Aspre polemiche sul "caos giuridico,, nel processo ai 4 della Baader-Meinhof di Tito Sansa

Aspre polemiche sul "caos giuridico,, nel processo ai 4 della Baader-Meinhof Si attende la decisione sull'istanza dei difensori Aspre polemiche sul "caos giuridico,, nel processo ai 4 della Baader-Meinhof (Dal nostro inviato speciale) Stoccarda, 23 maggio. Il processo contro i quattro capi della « Baader-Meinhof » — interrotto ier l'altro dopo sole 7 ore e rinviato a venerdì 30 maggio — sta assumendo aspetti di farsa giuridico-politica, con protagonisti non soltanto la magistratura di Stoccarda, ma anche i ministeri della Giustizia di Bonn e dei « Laender », la Lega dei magistrati, la Camera degli avvocati, i partiti politici e perfino il Parlamento federale. Nel dicembre scorso, nell'approntare e varare frettolosamente (prima di partire per le ferie) l'articolo 138 del codice di procedura penale (in gergo chiamato « Lex Baader » ) per estromettere dalla difesa gli avvocati sospetti di « complicità con l'imputato », non previdero che gli avvocati avrebbero potuto applicare una specie di gioco delle tre tavolette, chiedendo di difendere « un altro » degli imputati. E' appunto quanto è accaduto ier l'altro. Gli avvocati Croissant, Groenewold e Stroebele, ai quali è stato vietato di difendere l'imputato Andreas Baader, si sono presentati come difensori di Raspe, della Meinhof e della Ensslin. Oggi, come già aveva fatto mercoledì, prima della sospensione del processo per chiedere un chiarimento a un'altra corte di Stoccarda, la Corte che giudica i quattro imputati ha nuo- vamente escluso i tre legali. Ma ciò permetterà agli avvocati d: ripresentarsi come difensori di altri imputati, e così per sette volte consecutive fino all'esaurimento di tutte le possibili combinazioni. La confusione è enorme, Stoccarda si consulta affannosamente con la Procura generale dello Stato di Karlsruhe, questa chiede lumi al ministero della Giustizia a Bonn. E intanto i ministri della Giustizia dei Laender si riuniscono per parare il colpo, chiedendo che sia varata immediatamente una norma interpretativa dell'articolo 138 (entrato in vigore appena il primo gennaio di quest'anno) in base alla quale un avvocato esonerato dalla difesa di «un imputato», venga automaticamente escluso da tutto il procedimento, nel caso (com'è qui) che tra le imputazioni vi sia quella di associazione a delinquere. Mentre si cercano i colpevoli dell'enorme panne, tanto più incredibile perché i giuristi hanno avuto quasi tre anni di tempo per prepararsi a questo processo-fiume, e le responsabilità vengono palleggiate tra gli esperti dei partiti politici e dei ministeri, la prima Corte di Stoccarda si sta preparando a sciogliere il nodo gordiano prima della ripresa del processo venerdì prossimo. Consultazioni sono in corso tra eminenti giuristi, all'inizio della prossima settimana questa Corte si riunirà (a porte chiuse) per sentire le argomentazioni della difesa (quella tuttora autorizzata) e della pubblica accusa, la quale vuole chiarezza per evitare un processo di revisione. La situazione ha dell'assurdo. Mentre i quattro imputati — Andreas Baader, Gudrun Ensslin, Ulrike Meinhof e Jan-Cari Raspe — sono rientrati nelle loro sicure celle, nel carcere modello di Stammheim, nel palazzo di giustizia di Stoccarda si accenderà una disputa sull'interpretazione di una legge che unanime¬ mente viene definita sbagliata o perlomeno incompleta; sia pure non presenti, nella posizione di imputati ci saranno i politici di Bonn, che hanno voluto strafare. Sarà interessante vedere come deciderà la prima Corte regionale, la prossima settimana: se darà ragione agli avvocati esclusi, riammettendoli, la Corte giudicante, già apparsa insicura, ne uscirà ancor più indebolita e gli imputati, rafforzati. Se applicherà estensivamente a tutto il processo l'esclusione dei legali, la difesa avrà buon gioco a par-1 lare di «manipolazione», di ! «scandalo» e di appplicazione j retroattiva di una legge per ' un processo già in corso. Se escluderà i tre legali dalla difesa dei tre imputati, il gioco ricomincerà, con lo scambio delle parti, e potrà ripetersi sette volte. Allora tutti i piani processuali verranno sovvertiti, se ne riparlerà ad autunno, la giustizia tedesca farà ridere il mondo intero. Non ! riderà l'opinione pubblica tedesca — tendenzialmente avversa agli imputati (il cui processo costerà alcuni miliardi) — la quale chiede che «venga fatta giustizia al più presto». Tito Sansa espresso la sua disponibilità a « trasferire la sovranità del territorio sahariano nel più breve tempo possibile ». L'annuncio è stato diramato al termine di una riunione fra il Generalissimo Franco ed il gabinetto. (Ap) Liberati in cambio di Lorenz Lo Yemen non consegna i cinque anarchici a Bonn Berlino, 23 maggio. Lo Yemen del Sud ha respinto la richiesta avanzata dal governo della Repubblica tedesca federale, di procedere all'estradizione dei cinque anarchici posti in libertà in cambio della liberazione di Peter Lorenz. La notizia è data dall'agenzia tedesca orientale Adn, che dice di a-1 verla appresa dall'ambascia- j ta dello Yemen del Sud a Berlino Est. Il governo dello Yemen meridionale ha detto che gli anarchici, su richiesta delle autorità locali, hanno lasciato il Paese. Non si sa però dove i cinque si siano trasferiti. Il rapimento di Lorenz risale a febbraio. L'uomo politico ha riottenuto la libertà dopo sei giorni di detenzione grazie al fatto che il governo di Bonn, piegandosi alle richieste dei rapitori, ha accettato di scarcerare e lasciar espatriare cinque anarchici detenuti in carceri tedesche. Lorenz, che fa parte della Democrazia cristiana, fu eletto in quei giorni al Sena- | to di Berlino Est. (Ap) l Andreas Baader