Media Peyron sotto inchiesta

Media Peyron sotto inchiesta Media Peyron sotto inchiesta Due ispettori mandati dal ministro per accertare i motivi di tensione e la fondatezza delle accuse a una professoressa Il ministro della Pubblica Istruzione ha ordinato due inchieste per le vicende della media Peyron, che abbiamo illustrato una settimana fa. Il dott. Andreolo, ispettore giunto da Roma giovedì scorso, ha già cominciato la prima indagine. «Sarò a Torino anche net prossimi giorni — ha dichiarato — per esaminare tutti gli episodi della polemica Ira preside e Consiglio d'istituto. A questo punto non mi sarebbe possibile, anche se lo volessi, anticipare conclusioni che devo ancora trarre. Quanto al caso della insegnante di francese sospesa per cautela, sarà un ispettore mio collega a occuparsene: so che dovrebbe arrivare a Torino martedì ». Grazia Panazza, la professoressa di francese (sei classi, 150 allievi, accusata dal preside di sospetto plagio, adunata sediziosa e oltraggio a pubblico ufficiale) ha affidato a due avvocati, un amministrativista e un penalista, l'Incarico di tutelarla. Afferma: «Sono serena malgrado l'enormità delle accuse che mi sono state rivolte. Non solo aspetterò con fiducia, ma chiederò il giudizio della magistratura su una serie di comportamenti illegittimi messi in atto alla "Peyron" ». Trentacinque insegnanti della scuola e 11 rappresentanti del personale non docente hanno sottoscritto una lettera a La Stampa, ritenendo non veritiero il quadro della situazione apparso sul nostro giornale il 10 maggio. Scrivono: «Chiediamo ospitalità per presentare l'altra versione e alcune obiezioni». Questi 1 punti precisati nella lettera: «Gli alunni e i genitori della "Peyron", ad eccezione di gualche caso, non hanno mai registrato una "pre-paralisi didattica". Di tensione fra insegnanti non è il caso di parlare; a meno che il cronista non abbia inteso riferirsi a coloro che si sentono in tensione perché non riescono, con modi civili, con ragioni valide e nell'ambito delle leggi, a far condividere criteri e piani futuristici. I genitori degli alunni non ricevono informazioni indirette sulla vita della scuola, perché quasi mensilmente hanno modo di incontrarsi con tutti gli insegnanti: le informazioni, quindi dirette, non sono state mai confutate e dunque non sono state distorte». Anche 11 preside prof. Hamirez ha fatto pervenire sull'argomento una lettera-circolare a tutti 1 presidi, direttori didattici, funzionari del provveditorato e organizzazioni sindacali scolastiche della città. Nella lettera egli descrive fra l'altro «taluna gente penetrata nel consiglio d'istituto (sia pur per elezione) della media "Peyron" con assoluta volontà di fare della Scuola, una palestra di conduzione politica da dove poter spiccare il lancio per un salto qualitativo verso gli ambiti seggi parlamentari ascensionali... E' pericolosa e paurosa la convivenza nella vita amministrativa scolastica con gente che si dichiara portatrice di "ventata democratica" anziché di disordine e di travolgente scompiglio ». Il consulente di Cgil, Cisl e Uil per le vertenze sull'applicazione dei decreti delegati, avv. Guido Fubini, in una nota che prende j spunto da queste affermazioni pubbliche del prof. Ramirez, sottolinea: «L'autore della lettera non sarebbe giunto a tanto se avesse avuto coscienza di commettere il reato di offesa a pubblico ufficiale (poiché i membri del consiglio d'istituto sono pubblici ufficiali secondo la precisa definizione dell'art. 372 n. 2 del codice penale) e quello di offesa a un Corpo amministrativo (poiché i consigli di istituto sono organi collegiali della pubblica amministrazione, e cioè senza dubbio alcuno Corpi amministrativi)».

Persone citate: Andreolo, Guido Fubini, Peyron, Ramirez

Luoghi citati: Roma, Torino