U impresario rapito a Gaggiano

U impresario rapito a Gaggiano U impresario rapito a Gaggiano Esclusi motivi politici e vendetta della mafia I parenti del sequestrato sostengono che sarà diffìcile raccogliere i miliardi per il riscatto ■ E' difficile vendere presto le proprietà (Dal nostro inviato speciale) Gaggiano, 16 maggio. Domenica prossima ad Angelo Malabarba, l'assessore socialdemocratico rapito mercoledì a mezzogiorno davanti a casa da due banditi armati, avrebbero dato una medaglia d'oro. La cerimonia dovrà subire un forzato rinvio: la banda di Gaggiano può riporre gli strumenti fino a data da destinarsi. La medaglia è stata offerta dai soci della cooperativa Unione familiare in segno di riconoscenza: il primo maggio, infatti, Malabarba, aveva regalato alla cooperativa un appezzamento di terreno in frazione Vigano per la costruzione di alcune abitazioni da assegnare ai soci. Un regalo del valore di parecchi miliardi, fatto con grande semplicità al termine di una partita a carte. E' uno dei tanti episodi dell'impresario immobiliare che vengono ricordati dalla gente del paese. Nei caffè dov'era solito andare ogni giorno, dalle 13,15 alle 15,30 per la partita a scopa, nei negozi, al mercato, non si parla d'altro: il rapimento ha sollevato grande emozione, sdegno, rabbia e paura albergano nell'animo degli abitanti. Il cronista in cerca di notizie trova volentieri interlocutori ad ogni angolo, tutti sono ansiosi di portare il proprio contributo alla «leggenda» che si sta costruendo intorno a «sciur Angiuleto». Si fanno anche i conti in tasca alla famiglia Malabarba: il suo patrimonio è stato valutato in cinque, dieci, venti miliardi. Le cifre variano col passare delle ore: c'è chi è pronto a giurare che il conto in banca dell'assessore è «rosso», altri che ammiccano furbescamente ed elencano le sue proprietà: terreni ad Abbiategrasso, Trezzano sul Naviglio, Gaggiano. Che Angelo Malabarba sia ricco è fuori discussione. Lo ammette esplicitamente un nipote col quale parlo attraverso le sbarre del cancello: un cancello che non si apre per nessun estraneo. «Mio zio è ricco, certo, nessuno lo nega. Ma non come vuole far credere qualcuno. Ha delle proprietà, lo sanno tutti. Ma si la in fretta a parlare di miliardi. La gente vede un palazzo, sa che è del Malabarba e dice: "Quella casa vale più di un miliardo". Hanno ragione, ma provi un po' a monetizzarla. Fra mutili ed ipoteche, il valore si riduce a meno della metà. Se adesso dovessimo venderla, come saremo costretti senz'altro alare per racimolare la soma del riscatto, troveremmo soltanto degli approfittatori che ci prenderebbero alla gola offrendoci una miseria. Insomma, vale un miliardo, saremmo fortunati a ricavare cento milioni». La preoccupazione del nipote e degli altri familiari è evidente: ci sono dei beni immobili che è molto difficile convertire in denaro. «Stamane ho fatto un giro nelle banche, ho parlato con amici di mio zio. Una sofferenza unica: nessuno ci crederà, lo so, ma in questo momento ci troviamo in un grosso guaio, non sappiamo da che parte muoverci per incominciare a raggranellare dei quattrini per preparare il riscatto». In proposito si è diffusa stamane la voce che i rapitori si siano fatti vivi richiedendo cinque miliardi. «E' falso. Nessuna telefonata, ripeto, nessuna te¬ lefonata è arrivata finora. Non abbiamo notizie da tre giorni: facciamo la guardia a turno accanto al telefono, giorno e notte, anche se io personalmente sono convinto che i rapitori non telefoneranno inni jn, questa casa. Si faranno vivi in qualche altro modo, magari telefonando ad un parente, o in Comune». Ufficialmente gli inquirenti hanno accolto la richiesta dei familiari e hanno sospeso le indagini. Che, d'altronde, sono piuttosto in alto mare. Nessuna ipotesi è accantonata anche se il movente politico viene giudicato del tutto privo di fondamento. C'è stata è vero, una telefonaa nella quale il rapimento veniva attribuito ai Nap, ma la personalità del Malabarba non giustificherebbe una simile azione nei suoi confronti. «Non ha mai fatto politica: faceva l'assessore e basta», dice il ni-1 potè. In Comune sono dello | stesso parere: «Cinque anni fa si era presentato alle eie zioni come indipendente. Poi si era lasciato convincere ad | entrare nel psdi, ma non si interessava delle cose politiche». Si era parlato anche della vendetta di un gruppo di mafiosi operanti nella zona di Trezzano sul Naviglio, ma anche questa pista sembra perdere consistenza col passare del tempo. «Quelli che lo han-1 no rapito vogliono soltanto ; questi», dice il nipote sfregan-1 do indice e pollice in un geto \ molto signifiiativo. Probabil- mente ha ragione, f. for. i | L'assessore Malabarba

Persone citate: Angelo Malabarba, Malabarba

Luoghi citati: Abbiategrasso, Gaggiano, Trezzano Sul Naviglio