi da un cruccio segreto. Era vestito con un doppio petto di buona fattura, ma, al posto della camicia con la cravatta, indossava una maglia rossonera. La portava sempre, dalla volta che aveva abbandonato il Milan per non poterlo comprare. L'uomo che sedeva dietro il tavolo, presso la vetrata splendente, gli fece cenno di accomodarsi in una larga poltrona di cuoio. Si trovavano nella sede del Grande Partilo Moderato, uscito dalla famosa crisi delle correnti, e l'uomo era il nuovo segretario: occhiali dorali, sorriso mite, una certa unzione nel gesto delle mani di flettersi e unirsi, polpastrelli contro polpastrelli. Rivera si calò nella poltrona, in silenzio. Era giunto dall'eremo camaldolese, dove trascorreva lunghi periodi di ritiro, conversando con Dossetti e con La Pira. Non sapeva perché l'avessero chiamalo; non gli importava saperlo. Il segretario del Partito Moderato cominciò con qualche assaggio, scoperto: « Lei lui ancora quei suoi amici? Onci finanzieri con larghe disponibilità e pronti cui aiutarla? » Rivera disse di sì. Il segretario prosegui sollevato: « Penso che il danaro dei suoi amici potrebbe coprire il costo complessivo delle industrie a partecipazione statale... ». Rivcra, ridendo, disse di sì. Il segretario: « Penso che il denaro dei suoi cimici potrebbe coprire i bilanci di alcuni enti di Stato, escluso ovviamente il deficit». Rivera disse di sì, convinto. L'altro tirò un sospiro, perché aveva sbrigato le formalità preliminari. «Bene, glieli offriamo, industrie ed enti ». Rivcra lo fissò con uno sguardo interrogativo, lo sguardo semplice c chiaro del ragazzo d'oro. Il segretario spiegò: « Nel processo ili revisione del sistema, abbiamo pensalo che un presidente proprie- tario ili una parie cospicua dei beni dello Stalo, è un presidente più sicuro, più attaccato al paese. Mi capisce? ». Rivela dondolava il capo, come per dire che non vedeva il nesso. L'altro proseguì esplicito: «Noi le offriamo il posto di Presidente ». Il vecchio ragazzo chiese gentile: «Presidente di una squadra?» Risposta: «No, di tutto. Di lutto lo Stato». Ci fu un attimo di smarrimento, Si capiva che Rivera non era preparalo, nonostante i fatti accaduii nel paese, al ruolo di capo di Stato. Chiese: «Perché proprio a me questa offerta? ». Il segretario scherzò: « Perché diventerebbe un presidente proprietario, un papà e un allenatore per i cittadini. Lei lui tutte le qualità morali per un compito tanto difficile ». L'ex giocatore lusingalo, stupito, quasi cedevole, domandò arrossendo: « Perché? ». Il segretario gli offri una caramella al miele: «Per la rettitudine, per il puntiglioso intaccamento ui valori, per la fedeltà a un ideale, professato scrupolosamente perfino nel mondo del calcio ». Il vecchio ragazzo si tormentava il naso con l'indi¬ ce: « Non posso. Il mio posto è ancora vicino a Mondo X. al canuto Padre Eligio, oggetto, pur nella raggiunta maturità, di attacchi e denigrazioni ». 11 segretario lo guardò ridendo, ammiccante: « Ma andiamo, che cosa mi vuol far credere? Non sa che dopo le dimissioni di Paolo VI padre Eligio avrà un'altissima carica in Valicano? ». Rivera osservò prudente: « Sono voci ». L'altro: «No, sono luminose realtà. Noi abbiamo deciso di allottare i criteri di Mondo X nelle relazioni internazionali. X come parità di tutti, senza preferenze. Pensi ai rapporti che lei potrà instaurare con il nuovo Pontefice. Magari una revisione del Concordato. Se ne parla da unni». Rivera improvvisamente piangeva, come un bambino. Il dialogo proseguì inframmezzato dai sospiri, nella prima parte. Rivera: « Che devo fare per accettare? ». Segretario: « Dire di sì ». Rivera: « E basta? », Segretario: « C'è solo un piccolo sacrificio, per ragion di Stalo ». Rivcra: «Quale?». Segretario: «Abbandonare la maglia rossonera del Milan. Lei capisce. Rosso e nero, il simbolo degli opposti estremismi. Non si può, è essenziale un ritorno alla camicia bianca ». Rivera (asciugandosi le lacrime): «Mai, mai. La maglia del Milan non si tocca. Se nessuno è coerente, se tutti tradiscono, ebbene, io mi distìnguerò ». Il segretario era impietrilo. Disse: «Ci pensi. Abbiamo già avuto importanti adesioni al piano di riforma. Cuccureddu andrà alla presidenza dell'Egam, Longobucco all'Eni, Chinaglia alla Montedison, Boninsegna alla Rai ». Rivera non lo ascoltava neppure. Uscì, rinchiuse la porta. Si udirono i suoi passi affrettali lungo le scale. « Che uomo — pensò il segretario —. Era l'unico che poteva salvarci ».

Luoghi citati: Longobucco