Stavano per rapire un industriale di Ezio Mascarino

Stavano per rapire un industriale Quattro giovani fermati davanti a un palazzo di corso De Nicola Stavano per rapire un industriale Avevano preso di mira due fratelli titolari di un'azienda con 200 operai a Orbassano, Franco e Angelo Pia maggiore - Due settimane fa il primo è sfuggito fortunosamente a un tentativo di sequestro - Ieri mattina è toccato al secondo, mentre usciva con i figli - Ma la polizia vigilava - Nella rete caduti due automezzi della banda: su uno c'erano tute, occhiali, guanti per mascherarsi e un manganello - I fermati negano: "Passavamo per caso" Quattro giovani sono stati fermati dalla Mobile perché « gravemente indiziati di tentato sequestro a scopo di estorsione » di un industriale. Angelo Pramaggiore. 31 anni, contitolare con il fratello e il padre di un complesso metalmeccanico (200 operai) a Orbassano. Sono stati immobili/' ablshdl, zati dopo una furibonda | lotta in corso De Nicola 6, davanti all'abitazione di Angelo Pramaggiore. Da quindici giorni gli agenti sorvegliavano la famiglia, dopo un precedente tentativo di sequestro e una serie di oscure telefonate. I quattro erano su due autovetture, una Bmw e un furgoncino: a bordo sono stati trovati berretti, guanti, occhiali da sole, due tute, un pacco di pezze in stoffa, simili a bende, che sarebbero potute servire per imbavagliare. Dicono gli inquirenti: « Non ci sono dubbi: volevano fare un sequestro ». Angelo è il secondogenito di Ernesto Pramaggiore, fondatore di un'azienda in strada Orbassano, dove vengono costruiti macchinari e impianti per londerie. E' sposato, ha due figli Carlotta di 10 e Umberto di 2 anni. Ha raccontato ieri al vicequestore Montesano, capo della Criminalpol: «I primi sospetti li abbiamo avuti una quindicina di giorni fa, quando mio fratello c sfuggito quasi miracolosamente a un precedente tentativo di sequestro». Questo l'episodio. La notte del 1C maggio Franco Pramaggiore, 34 anni, due figlie di 6 e 5 anni, Ales nlss——mssandra e Valeria, strada S. Vin- ! cenzo 8, stava rincasando al vo- : lante della sua Lancia Beta. Ri- i corda: «Era quasi luna, salivo ìper strada San Vincenzo. Mi sono' ggqaccorto che un'auto chiara, forse una Simca, mi stava seguendo. A bordo tre giovani. Per controllare le loro intenzioni mi sono fermato sul bordo della strada. La vettura ha imitato la mia manovra, accodandosi a cinque metri. Ho accelerato di scatto e quelli ancora dietro. Ho imboccato allora contromano un tratto della via, duecento metri prima di casa. La Simca mi ha tallonato. Avevo qualche metro di vantaggio, sono sces0 ai corsa per aprire il cancello. Mi sono reso conto che non ci sarei riuscito, non ne avevo il tempo. Uno dei tre stava già correndomi incontro. Allora sono scappato, scendendo dalla collina come un forsennato. Li ho persi così». Il giorno dopo si è presentato negli uffici della mobile. Ha parlato con il dottor Fersini, il dottor Baranello e il dottor Sassi. E' stato deciso un attento servizio di sorveglianza. «Pochi giorni dopo — continua Angelo Pramaggiore — abbiamo cominciato a ricevere, mio fratello ed io, strane telefonate. Squillava il telefono, ma nessuno parlava. Poi sono comparse delle persone, giovani sempre eleganti e curati, che chiedevano informazioni sul nostro conto si custodi o ai vicini. Ad esempio a che ora eravamo usciti, se avevamo figli. Cose molto strane». Dice il vicequestore Montesano: «Abbiamo allargato le indagini, controllando una trentina di tar-ghe, il nome di una decina di per-sone. Alcune viste nei pressi dellostabilimento di Orbassano, altre presso le abitazioni dei due fratel- ti. Grazie a questi elementi, alla tempestiva denuncia dei Pramaggiore, siamo riusciti a sventare un ennesimo sequestro di persona. Non si può operare un rapimento di colpo: occorrono giorni, settimane di preparazione. E' forse il momento più delicato, i banditi : corrono il rischio di essere notati. i almeno per certi movimenti e apìpostamentl che necessariamente ' debbono ripetere con orari e Ire- e A e o a a a o o quenze regolari. 1 due giovani industriali sono stati molto attenti, hanno collaborato alla perfezione». Si è giunti così a ieri mattina. «Dovevo andare in ditta, poi mia moglie Chicca mi ha pregato di aiutarla e di fare alcune spese. Sono uscito alle 10, con i due bimbi. Ho subito notato la BMW blu, ferma a pochi metri dalla casa. A bordo due persone fingevano d' leggere il giornale. Sono torna¬ to alle 10,20. L'auto era sempre ferma nello stesso punto. Ma questa volta c'erano tre persone. Una e scesa, mentre io posteggiavo, si è avvicinata al furgoncino, fermo quattro metri più avanti. Ha finto di controllare il bocchettone della benzina. Mi ha fissato a lungo. Era calvo. Sul marciapiede ho scorto un altro sconosciuto. Anche lui si stava avvicinando. Sono corso in casa, prendendo tra le braccia il piccolo Umberto. Con¬ temporaneamente la BMW si è messa in moto, ha svoltato in corso Re Umberto». A breve distanza era appostata un'auto civile della mobile. Quando Angelo Pramaggiore ha telefonato in questura, per avvisare i funzionari, era ormai scattato il piano per fermare i quattro. Otto vetture civile hanno circondato risolato, sorvegliando a distanza l'ingresso di corso De Nicola. Alle 11 la BMW blu è tornata davanti adat alla casa del Pramaggiore. A bordo due giovani, gli altri due erano ancora sul marciapiede. Sono stati i primi ad essere immobilizzati. I due sull'auto hanno tentato di fuggire. Un breve inseguimento, sono stati raggiunti. «Cosa volete da noi? Non facciamo niente, lasciateci in pace», si sono messi a gridare mentre venivano condotti in questura. Hanno continuato a gridare, mentre i funzionari chiedevano i documenti. I loro nomi: Massimo Molina, 27 anni, proprietario della EMW, via Volvera 19; Bruno Morini, 29 anni, Grugliasco, corso Torino 12; Ugo Corsari, 26 anni, senza fissa dimora a Torino e Sabino Bellone, 52 anni, via San Pio V 18. E' suo il furgone. Molina, Morini e Corsari erano stati arrestati nel dicembre dello scorso anno per un furto di 30 milioni di | pellicce. Erano in libertà provvisoria da poche settimane. Dicono i funzionari della mobile. «Sono tutti personaggi che conoscevamo. Il Bellone, da un nostro recente rapporto, risulta senza lavoro. Ma ci aveva detto che s' riprometteva di aprire presto una torrefazione, una pasticceria». Quando il vicequestore Montesano e il dott. Fersini hanno loro contestato il tentato sequestro dell'industriale, si sono guardati l'un l'altro, con stupore. Sul furgone sono stati trovati, nascosti sotto i sedili, dei pacchi confezionati con fogli di giornali. In ciascuno un paio di guanti, dei berretti, occhiali scuri da sole; a parte due spolverini, uno blu, l'altro cachi, delle pezze in stoffa simili a bende, un manganello con anima in acciaio. Dal pulmino era stato tolto uno dei sedili posteriori. I quattro volevano davvero sequestrare Angelo Pramaggiore o I forse uno dei suoi figli? L'indù- striale ammette: «Viviamo da ] qualche settimana nelVtncubo. j Quando ho visto quei quattro, ho capito che volevano rapirmi». Le indagini sono in corso. Ieri per tutto il giorno gli agenti hanno compiuto perquisizioni e controlli In casa di amici e parenti dei giovani fermati. Il materiale raccolto verrà presto consegnato al giudice il quale dovrà stabilire se i quat¬ tro fermati, «indiziati di tentato sequestro a scopo di estorsione»; sono o fanno parte della banda1 che due settimane fa tentò di bloccare sulle strade della collina Franco Pramaggiore e se davvero volevano iPri sequestrare suo fratello. Ezio Mascarino I fratelli Angelo e Franco Pramaggiore in questura con i funzionari della Mobile - La moglie del primo con il figlio Umberto di 2 anni - Uno degli arrestati va in carcere

Luoghi citati: Baranello, Grugliasco, Orbassano, Torino