Lo psicologo tra gli alunni

Lo psicologo tra gli alunni NEL MONDO DEI FIGLI Lo psicologo tra gli alunni Migliaia di alunni dell'ultimo anno della terza media sono stati sottoposti in queste ultime settimane di scuola a speciali esami psicologici tendenti a individuare le attitudini di ognuno relativamente al tipo di studio e di lavoro verso cui avviarli. L'intera « operazione », che ha mobilitato un gran numero di équipes costituite da psicologi, testisti e tecnici, specializzati nel campo dell'orientamento professionale e scolastico, ha come molla di avvio la constatazione dei gravi squilibri esistenti tra le varie scuole e il sostanziale disordine che domina l'orientamento. Alcune scuole, ad esempio, sono prese d'assalto da un gran numero di alunni, mentre altre, spesso solo perché meno conosciute, vengono disertate. I riflessi di questa irrazionale condotta si avvertono soprattutto al momento dell'immissione dei nuovi diplomati o licenziati nel mondo del lavoro. Abbiamo così un'eccedenza di diplomati ragionieri e geometri del 50 per cento, mentre mancano i periti meccanici e gli specializzati nel campo alberghiero. Inoltre, si fa sempre più allarmante la quantità dei giovani scontenti della scelta fatta. Che cosa si propone dunque l'attuale campagna di intervento promossa dai Centri per l'orientamento professionale? ■ Intanto — dice il dott. Bruno Bertani. psicologo presso la Scuola media "Mar¬ coni" di Torino — eli individuare la sintonia esistente tra struttura della persona e scelta degli studi, al line di evitare disadattamenti sul lavoro, ma soprattutto perché questo diventi, nella vita dell'individuo, un autentico valore ». Si vuole evitare, quindi, che la scelta scolastica venga lasciata al caso (solo il 50 per cento degli alunni sa, con un minimo di precisione, che cosa vuole fare) e si intende coinvolgere direttamente il giovane, in quanto soggetto della scelta, tenendo d'occhio i reali sbocchi professionali. • Inoltre — precisa il dott. Giuseppe Motta, ex ispettore Iniasa, Istituto nazionale addestramento settore artigiano — è importante evitare l'imbocco di strade che non danno reale qualificazione professionale per privilegiarne Invece altre più idonee. Forse avremmo meno ragazzi che abbandonano la scuola o che si accorgono di aver sbagliato, se vi fosse stata in precedenza una maggiore informazione ». I mezzi usati si basano sostanzialmente sui test attitudinali, tendenti a verificare le capacità di ragionamento aritmetico e logico, l'orientamento spaziale e il ragionamento verbale. Sono test adottati internazionalmente e, a detta degli esperti, capaci di assicurare risultati piuttosto significativi, cioè con un basso scarto di sbaglio. L'intervento presso le scuole e le famiglie è ritenuto importante anche perché persistono ricorrenti pregiudizi che necessitano di essere scalzati: ad esempio, spesso si dà troppa importanza al prestigio sociale di alcune professioni senza tenere conto delle relative possibilità di lavoro, oppure si tiene in troppo conto il guadagno a scapito della soddisfazione professionale. SI sa, ad esempio, che si va verso l'inquadramento unico di impiegati e operai e verso una mobilità interna alle aziende di molto superiore al passato: questi fattori dovrebbero far cadere alcuni pregiudizi relativi alle distinzioni di carriera. Il camice bianco e il lavoro in ufficio sono, come è noto, una malattia europea, che genera spesso stati di insoddisfazione e di frustrazione. D'altronde, lasciare l'intera materia — come è stato sinora — alla responsabilità della scuola, presenta alcuni inconvenienti gravi, di cui ancora oggi ne scontiamo le conseguenze. L'insegnante ignora, ad esempio, tutta una gamma di sbocchi scolastici e quindi professionali, proprio perché proviene in prevalenza dai licei. Inoltre, tende a privilegiare, anche inconsciamente, scelte culturali e professionali affini alle proprie, oltre a non possedere la necessaria obiettività di giudizio perché troppo coinvolto personalmente nel rapporto con gli allievi. Aida Ribero

Persone citate: Aida Ribero, Bruno Bertani, Giuseppe Motta

Luoghi citati: Torino