Baader-Meinhof: il processo è sospeso si deciderà sugli avvocati estromessi di Tito Sansa

Baader-Meinhof: il processo è sospeso si deciderà sugli avvocati estromessi Colpo di scena, la prossima udienza il 30 maggio Baader-Meinhof: il processo è sospeso si deciderà sugli avvocati estromessi 1 tre legali erano stati espulsi con l'accusa di complicità, ma solo per un imputato ciascuno (potranno difendere gli altri) - Per entrare nel "tribunale-fortezza" lunghe e minuziose ispezioni ( Dal nostro inviato speciale I Stoccarda, 21 maggio. Colpo di scena al processo Baader-Meinhof, cominciato stamane nella « fortezza » di Stammheim. Il rappresentante della pubblica accusa, Wunder, e non i difensori (come era previsto), ha chiesto che il procedimento venga interrotto e rinviato a venerdì 30 maggio. Durante questo periodo un'altra corte di Stoccarda dovrà decidere se i tre avvocati di Andreas Baader (Croissant, Groenewold e difesa del loro mandante, sotto l'accusa di complicità, possano o no difendere uno ciascuno gli altri tre impu- Stroebere), estromessi dalla tati. Questa richiesta era | stata presentata dalla dife- sa, la quale scoperta una falla nelle ordinanze che vietavano ai tre di curare gli interessi di Andreas Baader, ma non quelli degli altri (un'autentica ingenuità), vi ha immediatamente fatto breccia. La richiesta di riammette-re i tre avvocati di sinistra è stata respinta dalla corte presieduta da Theodor Prin- zing, così come pure sono state respinte le richieste di allontanare i tre agenti di polizia che seggono in mez- zo agli imputati, affinché essi possano parlare indisturbati tra di loro e con gli avvoca- ti e quella di lasciare che i , quattro possano intrattener- si tra di loro durante le pau- se. L'esordio della corte non | è stato dei più felici, più voi- j te il presidente Prinzing si è lasciato attaccare e sopraffare dagli avvocati assai agguerriti. Il fatto che proprio l'accusa si trovi questa sera d'accordo con la difesa e chieda un chiarimento giù-1 1 ridico ad un altro tribunale • non depone certamente a fa- j ! vore dei magistrati che do- : vranno giudicare i quattro | i accusati di terrorismo. i | Alle 9 in punto, dopo che : ! tutti i fotografi e i cineope-1 | ratori erano stati allontana-1 Iti dalla sala — su richiesta [| esplicita dei quattro imputa- ti — Ulrike Meinhof, Gudrun ì I Ensslin, Andreas Baader e j ; Jan-Karl Raspe, nell'ordine. • ! hanno fatto il loro ingresso \! sul fondo a destra, ciascuno I assicurato per il polso a un ! agente. Faceva impressione j il loro pallore, nella sala pie- j : na appena a metà di giorna-1 listi e di pubblico (perché le j ; visite corporali duravano an-1 i cora, gente arrivata un'ora i prima stava ancora venendo ' perquisita) ' | La quarantenne Ulrike, la [più vicina al pubblico, dal I! quale era separata da una la- Istra di vetro, aveva i capelli !i bruni raccolti in due trecce, indossava un maglione grigio e jeans azzurri, portava occhiali di tartaruga. Alla sua I destra Gudrun Ensslin, con i Ibiondi ciuffi ribelli che cade- !vano sulla fronte, tutta in ne- ro e perciò ancor più cerea ! accanto ad un gigantesco agente rossiccio; poi Andreas Baader, in maglione verde-oliva e pantaloni di fustagno marrone, i capelli neri ben tagliati e le basette lunghe e folte che gli incorniciavano le orecchie («Bellissimo, somiglia a Rodolfo Valentino», ha commentato una giornalista francese), ultimo, il più vicino alla parete di fondo, JanKarl Raspe, con gli occhiali neri e i baffi spioventi sul volto inagrissimo. Si sono seduti j tranquilli come se fossero ! spettatori e non protagonisti | di questo processo, con l'aria incuriosita. Salvo Baader, gli; altri tre apparivano segnati da tre anni di detenzione pre- | ventiva. Entra la corte, i quattro si I alzano rispettosamente. Poi comincia l'attacco dei quattro avvocati di fiducia (che non scambiano neppure una parola con gli otto avvocati designati d'ufficio). A raffica. L'avvocatessa Becker legge una lettera di accusa alla «magistratura fascista» invia- ta dall'avvocato Haag, datosi alla macchia una settimana fa, l'avvocato von Plottnitz accusa la magistratura di ave re «manipolato» le leggi e chiede un tribunale presiedu- to da un generale e assistito da ufficiali, l'avvocato Schily scatta: «O fate entrare i no- stri colleghi, o chiudiamo su- bito bottega». Risponde il P.m., annuncia che denuncerà i legali all'Ordine degli avvo cati, i difensori dicono: «Non ei lasciamo intimidire» Sono Più che scaramucce, gl'impu tati ridono e chiacchierano scherzosamente tra di loro, Poi — di colpo — dopo la rl chiesta formale di riammette re con altre funzioni i tre le gali esclusi per «sospetta complicità», i quali già aspet tano fuori nel sole, interven gono, benché non interrogati, Andreas Baader e Ulrike Meinhof per zittire gli avvocall nominati d ufficio. «Non avet* nul}a da dire personag- , Meinhof. la quale definisce <<sab°aegi°» ti guasto tecm c0- tutt0- La corte 51 nuni' gi ridicoli», grida Baader, rimanendo seduto perché i microfoni non funzionano; «Siete strumenti dell'accusa, senza competenza», incalza la sce e accetta il rinvio proposto dal pubblico ministero. La giornata era cominciata molto presto. Alle 7,30 già i giornalisti erano in coda dinnanzi ai cancelli, dopo aver passato tre posti di blocco. Ma soltanto ora cominciava la «via crucis». Dinnanzi ad un'altra porticina riservata al pubblico, un centinaio di persone non di più: pensionati, donne di casa, soltanto quattro o cinque giovani. Era il momento dei controlli totali { per i privilegiati ammessi neli la «fortezza», sulla cui faccia I ta spicca in una bacheca d'ot] tone una comunicazione che i ] j I Tito Sansa (Continua a pagina 2 in settima colonna)

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