Fa saltare per aria la casa col gas e si avvelena: "Diseredo i parenti,.

Fa saltare per aria la casa col gas e si avvelena: "Diseredo i parenti,. Operaio di Noie, si sentiva perseguitato dai cognati Fa saltare per aria la casa col gas e si avvelena: "Diseredo i parenti,. Ha costruito un congegno per far esplodere cinque bombole di gas - Sventrato l'alloggio dall'esplosione - Trovato rantolante con il testamento : "Lascio tutto all'ospizio" Aveva paura che 1 parenti gli portassero via la casa ed ha preferito farla saltare in aria con il gas di cinque bombole ed un rudimentale detonatore ad orologeria. Poi ha fatto testamento (lasciando tutto all'ospizio), ha scritto una lettera di scuse 2al maresciallo dei carabinieri ed ha tentato di uccidersi ingerendo un bicchiere di insetticida. Ora è all'infcrmeria delle « Nuove », fuori pericolo, accusato di « disastro doloso ». L'ai loggio In contestazione e semi- distrutto, 1 parenti (che abitano al piano supcriore) sono scampati per miracolo alla morte. E' accaduto giovedì a Noie Canavese, in una palazzina in via Grazioli 73. Qui, al primo piano, c'è l'alloggio di Carlo Fornelli, 63 anni, operaio meccanico. Da un anno e mezzo vive separato dalla moglie, Maria Spaolonzi: la loro è stata una convivenza difficile, piena di continui litigi fino al giorno in cui la donna ha deciso di andare ad abitare per conto proprio. Al secondo piano della casa del Fornelli è rimasta la sorella della Spaolonzi, Elisabetta di 48 anni, bidella, con il marito Bernardo Brachet, 50 anni, pure bidello, ed il figlio Bruno, 19 anni, studente. In un'ala della casa, al pian terreno, abita un altro figlia, Fulvio di 27 anni, con la moglie Caterina Mlcheletta ed un bimbo di 16 mesi, Fabio. Per anni il Fornelli ha litigato con i parenti per motivi di interesse. Lui sosteneva che gli volevano portare via la casa, che gli avevano sottratto dei terreni, che la cognata faceva di tutto per mettere discordia fra lui e la moglie. Due volte Elisabetta Spaolonzi aveva presentato querele ai carabinieri nei confronti del cognato. Ultimamente si era rivolta ad un avvocato per ottenere dal tribunale la spartizione della casa. « Era una vita impossibile — racocnta — /atta di minacce continue. Una volta ha messo persino del grasso sulle scale per farmi scivolare. Negli ultimi tempi ripeteva sempre che voleva farci saltare per aria ». Giovedì mattina Carlo Fornelli, con una sveglia e dei fili elettrici, costruisce un rudimentale detonatore: il congegno, regolato sulle 11,15, provocherà una scintilla. Prima di uscire di casa l'uomo sistema cinque bombole di gas liquido nelle stanze dell'alloggio e ne apre i rubinetti. Il gas defluisce nei locali formando una pericolosissima miscela detonante. Al pian terreno Caterina Mlcheletta avverte l'odore di gas e telefona alla suocera, preoccupata: si ricorda che il Fornelli ha minacciato di far esplodere tutto ed ha paura. Viene avvertito anche Bernardo Brachet, bidello alla scuola di Mathi, che rientra a casa. Mentre sta per varcare il portoncino, l'alloggio esplode. L'uomo viene scaraventato nel giardino mentre dalla casa si levano le fiamme. Lo scoppio ha distrutto le pareti interne, ma fortunatamente l'ondata dell'esplosione si è sfogata attraverso le finestre. Gli alloggi attigui non hanno subito danni rilevanti. Il Brachet è incolume, la Mlcheletta se la cava con una grande paura. Accorrono i vicini, i carabinieri di Ciriè, i vigili del fuoco. Le fiamme vengono spente. Fra le macerie si trova la sveglia con i contatti elettrici. I carabinieri cercano allora Cario Fornelli. Lo trovano a un centinaio di metri dalla casa, a bordo della sua « 500 ». Pronuncia frasi sconnesse, si regge in piedi a fatica. Dice di essersi avvelenato. All'ospe¬ ddtentlcavlcUd9lTNpa2alclmmdigprnsrNrtsvc dale di Ciriè gli fanno la lavanda gastrica, poi lo portano al centro rianimazione delle Molinette e, alle 20, in carcere. « Mi hanno rovinato, mi hanno preso tutto », continua a ripetere fra le lacrime. In tasca ha tre buste. In una c'è il testamento: tutti i suoi averi — alloggio compreso — dovranno andare alla casa di ripo¬ so di Noie. C'è anche un lascito per un amico, Adriano Merlo Pich: 300 mila lire e la chiave di una cassetta di sicurezza. Nella terza busta, diretta al maresciallo di Ciriè, il Fornelli si scusa per il suo atto, ne chiarisce i motivi e « prega » l'Istituto per la previdenza sociale di non girare la pensione alla moglie. g. b. Carlo Fornelli dall'ospedale è stato trasferito in carcere - La deflagrazione ha fatto crollare i muri interni della villa

Persone citate: Adriano Merlo Pich, Bernardo Brachet, Brachet, Carlo Fornelli, Caterina Mlcheletta, Elisabetta Spaolonzi, Maria Spaolonzi

Luoghi citati: Ciriè, Mathi, Noie Canavese