Baronchelli è sfuggito a una congiura al Giro di Maurizio Caravella

Baronchelli è sfuggito a una congiura al Giro Battaglin lo attacca, nessuno collabora Baronchelli è sfuggito a una congiura al Giro Col veneto avrebbero dovuto scattare Conti e Galdos, che si sono tirati indietro - Al mattino vince Perurena, al pomeriggio De Vlaeminck (Dal nostro inviato speciale) Potenza, 23 maggio. Una tappa che apparentemente non dice quasi nulla, ma che In realtà dice mollo. Non dice quasi nulla perché a Padula vince allo sprint lo spagnolo Perurena davanti a quattro italiani di secondo piano, mentre a Potenza, nella se- conda frazione, il belga De Vlae- \ minck — esattamente come ieri a Castrovillari — precede in volata il connazionale Van Linden e tutto Il gruppo. Dice molto, invece, perché stamane è stalo organizza to un vero e proprio complotto I contro Baronchelli, che non è ca-1 duto nella rete più per demerito | dei suoi ^nemici» che per merito ; proprio. Volevano dargli un colpo' che avrebbe anche potuto essere da k. o., ma non ne hanno avuto la forza. Dunque: sveglia intorno alle cinque e mezzo, corridori che si presentano al via con gli occhi ancora pesti di sonno. Solitamente, queste sono semi tappe inutili (o forse utili solo a Torriani, sussur ra qualcuno). Ma possono diven- tare pericolose per i colpi a sorpresa. Battaglin si fa inassaggiare più del solito, è irrequieto. Ha deciso che attaccherà subito dopo il via, quando nessuno se l'aspetta: mica per prendere la maglia rosa: soltanto per mettere nei guai Ba ronchelli che è il suo rivale nume ro uno. Il piano è questo: Battaglin de ve andare subito in fuga con Ber toglio (il malinteso di Campobasso è dimenticato da un pezzo). Conti e Galdos devono accodarsi. La semitappa è breve, con tre squadre a frenare il gruppo Baronchelli — che non ha molti amici in mezzo al plotone — potrebbe trovarsi in difficoltà. E infatti, appena viene abbassata la bandierina, Battaglin si mette a pedalare come se il traguardo fosse II, a cento metri. E Bertoglio. ubbidiente, si accoda subito. Qualcuno pensa che siano matti e scuote la testa facendo un gesto con la mano molto significativo. Baronchelli non si muove. Gimondi neanche. Eppure Battaglin e Bertoglio non hanno parenti da salutare, dove vogliono andare? Ma i piani di questo genere, per funzionare, devono essere rispet tati fin nei minimi dettagli, e in vece subito qualcosa s'inceppa Battaglin si volta, spera di vedere Conti e Galdos, ma al posto loro arrivano Fabbri e Oliva. Due intrusi, loro col complotto non c'entrano: ma son li, mica si può mandarli via. Battaglin insiste, spera ancora, dopo pochi chilometri il vantaggio del quartetto è già di un minuto. Galdos intanto cerca di sganciarsi, allunga, ma ormai Baronchelli e Gimondi hanno \ capito tutto, figuriamoci se lo lasciano andar via. Lo spagnolo prova ancora con Conti, in salita, ma subito Panizza. Baronchelli e altri son li. a ruota. E dopo una ventina di chilometri. Battaglin rallenta e il quartetto si fa riprendere. Senza rinforzi, la partita è persa, ormai. All'arrivo. Battaglin dirà: «Se fossero entrati nella fuga Conti e Galdos. oggi qualcuno avrebbe tremato ». E Baronchelli, che si sente fischiare le orecchie: « Avrei preferito che il ricongiungimento fosse avvenuto più tardi, cosi Battaglin là davanti avrebbe faticato il doppio. Congiure contro di me? Non so: ma se sono tutte cosi, le I congiure, facciano pure». Insorti■ ma, è guerra aperta: un trionfo di Baronchelli al Giro d'Italia laiebbe tare un passo indietro a tutti gli altri ed è chiaro — anche se j spiacevole — che molti corrono Innanzitutto per far perdere Cibi. ; Intanto, continua il festival degli stranieri, a dimostrazione che j questo Giro d'Italia, per ora è ; malato di esterofilia acuta. Dopo Il ricongiungimento del gruppo I con /'/ quartetto di Battaglin. nasce una tuga con Perurena. Riccomi. Bertoglio. Bellini e Chinetti. ! Dietro, cadono Zilioli. Sa/m el Venturato: i primi due se la cava- j no con poco. Venturato invece ha ferite multiple. Ha picchiato la testa e dev'essere ricoverato all'ospedale in stato di choc (ma si sa-1 prà in serata che non è nulla di grave). Volata a cinque, e. naturalmente, vittoria dell'unico straniero. Perurena. C'era da scommetterci. Anche nella seconda semitappa sono gli stranieri a farla da padroni. Prima lugge un colombiano (Rodriguez) In compagnia di uno svizzero (Saint). Poi i due vengono raggiunti da un gruppo comprendente tutti I migliori eccetto Zilioli. Bitossi e Paolini, che però alla fine si accodano. E la volata, come al solito, è una questione tra fiamminghi: primo De Vlaeminck, secondo Van Linden. Basso arriva 58", in un gruppetto staccato di quasi sette minuti, però continua a dire di aver lede, perché lui pedala veramente forte. Certo, certo, aspettiamo. Ieri, a parte una grossa biscia che per poco non si attorcigliava alle ruote di Gimondi, e un cane che si è messo a gironzolare nei pressi della linea d'arrivo facendo temere un capitombolo collettivo (dopo quello di Mori, avvenuto in precedenza), non è avvenuto assolutamente nulla. Vittorio di De Vlaeminck allo sprint, come da copione, con I nostri alla disperata ricerca di scuse che non esistono. Otto traguardi, un solo successo. E non c'è Merckx. Meno male, bisognerebbe dire a questo punto. Domani ottava tappa, con l'Agerola e il Monte Faito. Se c'è qualcuno dei nostri che ha coraggio, si faccia avanti. Ma. a parte Battaglin, chi ha coraggio? Maurizio Caravella

Luoghi citati: Agerola, Campobasso, Castrovillari, Italia, Mori, Potenza