L'industriale Alecce non torna in libertà

L'industriale Alecce non torna in libertà Al "processo dei farmaci" a Roma L'industriale Alecce non torna in libertà E' stata respinta la richiesta della difesa: l'imputato era già stato condannato per tentata corruzione Roma, 26 maggio. L'industriale farmaceutico Antonio Alecce è tornato oggi sul banco degli imputati, in pretura, per rispondere dinanzi al dottor Giuseppe Veneziano, che il 5 maggio scorso emise contro di lui mandato di cattura, delle accuse di truffa continuata, commercio di sostanze medicinali imperfette e somministrazione di medicine in maniera pericolosa per la salute pubblica. Durante l'udienza sono stati sentiti alcuni testimoni e alla conclusione della seduta il giudice, sciogliendo alcune riserve, ha respinto la richiesta dei difensori, avvocati Osvaldo Fassari, Giuliano Vassalli, Pietro Lia e Aldo Casalinuovo, di disporre una nuova perizia sul farmaco che ha dato origine alla vicenda giudiziaria, l'«Amilit», ritenendo sufficienti gli elementi di riscontro sulla sua composizione ottenuti attraverso e e i o a e a i o o e , o a , io nn a enalea oo a obe o a lo. i ao rdi un'analisi compiuta dall'Istituto superiore di sanità. I difensori hanno tentato di ottenere una revoca della decisione, esponendo una serie di argomentazioni che sono state però respinte anche dal rappresentante della pubblica accusa, l'avvocato Lorenzo Sotis. Il dottor Veneziano si è invece riservato ancora una volta sulla richiesta per la concessione della libertà provvisoria dell'imputato. Comunque, anche se questa venisse concessa, Alecce resterebbe in carcere a seguito della decisione presa sabato scorso dai giudici della prima sezione penale del tribunale. Questi, condannato Alecce ad un anno di reclusione per il reato di tentativo di corruzione dei sottufficiali incaricati di eseguire il provvedimento del pretore, gli hanno negato la sospensione della pena a causa dei suoi precedenti. Nell'udienza di stamane hanno deposto alcuni testimoni, tra i quali il professor Francesco Polizzi, vicecapo del gabinetto tecnico del ministero della Sanità. Egli ha confermato di aver, attraverso un colloquio telefonico, parlato con Alecce dell'opportunità di modificare la formula dell'Amilit, un medicinale destinato alla cura di talune malattie mentali, per consigliare l'eliminazione dalla formula del litio-carbonato. Questo, usato inizialmente come eccipiente, doveva invece considerarsi elemento attivo, ma per le sue caratteristiche e per i suoi effetti, secondo le ultime acquisizioni scientifiche, tale sostanza non poteva però essere impiegata nella formula del medicinale. Un altro funzionario del ministero della Sanità, il dottor Giovanni Maraiulo, ha invece parlato della richiesta di registrazione dell'Amilit-Ifi, ricordando d'aver sollecitato la prosecuzione, nonostante i sequestri disposti dall'autorità giudiziaria, della procedura per la sua registrazione. Infatti ai campioni del prodotto, l'Istituto farmacoterapico italiano aveva allegato la documentazione scientifica necessaria per l'esame della pratica e per dimostrare i benefici che dall'associazione di amitriptilina e litio-carbonato si potevano ottenere nella cura di talune malattie nervose. Il processo continuerà domani. (Ansa)

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