Finanziari: cosa vogliono per riprendere il lavoro

Finanziari: cosa vogliono per riprendere il lavoro Non confermate alcune voci di accordo Finanziari: cosa vogliono per riprendere il lavoro Roma, 27 maggio. E' ancora impossibile prevedere quale sarà il termine ultimo per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Anche se il Consiglio dei ministri dovesse approvare domani alcuni miglioramenti per i «finanziari» concordati tra il ministro delle Finanze, Visentini, e l'Unione nazionale dei sindacati autonomi, lo sciopero dei 12 mila dipendenti delle imposte dirette proseguirà fino a quando non verranno accolte le specifiche richieste della categoria. Sembra che Visentini proporrà ai colleghi di governo di inserire nel disegno di legge sul cumulo dei redditi e la revisione delle aliquote due benefici economici in favore di tutte le categorie dipendenti dai ministeri delle Finanze e del Tesoro (tasse, intendenze di finanze, catasto, tesorerie, ragionerie centrali e periferiche): 1) l'attribuzione di un numero di ore straordinarie mensili variabili fra le 60 e le 80 al mese per ciascun dipendente; 2) la concessione di una indennità giornaliera di L. 1000 quale compenso per superlavoro. Dopo questi «ritocchi» circa 40 mila finanziari non ricorreranno più allo sciopero; invece, i 12 mila impiegati e dirigenti delle imposte dirette non li riterranno sufficienti per sospendere l'agitazione cominciata il 21 aprile. «Se avessimo potuto accettare questa soluzione — ha dichiarato il dottor Dragoni, segretario generale del Sindacato nazionale lavoratori delle imposte dirette — saremmo già tornati ai nostri posti di lavoro, come le altre categorie del personale finanziario. Il fatto è che la nostra situazione si differenza notevolmente da quella degli altri settori finanziari. Di conseguenza, continueremo la nostra lotta ad oltranza per ottenere quanto abbiamo chiesto al governo». I dipendenti delle imposte dirette sostengono che l'unitima trincea» nella consistente «piattaforma» presentata al ministro Visentini è costituita dal riconoscimento di un'indennità sostitutiva dell'anagrafe tributaria nella misura di L. 100 mila e di un compenso per lavoro straordinario forfettario nella somma di L. 100 mila. Quindi, in sostanza, L. 200 mila che il sindacato giustifica con l'enorme mole di atti e controlli derivanti dalla riforma tributaria, ma soprattutto dalla mancata realizzazione dell'anagrafe. Si pensi soltanto che il lavoro si è almeno quadruplicato: 10 milioni di dichiarazioni dei redditi, in luogo di 2 milioni 500 mila, oltre ai numerosissimi modelli 101, inviati dai datori di lavoro, e tutti suscettibili di verifica Non trova, quindi, conferma negli ambienti sindacali più direttamente interessati la voce circolata oggi che sarebbero imminenti la sospensione dello sciopero dei dipendenti delle imposte dirette e, di conseguenza, la fissazione del termine ultimo per le denunce tra il 17 e il 20 giugno. Né è stata confermata la notizia di un'intesa tra il ministro Visentini e il Sindacato nazionale dei lavoratori delle imposte dirette sulla entità dei miglioramenti. «Non abbiamo avuto contatti — ha precisato Dragoni — né tanto meno assicurazioni sul possibile accoglimento delle nostre richieste. E' probabile che il Consiglio dei ministri approvi qualche beneficio in favore di tutti i finanziari, ma in misure inadeguate per noi». Il dottor Dragoni si augura, peraltro, che il governo si renda conto della validità delle ragioni prospettate dal sindacato e avanzi proposte accettabili per la chiusura della vertenza, certamente molto dannosa per il Paese. g, f.

Persone citate: Dragoni, Visentini

Luoghi citati: Roma