Ergastolo al fascista Mario Tuti che ha ammazzato i due agenti di Francesco Santini

Ergastolo al fascista Mario Tuti che ha ammazzato i due agenti Rapida sentenza (assente l'imputato) dopo 3 udienze Ergastolo al fascista Mario Tuti che ha ammazzato i due agenti Il padre dell'assassino: "Ho perso un figliolo, non lo rivedrò più, lo sento" (Dal nostro inviato speciale! Firenze, 16 maggio. Tre udienze rapidissime, un'ora di camera di consiglio, e Mario Tuti, fascista e assassino, è stato condannato all'ergastolo per i fatti di Empoli. La corte d'assise di Firenze non ha avuto dubbi. «In venti anni di magistratura — ha detto il p.m. Pappalardo — è la prima volta che chiedo una condanna tanto grave; la parola ergastolo mi fa rabbrividire, ma la mia coscienza di uomo è tranquilla». E così è stato: la richiesta è stata accolta. Inaspettatamente, dopo due giornate di dibattimento, piatte e senza storia, Tuti stamane ha perso la maschera di geometra grigio «tutto ufficio e famiglia». E' stato inquadrato nel suo volto di «sovversivo», di capo e non di gregario, ai vertici di una vasta organizzazione che da un anno rilancia in Toscana la strategia del terrore. E' venuto fuori, nel quadro offerto dal p.m., il «guerrigliero», il «fascista», l'«ideologo della violenza». «Giustizia è fatta», ha mormorato il presidente Piragino, dopo aver letto il verdetto con voce chiara. In fretta ha lasciato l'aula, attorniato dai giudici popolari, il volto teso, il passo veloce. Appena più in là, due commenti: quello di una donna vestita a nero che ha stretto le braccia al petto e s'è domandata: «Ma chi pagherà per la morte di Falco e Ceravolo? » e quello di Guido Tuti, il padre del geometra: «Ho perso un figliolo — ha detto a bassa voce —; poi i morii, il rimorso. Mario in fuga: non lo rivedrò più. me lo sento ». Se n'è andato curvo, quasi di nascosto, mentre una decina di donne a lutto giunte dalla Calabria attorniavano la moglie e la sorella dell'agente Ceravolo. In aula, un unico momento di tensione: parlava il giova- ne difensore d'ufficio del geometra latitante, Sandro Cusmai. Per scongiurare l'ergastolo il penalista tentava di !far cadere le aggravanti chiej ste dal p.m. Paola Ceravolo è j insorta: «Certi serpenti — ha i gridato in lacrime — non debbono parlare, anche un altro [padre aspetta un figlio che | non torna perché l'hanno ammazzato, e lì non c'è nessu; no». Ha indicato il banco deserto degli imputati: per un pezzo non è riuscita a tratte-1 nere il pianto. Cusmai è arrossito; una breve pausa, poi i ha ripreso a parlare, sempre meno convinto, sempre più in imbarazzo per dire che Tuti I ha ucciso spinto da un raptus I di follia. iCosì il processo s'è conclu- so, senza rispondere a tutti 'gli interrogativi: non ha approfondito i legami e le collusioni dell'eversione nera toscana, ma ha spiegato perché la sera del 24 gennaio Mario ! Tuti, pur di non lasciarsi cat- ;turare, uccise a sangue freddo due agenti e ne ferì un terzo. L'ha fatto il pubblico ministero definendo il geometra un «guerrigliero che spara perché sa che non deve cadere in mano alla polizia». Ha ammesso l'esistenza di «una i grossa organizzazione», tanto : vasta ed estesa che neppure j dopo mezz'ora dalla sparato- na «riesce a fare sparire nel ! nulla uno dei suoi dirigenti», \ ' ma non ha spiegato perché a j Firenze si è voluto un proces- ! so limitato alla notte di Em-! poli. «Fa scomodo all'organizzazione una condanna all'ergastolo ». ha affermato il p.m., «si tratta di un'associazione che ha il duplice scopo di screditare lo Stato e di sovvertirne le istituzioni. Tuti ne è uno dei capi, per qtiesto trova protezione anche dopo il duplice omicidio che stringe in una morsa i suoi adepti». «Tuti non è un gregario», ha detto, «un'organizzazione tanto vasta non rischia di compromettersi per un manovale: la magistratura italiana perseguirà quest'organizzazione: a noi adesso compete un unico compito: quello di giudicare l'assassino di Falco e Cerai volo per duplice omicidio, non per il resto». Mai ha pronunciato il nome dei Fronte nazionale rivoluzionario, mai è entrato nel vi- ì vo della strategia del terrore, Ma la pesantezza della richie- sta di ergastolo, pur senza un supporto istruttorio, l'ha co- stretto ad affrontare, per la prima volta, il taglio ideologico dell'imputato. Il p.m. ha collegato così Mario Tuti alla cellula eversiva di Arezzo, ac- cusata degli attentati di Rigutino e Terontola e ha ricordato l'ordine di cattura del giudice Marsili per associazione per delinquere. Di qui l'esclusione delle attenuanti e la | condanna all'ergastolo. Nell'analizzare il comportamento del geometra, il dott. Pappalardo ha affermato che la sera del 24 gennaio è stata la paura a spingere all'omicidio. Poi ha dato il quadro del i guerrigliero, dell'uomo ai ver| tici dell'eversione, legato agli I ambienti di estrema destra di ] Pisa, di Arezzo e di Lucca, di I «iscritto al msi fino al '71, | quando si allontana da un partito che definisce "borghese e capitalista" e sceglie l'eversione». «Ora che cosa abbia fatto quest'organizzazione», ha detto il p.m., «non ci interessa: sarà compito di altri giudici perseguirne i membri. Qui giudichiamo Mario Tuti per il quale chiediamo la pena dell'ergastolo: ai giudici il compito di reprimere con fermezza: Tuti è l'esempio vivo di una criminalità nuova che crede di trovare giustificazione nell'odio ideologico e rifiuta il confronto civile». Francesco Santini | i |I ] I | Mario Tuti

Luoghi citati: Arezzo, Calabria, Empoli, Firenze, Lucca, Pisa, Toscana