Lo scontro in aula tra Loi o Santoro di Gino Mazzoldi
Lo scontro in aula tra Loi o Santoro Lo scontro in aula tra Loi o Santoro Milano, 16 maggio. Altra movimentata udienza quest'oggi in corte d'assise al processo contro Vittorio Loi, Maurizio Murelli ed altri giovani imputati di aver preso parte agli scontri del 12 aprile 1973 in via Bellotti, dove è stato ucciso l'agente Antonio Marino: l'atteso confronto fra il padre del maggiore imputato, l'ex campione del mondo di pugilato Duilio Loi, e il colonnello dei carabinieri Michele Santoro, ha assunto toni spesso drammatici. Già ieri l'ufficiale, che ha rac- j colto la prima confessione di Vittorio Loi, aveva avuto espressioni molto dure nei confronti del giovane e di suo padre: oggi ha rincarato la dose e tra i due si sono avuti vivaci scontri. Il colonnello Santoro e Duilio Loi erano amici di vecchia data e oggi, scambiandosi reciproche accuse, spesso si davano del «tu», tornando subito dopo a darsi del «lei». L'udienza è stata aperta dalla deposizione del capitano dei carabinieri Franco Spinelli, che ha ricostruito le fasi precedenti la confessione, poi ritrattata, di Vittorio Loi: « Ricordo benissimo — ha sostenuto l'ufficiale — che l'imputato ha detto, sia pur con reticenza, di aver lanciato la bomba. Il padre voleva però fargli dire di aver lanciato la bojnba che non è esplosa ». Subito dopo è stata rapidamente sentita la madre di Vittorio Loi, Grazia Villani. Ha raccontato che, quando arrivò nella caserma dei carabinieri di viale Berengario, il colonnello Santoro, andandogli incontro, le disse: « Stia tranquilla, signora, manderemo suo figlio in infermeria a Monza: se la caverà con poco, al massimo cinque anni, perché lo accuseranno di omicidio preterintenzionale o colposo ». Alle 11 si è iniziato il confronto tra Duilio Loi e il colonnello Santoro e l'ufficiale non ha avuto alcuna esitazione a ribadire che l'ex campione aveva consigliato il figlio a confessare di aver lanciato una bomba, suggerendogli però di dire che si trattava di quella che non era esplosa. Duilio Loi è scattato in piedi: « Ma come facevo a suggerire a mio figlio di aver lanciato un'altra bomba se non sapevo nemmeno che ne erano state gettate delle altre sulle forze dell'ordine? ». Santoro: « Non dica cose del genere: le avevo spiegato la meccanica dei fatti e non potevano sorgere equivoci ». A questo punto è intervenuto Vittorio Loi che ha urlato all'ufficiale « Smettila, non sei in caserma ». Il pubblico ha gridato: « Buffone » ed il presidente ha dovuto intervenire per riportare la calma. Quando l'ufficiale ha potuto riprendere ha detto: « Sapete qual è il problema di questo uomo? Non vuole ammettere che il figlio di un campione possa essere un omicida ». Il pugile si alza di scatto sulla sedia e a sua volta urla: « Non offendere 10 sport ». Il confronto sarebbe continuato in questo modo per ore e ore: il presidente, visto che ognuno rimaneva sulle proprie posizioni ha sospeso l'udienza aggiornandola al pomeriggio. Quando il dibattimento è ripreso, il p.m. Guido Viola e l'avv. Franz Sarno, difensore di Vittorio Loi, hanno chiesto nuovamente il rinvio a nuovo ruolo del processo perché possa essere unificato al procedimento contro i parlamentari missini Servello e Petronio che, proprio oggi, sono stati rinviati a giudizio. La corte alle 17 si è ritirata in camera di consiglio dove è rimasta fino alle 20,30: la richiesta di unificazione dei processi è stata respinta e 11 dibattimento è stato aggiornato a lunedì prossimo. Gino Mazzoldi
Luoghi citati: Monza
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