Rapito un industriale di Cuorgnè

Rapito un industriale di Cuorgnè Non è rincasato l'altra notte, ieri la moglie ha dato l'allarme Rapito un industriale di Cuorgnè E' contitolare di due fornaci per laterizi, di un'azienda di arredamento e di un negozio - In totale una trentina di dipendenti Non è ancora arrivata la richiesta di riscatto: «Ma — dicono i familiari — restano pochi dubbi» - Aveva trascorso la serata con amici - Alle due è giunto fino al cancello della sua villa: qui è stata ritrovata l'auto - Da quel momento è scomparso Un industriale di Cuorgnè è scomparso dalla scorsa notte: con ogni probabilità, rapito. I banditi lo hanno atteso nell'ombra: quando è sceso dall'auto lo hanno aggredito, forse colpito. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. La moglie si e insospettita all'alba, quando ha scoperto che non era rincasato. Ha dato l'allarme ai carabinieri. Per il momento non risulta che i rapitori si siano fatti vivi con qualche telefonata. Si chiama Mario Ceretto, ha 46 anni. Sposato, con tre figlie, è contitolare di due fornaci per laterizi, di un'industria che produce materiali per l'arredamento e di un grosso negozio di articoli in plastica e gomma. In tutto circa 30 dipendenti. Dal '52 si interessa attivamente della politica locale, come esponente del partito liberale Per le prossime elezioni amministrative si è presentato come capolista del gruppo «Indipendenti cuorgnatesi». La moglie, Maria Teresa Falletti, 44 anni, ricorda: «E' uscito giovedì sera verso le 22. MI ha detto che sarebbe rincasato piuttosto tardi. Doveva incontrare alcuni amici, per discutere dei suol impegni di politica e per lavoro. Mi sono accorta della sua scomparsa verso le 8 di mattina, quando stavo per accompagnare le figlie a scuola». Mario Ceretto, dicono gli amici, si è fatto «tutto da solo». Il padre, Giuseppe che ha ora 79 anni e vive con il figlio in una lussuosa villa alla periferia del paese, in via Camposanto 4, aveva aperto un negozio di plastica e gomma una trentina di anni fa. L'attività si è ingrandita però con l'apporto determinante del figlio Mario. Il padre da alcuni anni si è ritirato dagli affari, Mario Ceretto si è interessato del settore edilizio, inserendosi come socio in alcune piccole aziende: due fornaci, una a Rivarolo, in strada Torino 56, l'altra a Castellamonte. Una quindicina di operai complessivamente. Ma attualmente — dicono i parenti — le due aziende attraversano un momento difficile, in relazione alla crisi edilizia. Da un anno il Ceretto è anche contitolare deH'«Edilca - edilizia canavesana», un'azienda che produce materiali per l'arredamento. La famiglia ha però mantenuto e ampliato il vecchio negozio paterno, in via Torino 13, a poche decirf: di metri dalla piazza principale di Cuorgnè. E' un ampio locale dove si vendono articoli sportivi e materiale di plastica e gomma. Sette anni fa si è iniziata la costruzione della villa ove ora abitano i Ceretto: la costruzione è circondata da un ampio parco, con piscina. «Una famiglia felice — dicono un po' tutti in paese — rispettata ed amata». Mario Ceretto è uscito di casa giovedì sera alle 22. Venti minuti dopo ha raggiunto il «Bar Tavernetta», in via Michelangelo 2, all'angolo con via Torino. La titolare, Fernanda Volpini, ricorda che si è seduto ad un tavolo apparta¬ to: «C'erano altri due o tre signori. Hanno discusso lino a tardi. Poi è rimasto solo con un giovane». Era il geometra Gianni Berta, 28 anni, Salassa, via Chiaventone 19, che racconta: «Prima si è parlato di politica. Con noi c'erano altri amici, l'ingegner Beltramo e il dottor Seren Rosso, di Cuorgnè. Poi siamo rimasti solo noi due. Era quasi luna. Siamo usciti poco dopo. Il locale stava chiudendo. Ci siamo attardali in i lstrada, per quasi un'ora. Noi due nsoli. Il Ceretto mi ha parlato di alcuni suoi impegni di lavoro. Ab- biamo chiacchierato un po', poi \ mlui mi ha salutato, per rincasare» li geometra Berta ricorda che era no quasi le due. Dal «Bar Tavernetta» a via Camposanto 4 ci sono circa tre chilo- metri. Si attraversa la piazza principale, poi si sale verso l'e-j sterno. Mario Ceretto deve avere i raggiunto la sua abitazione verso ! le 2 e 10, al volante della «Citroen | Ami 8» della moglie. Ha posteg- j giato la vettura un metro oltre il j cancello bianco della, villa. Non ha neppure avuto il tempo per richiudere la vettura. I carabinieri avanzano due ipotesi: i banditi lo hanno aggredito mentre scendeva, forse mentre era chino sulla serratura, oppure hanno affiancato la vettura con un'altra auto, bloc-, candola, e costringendo l'indù- j striale a scendere. ; In entrambi i casi probabilmen- ■ te non ha potuto opporre resi- i stenza: nessuno ha sentito grida-! re, invocare aiuto. Alcuni vicini: ha'nno ricordato ieri di avere udi- i ti il latrare di un cane di una vii-1 1ì; vicina. «Erano le 2,20 circa», \ hanno precisato ai carabinieri. Da quel momento non si sa più nulla dell'industriale. La moglie si è alzata verso le 7. «Ho svegliato le tre figlie, Luisa, Anna e Lucia, di 10, 14 e 18 anni. MI sono subito accorta che mio ' marito non era rincasato. Non mi sono allarmata, ho pensato avesse avuto degli impegni urgenti di lavoro. Certamente, mi sono detta, ha avvisato qualcuno». La donna è uscita con le tre ragazze, per por-: farle a scuola. La più piccina trequelita la quarta elementare, le '. altre due l'istituto per ragionieri. '. I primi sospetti — ammette la donna — li ha avuti quando ha trovato la sua auto {sapeva che il marito l'aveva usata la sera prima), con le portiere aperte. Spiega: «Di solito chiude la vettura e lascia le chiavi sul tavolo, nell'Ingresso. Questa volta non c'erano». | Per non impressionare le tre ragazze ha preso dal garage l'altra vettura, quella dell'industriale, una Bmw, e con questa ha rag- ' giunto la scuola. «Poi sono rincasata, ho fatto alcune telefonate agli amici. Il geometra Berta mi ha detto di avere lasciato mio ma- \ rito verso le 2, pochi minuti pri- c]£ HncarasseT'itora fto ara- S j0 un presentimento. E sono an- \ data dai carabinieri». ! E- stat0 dat0 i'ai|arme. Mobile e carabinieri hanno iniziato le in-1 dagini. Mentre le ore passavano si j è fatta sempre più consistente l'i- \ potesi del sequestro. Anche se I amo- Maria Teresa Falletti, la moglie, ! non vuol crederci: «Non può essere, non abbiamo mai fatto male a j nessuno, perché ci hanno colpiti a c°si duramente?» e-j I parenti si sono messi in conre i tatto ieri pomeriggio con due leo ! gali: l'avvocato Alcide Dogliotti, n | di Torino e Roberto Cotellero di g- j Cuorgnè. Dicono: «Per ora nessu il j na telefonata, quindi non possta n mo confermare l'ipotesi del se er ri o a, ro questro, anche se restano pochi dubbi. Le indagini di polizia e carabinieri sono in questo senso. Le condizioni dei Ceretto, sotto l'aspetto economico-finanziario, escludono particolari elementi di c-, ricchezza. Mario Ceretto è un pie ù- j colo industriale, a livello locale. ; Non dimentichiamoci che è socio n- ■ e contitolare nella misura del 20 i- i Ver cento delle due fornaci. Per a-! Quanto riguarda l'azienda di Cuorni: °nè, la Edilca, si tratta di un'inii- i ziativa recentissima, Iniziata circa i-1 «« anno fa. e ancora in fase orga», \ nizzativa e di sviluppo». Da a Ezio Mascarino Nicola Carruozzo L'industriale Mario Ceretto con la famiglia: è un esponente liberale, capolista di una formazione indipendente nel suo paese - La moglie, Maria Teresa - La figlia maggiore, Lucia, sorretta da un parente

Luoghi citati: Bar Tavernetta, Castellamonte, Cuorgnè, Rivarolo, Torino