Le violenze fasciste nel Lazio documentate dalla Regione
Le violenze fasciste nel Lazio documentate dalla Regione In cinque anni compiute oltre 500 aggressioni Le violenze fasciste nel Lazio documentate dalla Regione Roma, 27 maggio. Alla vigilia dell'anniversario della strage di Brescia, il consiglio regionale del Lazio ha documentato la violenza fascista a Roma e nel Lazio dal 1970 al 1974. In 180 pagine vi sono tutti gli episodi di violenza, le aggressioni, le scorribande delle «squadracce». 65 nel 1970, 74 nel 1971, salgono a 138 nel 1972, nel 1973 sono 108 e nel 1974 ben 125. L'indagine conoscitiva è stata presentata ai giornalisti stamane dal presidente dell'assemblea. Palleschi, della giunta, Santini, e dai capigruppo dei partiti democratici. E' l'inchiesta «bocciata» dal commissario governativo e che la Regione ha voluto egualmente iniziare e concludere in breve tempo. L'indagine è stata promossa su espressa richiesta di tutti i sindac: e dei presidenti delle province del Lazio a conclusione dell'assemblea straordinaria e solenne convocata il 4 giugno 1974 dal consiglio regionale in Campidoglio all'indomani della strage di Brescia. «La documentazione che presentiamo — ha detto il socialista Palleschi — è impressionante. Quasi ogni giorno sono avvenute o avvengono aggressioni fasciste soprattutto contro i giovani. Ma quanti aggressori sono stati arrestati? Pochi. Eppure molti di essi sono noti alle forze di sicurezza. Quanti sono stati giudicati e puniti dai tribunali? Ancora di meno. Eppure denunce documentate non mancano. Siamo giunti in questi ultimi giorni a fatti di gravità estrema, dove solo l'elevata coscienza e responsabilità delle masse popolari ha evitato il peggio. Uno dei pericoli che potrebbe sorgere dalla violenza è che i cittadini possano orientarsi verso forme di difesa privata che rappresenterebbero la fine dello Stato democratico». Una particolare attenzione è stata data alle violenze fasciste nelle scuole perché proprio nelle scuole sono avvenute e avvengono le aggressioni più violente. «Le aggressioni ai giovani — ha detto Gallup-pi — emergono chiaramente da questo documento aberrante. Si voleva bloccare quel- la spinta che ha portato mi- gliaia e migliaia di giovani, operai, studenti, alla coscienza ed alla lotta per una società realmente democratica». «C'è un limite nell'indagine — ha osservato il capo gruppo del pei, Maurizio Ferrara — manca cioè il discorso sulle responsabilità globali che hanno tollerato per tanti anni la violenza. Ne ha accennato nella presentazione del volume il presidente Palleschi, ma bisognava andare oltre, vedere appunto chi ha favorito e favorisce le violenze Il volume sarà inviato a tutti i comuni, alle scuole, alle associazioni studentesche, sindacali e sociali. Su proposta del Cogidas (il Centro operativo genitori antifascisti) il presidente Palleschi si è impegnato a prendere contatti con il provveditore agli studi perché sia dedicata una giornata in tutte le scuole del Lazio alla discussione sulla 1 violenza fascista, | f. f.
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