Battaglili insiste Gibì perde quota di Maurizio Caravella
Battaglili insiste Gibì perde quota Al Giro continua la congiura Battaglili insiste Gibì perde quota A Sorrento Baronchelli (con Gimondi, De Vlaeminck, Zìi ioli e Bitossi) perde un minuto e mezzo - Vittoria per distacco di Osler con 8'48" di vantaggio dopo 182 chilometri di fuga (Dal nostro inviato speciale) Sorrento, 24 maggio. Un altro piccolo terremoto al Giro. Battaglin, Conti e Galdos, più che mai coalizzati contro Baronchelli, continuano a lavorare « Gibì » al fianchi, in attesa del colpo da k.o. E la congiura, fallita ieri, oggi comincia a dare dei frutti: perché Baronchelli perde più di un minuto e mezzo e fra gli staccati, a Sorrento, ci sono anche altri personaggi illustri, come Gimondi, De Vlaeminck, Ziìioli e Bitossi. Per ora, a Battaglin la maglia rosa non interessa: la indossi pure Galdos, con tutte le responsabilità (e la fatica) che ciò comporta. E non gli interessa neppure che a Sorrento vìnca un certo Osler, portaborracce in cerca di fortuna, con quasi nove minuti dì vantaggio. Di queste cose, Battaglin non si preoccupa: gli preme soltanto, per ora, far perdere il Giro a Baronchelli (e visto che anche Gimondi è staccato, tanto meglio). A vìncerlo lui, il Giro, penserà dopo, in una partita a tre con Galdos e Conti, quando la coalizione dovrà spezzarsi ner forza. Questi i piani, neppur tanto segreti, dì Battaglin, che ha Imparato a correre anche col cervello. Ogni sua mossa ha uno scopo preciso. Per vincere la sua battaglia più importante, quella con Baronchelli, ha bisogno di amici, e allora si allea con Galdos e Conti, che in questo momento hanno I suoi stessi interessi. Di loro, Battaglin non ha paura. E' sicuro di poterli battere, quando sarà il momento della resa del conti. Può darsi che pecchi di presunzione, ma bisogna dargli atto che finora è andato tutto (o quasi tutto) come lui voleva, perché in classifica Baronchelli e Gimondi sono dietro di lui di tre minuti abbondanti. E Battaglin assicura che questo è solo l'inizio. Adesso nessuno pensa più che si tratti di un bluff, anche perché Baronchelli dice che in salita I crampi lo fanno soffrire (ed è vero) e Gimondi ammette che più forte di cosi proprio non riesce ad andare (e forse è vero anche questo). La corsa, oggi, si è sviluppata dietro a Marcello Osler, lepre solitaria che nessuno aveva voglia di inseguire. Osler, che una volta per campare faceva intagli nel legno, ora si procura pane e companatico andando a caccia di traguardi volanti e aiutando Sercu e De Vlaeminck a vincere. Ha quasi trent'anni, lino ad oggi da professionista non era mai arrivato primo e forse pensava, ormai, che una soddisfazione cosi grossa non l'avrebbe mai avuta. Ma ad un certo punto, mentre Marcello addenta tranquillamente un panino, De Vlaeminck gli ordina di scattare. Gli ordini non si discutono e lui, dopo aver gettato via con un po' di rimpianto quel sandwich, scatta. Non sa perché: mancano 182 chilometri al traguardo, ci sono due grosse salite. E' diventato matto, quel De Vlaeminck? Osler Attraversa un paese dopo l'altro in un cunicolo di lolla che lo applaude, forse scambiandolo per qualcun altro (« Mi veniva la pelle d'oca per la gioia e la paura di essere ripreso ». dirà all'arrivo), a Salerno il suo vantaggio supera I ventitré minuti. Ma in classifica ha quasi mezz'ora: chi ha paura di lui? Così mentre Osler trasforma questa tappa In una corsa contro nessuno (o contro se stesso, perché 182 chilometri da solo sono un'eternità), Battaglin, dopo aver rintuzzato un allungo improvviso di Baronchelli, prepara il suo attacco. Si sale sull'Agerola, ma è troppo presto. SI sale sul Monte Faito, su una stradina stretta, con curve a gomito ogni cinquanta metri ed impennate improvvise. Otto chilometri alla vetta, è il momento: Battaglin allunga all'improvviso, Conti e Galdos — come da copione — gli sono subito alla ruota, arrivano anche Bertoglio e Perletto. E' fatta, perché dietro di loro il gruppo dei migliori si sfalda subito, Baronchelli si imballa, Gimondi procede senza strappi, col suo passo, che però non è più quello di una volta. Conti sulle ultime rampe si stacca, ma recupererà in discesa, dove invece Perletto dovrà lasciar via libera agli altri. In vetta il vantaggio del gruppetto di testa su Baronchelli, Gimondi, De Vlaeminck ed altri è di I '45", Zilioli e Bitossi sono ancora più indietro. Ci sarebbero altri venticinque chilometri per recuperare, ma Battaglin, Galdos e Conti (aiutati anche da Bertoglio) si danno i cambi come se si trattasse di una 'cronometro» a squadre e perdono soltanto dodici secondi. E Battaglin trova ancora la lorza per vincere lo sprint. Osler è arrivato da quasi nove minuti, ma che importa? Il Giro continua, e finalmente ha un volto. Battaglin ha battuto due colpi (ai Prati di Tivo e oggi, sul Monte Faito), Baronchelli ha fatto finta di non sentire e non ha risposto. Gibì sembra alle corde: ma I suoi tifosi dicono che anche Clay pareva nella stessa situazione, prima di mettere k.o. Foreman. Battaglin ha gettato la maschera, adesso tocca a Gibì: oppure se la sarà già tolta anche lui, e nessuno se n'è accorto? In serata arrivano notizie di Parecchini, che era caduto in discesa all'inizio della tappa ed era stato trasportato all'ospedale di Potenza in stato di choc. La diagnosi parla di trauma cranico con sospetta frattura sia al cranio che al polso sinistro. II corridore comunque ha ripreso conoscenza. Se la caverà, ma chissà se avrà ancora voglia di pedalare, dopo questa brutta avventura, Maurizio Caravella
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