E' stato ucciso la notte stessa del rapimento

E' stato ucciso la notte stessa del rapimento Si cerca di chiarire per quali motivi è morto l'industriale di Cuorgnè E' stato ucciso la notte stessa del rapimento L'autopsia: la fine risale a poco dopo l'ora in cui lasciò gli amici - Due o tre randellate per stordirlo, una ha fratturato il cranio Il cadavere doveva scomparire, ma gli assassini sono stati traditi dalla pioggia, che ha rivelato il tumulo - Interrogati gli inquilini di una cascina poco distante dalla fossa -1 carabinieri dicono: "Sono testi importanti" - Tre fermati per collaborare alle indagini Mario Ceretto è morto nella notte della sua scomparsa, probabilmente durante la sua cattura da parte del banditi. E' questo l'elemento principale emerso dall'autopsia che il prof. Tovo, dell'Istituto di medicina legale, ha compiuto ieri pomeriggio nel cimitero di Orbassano. La perizia e Iniziata alle 17,15 ed è durata circa un'ora. Erano preseli- ti i due magistrati che condii- cono le indagini — 11 sostituto procuratore della Repubblica di Torino dott. Arcidiacono e il suo collega di Ivrea dott. Gumina — 1 capitani Buggeri e Siazzu del carabinieri, il dott. Vinci della «mobile» e l'avv. Zancan In rappresentanza della famiglia. Prima della perizia si è proceduto al riconoscimento ufficiale della salma: lo hanno fatto un dipendente della vittima, Manlio Pa¬ i nu, e un cognato. | L'esame del cadavere ha per¬ messo di accertare che il Ceretto è morto per lo sfondamento del cranio: i suol assassini lo hanno colpito sull'osso occipitale. Secondo il prof. Tovo « sono stati pochi colpi, anzi pochissimi » vibrati con « un oggetto contundente privo di asperità e molto grosso ». E' stata rilevata una piccolissima ferita sotto l'orecchio sinistro e si è accertato che vi è stata « una fuoruscita di sangue non rilevan- (e da! naso ». Il prof. Tovo ha aggiunto che successivamente alla morte « vi è stato un maldestro tentativo dì distruggere il corpo con il fuoco ». Circa il momento del decesso il perito ritiene che si possa far risalire alla notte fra giovedì e venerdì, cioè al momento in cui il Ceretto è scomparso. L'autopsia era molto attesa dagli inquirenti come punto di partenza per le indagini, che appaiono fin d'ora estremamente diffìcili. I risultati potevano risolvere il dilemma iniziale: omicidio per vendetta o « incidente » durante un rapimento. Ora, ini fatti, è accantonata, se non proprio abbandonata, l'ipotesi della vendetta. Le indagini sono iniziate in modo febbrile nel momento stesso in cui si è potuto stabilire senza ombra di dubbio che il cadavere bruciacchiato trovato nel campo di granoturco alla periferia di Orbassano era quello del Ceretto. Le due dita mancanti alla mano sinistra, l'orologio, i brandelli degli abiti sono stati indizi probanti. Alle 22 di martedì si è avuta la certezza quando un dipendente del Ceretto, Manlio Panu, ex carabiniere, ha riconosciuto il corpo nell'obitorio di OrbasI sano. Per tutta la notte il cap. Buggeri dei carabinieri e il dott. Baranello della « mobile » hanno lavorato sugli indizi trovati attorno al corpo. Il cadavere, come si ricorderà, era stato rinvenuto da un contadino di Orbassano, Vincenzo Gaude, in un piccolo appezzamento di terra alla fine della via Milano. L'uomo vi coltiva del granoturco: una quindicina di giorni fa ha arato e seminato. Martedì pomeriggio il Gaude torna nel campo col figlio Franco. I In un angolo, a pochi passi dalla j strada, nota un tratto (un rettangolo di due metri per 60 centimetri) lievemente infossato rispetto al resto del campo. Gli investigatori spiegano che ciò è avvenuto per la pioggia dei giorni scorsi (vi sono state precipitazioni sabato, domenica e lunedi) che ha inzuppato e compresso il terreno smosso per scavare la fossa. La curiosità ha spinto i Gaude a munirsi di una pala per chiarire il mistero. Così è venuto fuori il cadavere. Dapprima non si sa chi possa essere: soltanto verso le 20 il dott. Baranello, intervenuto con il dott. Fersini capo della « mobile », si ricorda che a Mario Ceretto mancavano due dita perse in un incidente sul lavoro. Al cadavere mancano l'indice e il medio della mano sinistra. E' il primo indizio che porta all'identificazione. Si esamina la fossa: ci vogliono almeno due ore per scavarla. Non si trovano tracce delle fiamme con cui si è cercato di f3r sparire il cadavere. i l e, o anuio a o tMillllllltJlilMtllllIHIilil Ili tlIIIIIIIII Nuovo sopralluogo alle prime luci dell'alba. Si controlla nei dintorni. Il cap. Buggeri scopre a poca distanza dalla fossa una cascina davanti alla quale gli assassini del Ceretto devono essere per forza passati. La casa è abitata da Giovanni Caggeri, 41 anni, originario della provincia di Catania. Ha dei precedenti per vari reati, nessuno grave. Con lui vivono la moglie, i quattro figli ed un cognato, Giuseppe Longo, 27 anni. Ai carabinieri non dice molto e lo invitano in caserma per un controllo: con lui va anche un compaesano, Giuseppe Zappala, 34 anni, abitante a Orbassano in via Roma 23. I tre sono interrogati a lungo mentre nella cascina viene fatta una perquisizione. In questo modo viene alla luce una cantina che ha una sola piccola apertura verso l'esterno. Da un'altra parte della casa si trova una stanza completamente murata. Il Caggeri spiega che sta facendo dei lavori di riattamento. Il cap. Buggeri perquisisce anche 11 cortile della cascina: vengono sequestrati alcuni elementi giudicati n molto importanti ». Nel pomeriggio tutti i familiari del Caggeri vengono interrogati ma alle 19 vengono rilasciati. Gli abitanti della cascina tornano a casa e uno degli inquirenti dice: « Sono persone che ci interessano ». Non aggiunge altro trincerandosi dietro il segreto istruttorio. In caserma vengono portati reperti ritrovati nella buca sotto il cadavere: paletti di legno, fili di ferro, i resti di un passamontagna, un paio di calze di nailon. Vengono esaminati insieme agli oggetti sequestrati nel cortile della cascina. Il Caggeri, il Longo e lo Zappala vengono riportati in caserma e trattenuti perché « utili alle indagini ». Alle 21,30 si ha l'impressione che i carabinieri abbiano in mano elementi sufficienti per chiarire in breve tempo il mistero della scomparsa di Mario Ceretto. Mentre le indagini ad Orbassano vanno avanti con ritmo crescente il silenzio è calato sulla villa dell'industriale di Cuorgnè. I cancelli sono chiusi, a nessuno è concesso di entrare. Maria Teresa Falettì, la moglie dell'ucciso, ha appreso della tragica morte del marito martedì sera alle 22,15. La notizia le è stata data dai legali e da un cognato. Firmino Bonaudo, orefice di Bivarolo. La donna si è comportata con coraggio e fermezza come nei terribili giorni dell'attesa, quando ad ogni squillo del telefono trasaliva. Non ha voluto che fossero informati subito della tragedia né la figlia minore, Luisa, né il suocero. Nella notte la villa è stata meta di numerosi amici e conoscenti dello scomparso. Uno dei primi è stato il sindaco di Cuorgnè, prof. Viano. «E' IItlllillllìlUtiHIllIlllll'MIII liilltift I III I una cosa terribile», ha detto tratenendo a stento le lacrime. L'avvocato Cottellero, che è stato vicino alla famiglia fin dal giorno della scomparsa del Ceretto, non riusciva a credere alla notizia che noi stessi gli avevamo dato: « E' stata una spaventosa beffa: abbiamo vissuto cinque giorni accanto al telefono sperando sempre, mentre Mario era già morto». Cuorgnè è in lutto. Ieri vi era ì il mercato settimanale ma tuto '. si è svolto in silenzio. Fra le ■ bancarelle la drammatica fine dell'Industriale era l'argomento più ricorrente. Il sindaco Viano j ria preparato un manifesto alla i cittadinanza che verrà affisso oggi. In esso si ricorda che Mario Ceretto era stato partigiano e che « da quel perìodo e dagli insegnamenti del padre aveva appreso i valori della dignità umana ». I cittadini, afferma ancora il manifesto, « chiedono l'applicazione di leggi giuste, severe, adeguate ai crimini ed applicate con tempestività e con condanne dure ed ì esemplari ». I funerali del Ceret- '. to si svolgeranno domani alle ■ 16,30. Servizio di: Renato Rizzo, j Gianni Bisio, Ezio Ma i scarino, Nicola Carruozzo La fossa di Orbassano dove era stato sepolto Mario Ceretto. I contadini Giuseppe Longo e il cognato Giovanni Caggegi sono « a disposizione » degli inquirenti. Lo scantinato della loro cascina è a 70 me