Sulla "Cisa,, in autostrada

Sulla "Cisa,, in autostrada Parma da ieri più vicina alla Spezia Sulla "Cisa,, in autostrada Dopo 13 anni dall'approvazione del progetto - Il primo tratto era stato realizzato da un decennio - Soddisfatti i camionisti La Spezia, 24 maggio. Una pioggia a tratti torrenziale ci ha accompagnato durante tutto il viaggio inaugurale sull'autostrada della Cisa, l'ultima nata fra le autostrade italiane. Veramente stamane l'inaugurazione riguardava soltanto un tratto di circa 14 chilometri fra Pontremoli e Montelungo: il resto dell'arteria è in funzione già da parecchio tempo, il primo tronco è stato aperto al traffico nel '69, il penultimo nel luglio del '74. Un'autostrada, questa della Cisa, che ha avuto una storia molto travagliata: il primo progetto risale al '62, sono occorsi più di tredici anni per riuscire a terminare i lavori iniziati ed interrotti di continuo durante un paio abbondante di lustri. Neppure adesso l'importante arteria può dirsi ultimata: proprio nel tratto inaugurato stamane il traffico è stato deviato su un'unica corsia perché parte del viadotto sul Rio Verde deve ancora essere costruita. Altre interruzioni si incontrano di frequente lun- I go il percorso: a 32 km da Par| ma una frana precipitata lungo i fianchi della montagna alcuni anni fa ha travolto parte della carreggiata, demolen] do un viadotto e trascinando via le opere di protezione costruite proprio per scongiurare questo pericolo. Da stamane, comunque, Parma è più vicina al mare. : Una vettura di media cilin\ drata impiega meno di un'ora j per coprire i 101 chilometri dell'autostrada: questo, almeno, in condizioni di traffico | normale perché è assai probaj bile che nei periodi di punta, : durante i weekends quando il i numero dei turisti aumenta, le frequenti strozzature impo\ ste dalle deviazioni per i «lavori in corso» provocheranno fatalmente imbottigliamenti e ritardi. Ho parlato con un camionista in attesa al casello di Pon! tremoli di poter transitare ! sul nuovo tratto. «Sono più di ; vent'anni che vado su e giù per queste strade. Non so \ neppure io quante volte ho i "scalato" la Cisa. Una salita : terribile: si metteva la prima all'inizio e si arrancava così fin sulla cima. Col camion a rimorchio impiegavo anche quattro ore per fare quei 50 chilometri». Un tormento per lui, un dramma per gli automobilisti costretti a seguirlo. [ «La strada era stretta, tortuoI sa. Ogni sorpasso era un'av\ ventura: ricordo che molte volte mi fermavo apposta per ! lasciar passare le auto, ma [ anche questo era rischioso». L'autostrada della Cisa ha ; risentito nella sua costruzio| ne della lunghezza dei lavori, ì Da Parma a Fornovo la car, reggiata scorre in pianura ! senza scosse: un rettilineo I che si snoda attraverso la I campagna, file di cipressi, i campi di grano, filari di viti. Lontani poderi arroccati su colline appena accennate, il corso del Taro che serpeggia ora su un lato, ora sull'altro. Questo primo tronco è stato realizzato con criteri moderni: la sede stradale non segue le capricciose volute dell'ampia valle del Taro, ma le corregge con opportune opere, viadotti e ponti che scavalcano le anse e tagliano dritto senza deviare. Da Fornovo, celebre per i suoi prosciutti lasciati stagionare all'aria aperta, l'autostrada incomincia ad inerpicarsi sulle falde preappenniniche. E torniamo indietro di un decennio: la carreggiata, priva della corsia di emergenza non prevista nel primitivo progetto, sale tortuosa seguendo il corso del Taro. Questo tronco è stato realizzato per primo, in base a tecniche ormai superate. Spiega il geometra Giorgio Rossi: «La prima progettazione prevedeva la costruzione di una camionale, dunque una strada per veicoli lenti. Per questo non era stata avvertita la necessità di snellirla modificando la i natura del terreno con dei I manufatti ». In questo modo | anche il costo risultava più contenuto: nessuna galleria, pochi viadotti. Quando il progetto venne modificato, la costruzione di questo tratto era già in fase avanzata ed è stata portata a termine cosi com'era stata concepita. Il risultato è negativo: l'autostrada si snoda come un serpente, le curve sono strette (150 metri di raggio contro i 300 abituali), difficile e pericoloso procedere a velocità elevata: 80 chilometri all'ora sono già una media che richiede da parte dell'automobilista perizia e costante attenzione. Dopo Borgo Taro ricompare la carreggiata d'emergenza, l'autostrada diventa «moderna», le gallerie si susseguono l'una all'altra, arditi viadotti attraversano le valli scoscese e rendono agevole la guida. Dopo la galleria del Partigiano compare il viadotto a due piani: l'unico esistente in Italia, così progettato per dimezzare il costo delle fondazioni. Un'unica serie di piloni posti in fila regge le due carreggiate che corrono l'una sull'altra a livelli diversi. Un'opera ardita e curiosa, non troppo funzionale a detta dei tecnici. Per ora si può transitare soltanto sulla carreggiata posta più in alto: il raccordo per accedere a quella inferiore è tutt'ora in costruzione e, per quello che è dato a vedere, occorreranno ancora molti mesi di lavoro prima che venga ultimato. Al casello di Pontremoli, che con oggi ha cessato di funzionare, si entra nel tratto appena inaugurato. Quattordici chilometri, con due gallerie ed un viadotto non ancora ultimato. Da questo punto l'autostradale della Cisa corre senza altri intoppi fino allo svincolo per Genova-Livorno ed al casello di La Spezia. Al di là delle colline si intuisce la presenza del mare: si avverte nell'aria l'acuto odore della salsedine mentre si percorrono gli ultimi chilometri. f. for. La Spezia. II tratto di autostrada tra Montelungo e Pontremoli inaugurato ieri

Persone citate: Giorgio Rossi