Il romanzo continua: altre rivelazioni di Giulio Mazzocchi

Il romanzo continua: altre rivelazioni Il romanzo continua: altre rivelazioni Non vi è nuovo scandalo sulle Montedison all'Eni Roma, 16 maggio. L'Eni possiede certamente 4 milioni 842 mila 251 azioni della Montedison ohe non sono state poste nel «sindacato» di controllo della grande società chimica. A questa cifra esatta si giunge partendo dalle dichiarazioni rilasciate ieri in commissione bilancio alla Camera dal ministro delle Partecipazioni Statali Bisaglia. Interrompendo il deputato Peggio che «rivelava» esserci 12 milioni di azioni Eni fuori sindacato, il ministro ha infatti precisato che si tratta « solo » di 5 milioni di azioni. Il bilancio dell'Eni per il '73 (l'ultimo sinora depositato) alla voce «partecipazioni» reca l'informazione che l'Ente di Stato possedeva alla fine di quell'anno una certa percentuale d'azioni Montedison, per l'esattezza 113 milioni 532 mila 800. Dedotte quelle poste dall'Eni nel nuovo sindacato, avanzano esattamente i 4 milioni 842 mila 251 indicati, e che sono stretti parenti dei 5 milioni indicati da Bisaglia. Nella nuova vicenda non v'è quindi scandalo sempre che abbia ragione il ministro e non il deputato. Resta il fatto che un mese fa Andreotti dichiarò, alla stessa commissione, che l'Eni non aveva azioni al di fuori di quelle sindacate. Chiaramente ad Andreotti, un mese fa, era venuta meno un'informazione, non priva però di significato. Difatti sempre più col passare del tempo e con la conoscenza dei fatti, si deduce che la presenza pubblica nell'azionariato Montedison è determinante e che la «pariteticità» coi privati è inesistente. Del resto i 45 milioni di azioni Montedison poste in mano alle tre banche pubbliche Imi, lei pu. Mediobanca solo in parte so-! no diventate private, negli scorsi1 giorni. Infatti la Sai (del gruppo! Ifi-Fiat) e la Pirelli e C, hanno ac- \ quistato solo un quarto delle azio- ! ni loro offerte dalle tre banche, j La Bastogi, che ha comprato tutta j la quota offertale, è poi controlla ta da un sindacato azionario che è al 51 per cento in mano di banche pubbliche. Che cosa debba essere fatto delle azioni pubbliche Montedison, è un quesito che il ministro delle Partecipazioni, Bisaglia, ha posto ieri ad Andreotti. Il ministro del Bilancio ha infatti costituito l'annunciato comitato di ministri che deve occuparsi dei problemi chimici (sono otto e sono tutti de) e lunedì lo doterà della segreteria tecnica che deve studiare le soluzioni pratiche per il settore chimico, da sottoporre poi ai ministri. Bisaglia ha scritto ad Andreotti indicando i più urgenti problemi di settore da studiare e risolvere. I problemi indicati da Bisaglia sono: piano chimico all'85, concertazione tra tutte le aziende chimiche per eliminare doppioni negli investimenti per la chimica fine, predisposizione d'un piano di ricerca scientifica e applicata, progetto per assicurare credito alla chimica. Bisaglia aggiunge che va studiata la «collocazione dei ti toll Montedison di proprietà pubblica» ma, aggiunge, occorre prima «una fase rlcognitiva». Sembra quindi impossibile che il joverno — se questa degli studi sarà la via seguita — possa presentarsi al dibattito della Camera di martedì con una risposta definitiva alle domande che vengono poste dalle mozioni parlamentari. Tenuto conto che il governo intende effettuare uno studio (a meno che il presidente Moro non decida di accorciare i tempi), perde di rilievo la notizia che oggi Bisaglia ha ricevuto l'avvocato Sette, presidente scaduto da un anno dell'ente di Stato Efìm, il quale è il candidato più ben visto per la presidenza dell'Eni. Ma come può essere decisa la sostitu zione dell'ingegner Girotti (presidente scaduto e dimissionario dell'Eni), se non vengono prima pre¬ se le decisioni sulle strutture dell'Eni? Le decisioni riguardano sia la collocazione delle azioni Montedison dell'Eni, sia la costituzione, o meno, di un «commissario per l'energia», che avrebbe competenze anche sull'Eni. La situazione a livello di decisioni di governo è tale che, nonostante la richiesta a far presto presentata ieri a nome dei deputati de da Ferrari Aggradi, difficilmente qualcosa apparirà risolto prima o nel corso del dibattito di martedì alla Camera sulle Partecipazioni Statali. E' del resto possibile che, in quella sede, il governo dichiari di volersi comportare se- condo le indicazioni che scaturì-ranno dal dibattito, al cui termine vi sarà una votazione. Oltre allemozioni socialista e comunista, ne sono state presentate oggi dal pli e dal psdi. Quest'ultima è soprat- tutto interrogativa, chiede peròanche una riforma delle Parteci- pazioni entro la fine dell'anno. La mozione liberale ha vari punti di contatto con quelle del psi e del pei. Anch'essa, come le altre già presentate, si muove dal presupposto dell'importanza del I settore delle imprese pubbliche. Il suo punto principale sembra essere la richiesta che «le nomine ai ' posti di maggiore responsabilità nelle aziende pubbliche siano as- \ soggettate a preventivo parere di una co?nniissione parlamentare». Il pri ha discusso stasera il problema nella sua direzione, che si concluderà domattina con la stesura di una mozione. La sua es¬ ; senza è la richiesta di soluzione . del caso Egam. Un deputato de ha ! annunciato come «quasi certa» , una mozione del suo gruppo par i lamentare. Le forze di governo, ! quindi, vanno al dibattito parla I mentare ciascuna per suo conto, ! | Giulio Mazzocchi

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