Parigi: passerà per l'Iran il nuovo dialogo con l'Opec di Alfredo Venturi

Parigi: passerà per l'Iran il nuovo dialogo con l'Opec Si tenta il rilancio della conferenza petrolifera Parigi: passerà per l'Iran il nuovo dialogo con l'Opec (Nostro servìzio particolare) Parigi, 19 maggio. La diplomazia francese lavora attivamente per rilanciare una delle sue iniziative predilette, quella conferenza fra produttori e consumatori di petrolio che è uno dei cardini della strategia giscardiana. Indicazioni provenienti da vane fonti fanno ritenere che la prospettiva di rilancio sia :eale. Con una dichiarazione della settimana scorsa, il segretario di Stato americano Kissinger ha fatto sapere che gli Stati Uniti sono disposti ad ammorbidire la loro posizione sui due problemi-chiave dell'indicizzazione del prezzo del petrolio e del collegamento fra questo tema propriamente energetico e quelli generali dei corsi delle materie prime. Da Teheran si apprende che rappresentanti americani, fiancesi, sauditi ed europei (delle comunità di Bruxelles) hanno discusso con gli iraniani i modi della ripresa di un dialogo che il fallimento della conferenza preparatoria, cinque settimane fa, aveva ricacciato in altomare. Questa mattina è arrivato a Parigi lo scià, che completa la sua visita ufficiale negli Stati Uniti con un soggiorno «privato» in Francia. Ma questo soggiorno privato comprende un pranzo all'Eliseo, domani sera: e si dà per scontato che i due capi di Stato palleranno, appunto, dell'eventuale rilancio della conferenza. E' chiaro che, in questi giorni di bilanci diplomatici legati allo scadere del primo anno della presidenza Giscard, i francesi | sperano di correggere quella voce negativa che nel bilancio rappresenta appunto il fallimento della preconferenza di Avenue Kléber. Certo, l'impresa resta difficile. Intanto occorrerà probabilmente aspettare l'incontro aei produttori Opec, previsto per il 9 giugno a Libreville, nel Gabon. In quell'occasione, j paesi petroliferi potrebbero decidere di ritoccare il prezzo del petrolio. E' vero che gli stessi Paesi avevano deciso a suo tempo di «congelare» il piezzo per i primi nove mesi di quest'anno, cioè fino a settembre compreso, ma è anche vero che si erano riservati la possibilità di adottare un meccanismo correttore che compensasse le perdite subite in seguito allo slittamento del dollaro. Inoltre bisognerà che un punto d'incontro sia raggiunto fra i due contrastanti atteggiamenti a proposito del rapporto fra problemi dell'energia e problemi delle materie prime. La preconferenza fallì proprio su questo punto: da una parte c'erano i «consumatori ricchi» (Stati Uniti, Cee, Giappone) che volevano una conferenza il più possibile «energetica», dall'altra i produttori di petrolio (Iran, Algeria, Arabia Saudita e Venezuela) che assieme ai «consumatori poveri» (Brasile, India, Zaire) invocavano un ordine del giorno che ponesse i due gruppi di questioni su un piano di assoluta parità. Nonostante i passi compiuti dalle due parti nella direzione rispettivamente contraria, mancò il compromesso finale, e la notte fra il 15 e il 16 aprile l'ambasciatore francese Louis de Guiringaud, presi dente tecnico della preconfe-1 renza, non potè che constatarne il fallimento. Il nuovo «ammorbidimento» annunciato da Kissinger, l'attivismo diplomatico francese, la maggior cautela dimostrata dai produttori in presenza di una congiuntura petrolifera di tipo globalmente recessivo, saranno sufficienti per riannodare il dialogo? Alfredo Venturi Pahlavi

Persone citate: Kissinger, Louis De Guiringaud, Pahlavi