Cinque candidati di diversi partiti esaminano i gravi mali della città

Cinque candidati di diversi partiti esaminano i gravi mali della città Cinque candidati di diversi partiti esaminano i gravi mali della città D'accordo sulla diagnosi, non sui rimedi, Dondona (psdi), Aceto (de), Biffi Gentili (pri), Policastro (psi) e Arcari (pli) - Auspicato il rilancio dell'edilizia Al Gobetti, ieri pomeriggio, cinque candidati al Comune hanno parlato su: « / mali della città e i rimedi proposti ». L'incontro era organizzato dall'Ande (Associazione donne elettrici). Vi partecipavano tre consiglieri uscenti (Aceto, de; Arcari, pli; Dondona, psdi), il segretario cittadino del pri, Enzo Biffi Gentili e Francesco Policastro, psi. Premesse comuni, i guai croni- ci di Torino: selvaggio sviluppo urbanistico causato dalla concen- trazione industriale e dall'immigrazione; carenza di servizi sociali, sanitari, per il tempo libero; blocco dell'attività edilìzia e la conseguente mancanza di alloggi popolari e gravi tensioni. « Sulla diagnosi ci siamo trovati d'accordo — ha detto Dondona — le spaccature sono avvenute sulla terapia. Inutile ricordare gli orrori causati dalla legge "ponte" (licenze per 270 mila vani concesse nel 68 senza adeguato piano regolatore come strumento di con trotto}. C'è stato un ritardo della classe politica ed imprenditoriale nel capire i problemi dello svi- luppo. Poi le varianti 13 e 17 sono rimaste sulla carta ». La mancanza di un momento no e a oaea, el o i- operativo è stata, secondo l'ex assessore all'Edilizia, la maggiore responsabilità della passata aramiI lustrazione. « Gli imprenditori sono sensibilizzati ed è ora di smuovere l'edilizia pubblica. Si deve anche impedire che discorsi tecnici divengano politici. Osteggiare la metropolitana è segno di rìiar- \ do culturale, com'è impossibile tare il tra/oro del Fréjus senza costruire un raccordo. Bisogna o ! dimensionarsi verso l'Europa ». n- : Aceto ha messo l'accento sul ioo; a gi a re a r" so n distacco tra politici e cittadini. « La crisi nei rapporti della coalizione è stato il principale mo¬ tivo frenante, ma qualcosa di ibuono è stato fatto: 16 milioni di metri quadri bloccati per i servizi, una convenzione tra Comune e Collegio costruttori sul tipo dì edilizia economica da realizzare ». Biffi Gentili ha individuato due punti per una soluzione globale: « Considerare innanzitutto il Comune come azienda produttrice di a servizi ed i cittadini come suoi e \ azionisti. Non crediamo ai bilanci i- vaghi, né chiediamo la ristruttuo razione e la pubblicizzazione co \ me condizione per entrare in o | giunta». Nell'urbanistica il pri ha | \ rilevato finora tre errori: basarsi I i sione della volontà di base ». Ar su espropri « non agibili per mancanza di fondi », permettere, nel, blocco edilizio, una crescita del- j l'industrializzazione, privilegiare le richieste dei quartieri che tol- gono agli amministratori un'otti-1ca più ampia. Policastro vede nel mali della città un trasferimento a Torino dei problemi meridionali. « Lo sviluppo selvaggio non è avvenuto a caso e la classe politica ne porta la responsabilità. Bisogna sottoporre il suo operato al controllo dei cittadini dando più potere ai quartieri, che sono la vera espres cari ha concluso gli interventi: « Bene i quartieri, se però non rispecchieranno le spaccature del Consiglio. Per cinque anni Torino ha vissuto senza una volontà politica omogenea, con la maggioranza sottoposta al pesante condizionamento del pei: spesso il suo capogruppo, Novelli, non ha fatto il sindacoombra ma il sindaco vero e proprio. Se dopo queste elezioni la coalizione di maggioranza si dimostrasse omogenea, il pli non avrà motivo di respingere molti provvedimenti in | cui si trova d'accordo ». i

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