Due volti dell'America si scontrano nello stadio

Due volti dell'America si scontrano nello stadio PRIME SULLO SCHERMO Due volti dell'America si scontrano nello stadio Quella sporca ultima meta di Robert Aldrich con Burt Reynolds, Eddie Albert, Ed Lauter, Mike Conrad. Stati Uniti, colori. Cinema Corso. (s. c.) Crudele fino al massacro, una partita di «football americano» è la metafora dello scontro ideologico frontale della vecchia contro la nuova America. Da una parte le guardie di custodia di un carcere, dall'altra un mucchio di delinquenti disperati, reietti ansiosi di riscatto, di un'affermazione che valga un momento di dignità. Non si tratta di una gara o di un gioco. E' la lotta fra due classi (tra i detenuti militano anche un pellerossa e alcuni negri) carica di significati rivoluzionari che si trasforma presto in una battaglia per la sopravvivenza, senza esclusione di colpi. Questi mostri deformati dalle imbottiture, con elmi da gladiatore, si spaccano le ossa sotto lo sguardo preoccupato del direttore della prigione, che vede vacillare la sua autorità, mentre tra la folla e nel radiocronista cresce la simpatia per la rabbiosa volontà dei galeotti. Alla fine, con un eccezionale exploit del loro campione, riusciranno a vincere. Ma l'apparente ottimismo di Aldrich rivela amari risvolti beffardi. La vittoria è controllata dai fucili mitragliatori delle guardie ai lati del campo. Oppressori e oppressi si affrontano tra le solide mura di un carcere che è comune. La storia comincia quando ! un ex giocatore professionista di «foot-ball americano» finisce in prigione per resistenza a pubblico ufficiale e furto d'auto. Il direttore è un fanatico di quello sport e finanzia una squadra composta da giganteschi secondini. L'ex campione, costretto con ricatti e violenze d'ogni genere, accetta di allenare gli aguzzini, alla vigilia del campionato, mettendo insieme una sgangherata formazione di detenuti. L'impresa non è facile. Le resistenze e le diffidenze per il giocatore, che anni prima aveva venduto la sua squadra agli avversari, sono molte. Ma la voglia di rompere i denti alle guardie riesce a coagulare un gruppetto di temibili delinquenti che si preparano alla partita con zelo e tecniche da guerriglieri. Il direttore vuole, per la sua compagine, una semplice «passeggiata» di allenamento e il capitano dei detenuti, sotto la minaccia di passare il resto dei suoi giorni in galera, accetta le imposizioni. Sul campo, però, non tradirà per ! la seconda volta. Tra i sinistri scricchiolii delle ossa dei suoi compagni, l'ex campione ha una fiammata d'orgoglio e porta la squadra alla vittoria. Amara soddisfazione dell'onore in cambio di una libertà col compromesso. E' un cinema potente che esprime in immagini realistiche, inquietanti, la violenza di una società americana dilaniata dalle contraddizioni, sconvolta da scontri sociali ai quali né il benessere standardizzato né l'opulenza dei consumi riescono più a fornire miti abbastanza robusti. Sugli esempi stilistici dei Nichols, dei Peckinpah, degli Spielberg, degli Scorsese, dei Boorman, e di tanti altri registi della nuova generazione statunitense anche il vecchio Aldrich (Prima Linea, Il grande coltello, Il volo della Fenice) ha raccontato una storia cruda con un linguaggio diretto, aggressivo. La macchina da presa si muove con la precisione di un bisturi che penetra nelle pieghe sociali e psicologiche impietosamente. I caratteri, l'intreccio, la costruzione drammatica e spettacolare della vicenda rivelano senza alcun pregiudizio intellettualistico il piacere di raccontare una storia. Aldrich non vuole modificare le architetture del racconto cinematografico (le inquadrature frantumate sono cose vecchie e già viste) ma prosegue il suo impegno nella ricerca di una scrittura, di un lessico adeguati alla durezza dei fatti. E l'operazione riesce a tratti con rara efficacia (la partita di foot-ball è un pezzo da antologia).

Luoghi citati: America, Stati Uniti