L'economia italiana come la Torre di Pisa
L'economia italiana come la Torre di Pisa L'opinione d'un tedesco L'economia italiana come la Torre di Pisa "Pende, ma non crolla mai" - Abbiamo evitato la bancarotta, ma a caro prezzo « L'economia italiana è come la Imiti' di Pisa: pendi' sempre di più, ma unii cade mai ». Questo è 11 giudizio, positivo e negativo Insieme, di un banchiere tedesco. La frase è riportata da « Time » In una breve analisi della situazione ilei nostro Paese che, afferma Il settimanale americano, è riuscito a evitare la bancarotta quando tutti giuravano che saremmo caduti nel baratro della depressione. La sorpresa di fronte alle nostre fatiche economiche è stata notevole, lauto è vero che David Rockefeller, in occasione di una sua visita a Roma, ha parlato di un nuovo « miracolo Italiano ». Questa chiaroveggenza certamente lusinga l'Italia, ma deve essere presa con le molle perche se il « boom » è dietro Tangolo (e non solo per noi, ma per tutti i Paesi Industrializzati, coinè ho rilevalo recentemente l'« Ecnnomist ») si dovranno ancora sciogliere quei nodi che fanno ritardare la nostra « primavera economica ». Negli ambienti borsistici e finanziari milanesi, per esempio, la frase di Roekereller ha fatto un po' sorridere e qualcuno, ironicamente, l'ha definita preelettorale. E' una realtà, comunque, il fatto che l'Italia sia riuscita a evitare la bancarotta o quel fantasma del 1329 che gli esperti pensavano turbasse In particolare I nostri sonni. Il deficit petrolifero è stato ridotto sensibilmente durante lo scorso inverno, mentre In marzo la bilancia dei pagamenti ha dato segni di miglioramento ritenuti eccezionali. Sempre In marzo II costo della vita e aumentato soltanto dell'I per cento: il tasso di crescita mensile più basso in sette anni. Inoltre l'Italia ha fatto fronte agli impegni contratti in sede Internazionale, estinguendo molti debiti tra cui 500 milioni di dollari, parte considere¬ vole dei 2 miliardi di dollari prestati dalla Rumleshank l'anno scorso. La situazione è migliorala anche per quanto riguarda i prezzi all'ingrosso. Se in gennaio e febbraio del 1974 si verificarono rialzi mensili attorno al 0,5 per cento, nel gennaio d! quest'anno l'Indice non ha registrato alcuna variazione rispetto al mese precedente, mentre in febbraio l'aumento è stato soltanto dello 0,2"». II commercio con l'estero, inline, sarebbe stato attivo nei primi mesi del 1975 senza il deficit petrolifero. Di fronte a questi dati confortanti ce ne sono altri che rappresentano 11 prezzo pagato dall'Italia per sottrarsi alla bancarotta. L'indice della produzione industriale in marzo ha registrato una diminuzione del 1-1.3 per cento (11 per cento secondo la « correzione » della Banca d'Italia) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente; i lavoratori in cassa integrazione sono ancora tanti e coloro che cercano il primo Impiego sperimentano direttamente cosa vuol dire recessione. Secondo le ultime cifre dell'Istat, nello scarso gennaio i sottoccupati sono saliti a 570 mila unità: nell'ottobre del '14 erano 314 mila. Perché la ripresa sia possibile l'Italia deve faticare ancora, soprattutto deve stimolare la produzione dopo aver premuto sul pedale del freno per molti mesi. Abbiamo guadagnato tuttavia una cosa molto importante, la credibilità. « Time » riporta a questo proposito quanto ha dichiarato il governatore della Banca d'Italia. Guido Carli: « La società italiana, nonostante il sistema e perfino contro le regole di questo sistema, ha sempre cercato di mostrare una vitalità indistruttibile; malgrado il caos e la corruzione. Il Paese vive e va avanti ». Pier Mario Fasanotti PRODUZIONE INDUSTRIALE -GIAPPONI .FRANCIA Wl 71 72 73 7* fpnte:Q!COj m INFLAZIONE Aumento in % dei prcz?i al consumo. Tasso annuo in base a 3 mesi Dic'74-Fch '75
Persone citate: David Rockefeller, Guido Carli, Pier Mario Fasanotti, Tangolo
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