Esiste una Storia delle vergogne

Esiste una Storia delle vergogne Esiste una Storia delle vergogne \ Leon Poliakov: « Storia dell'antisemitismo ». Voi. I: Da Cristo agli Ebrei di corte, pag. 317, L. 5000; voi. II: Da Maometto ai Marrani, pag. 383, L. 5500. Introd. di R. Finzi, trad. di R. Salvadori, Ed. La Nuova Italia. In Francia, nella seconda metà del Settecento, secondo un'informazione più volte reì gistrata dai memorialisti, le | famjglie nobili di buona tradizione cattolica usavano procurarsi, in occasione del venerdì santo, uno o più ebrei e fustigarli all'aperto, nei loro giardini, esponendoli nudi ai rigori del tempo e al dileggio della folla, per vendicare sopra di loro la colpa mitica del deicidio. Erano gli stessi anni nei quali sui cadenti residui del feudalesimo già trascorreva la rivoluzione illuministica ad affermare la eguaglianza di tutti gli uomi- ;1".e.^ potere liberante e de- 1 mistificatorio della ragione, Un contrasto così assurdo , e pesante fra i momenti sto i rici di acquisto della dignità j dell'uomo e quelli di contem ; poranea irrazionale cancella ! zione dell'acquistata dignità 1 ritma gli episodi che Polia | kov raccoglie nelle tragiche pagine di questa sua opera ormai un classico europeo della storia del pregiudizio, del quale i primi due volumi in traduzione italiana sono dedicati ai preliminari antichi del fenomeno, all'antisemitismo cristiano e medioevale, al periodo della ghettizzazione, allo sviluppo delle linee antigiudaiche nell'Islam e nella Spagna sefardita. Poliakov ha inteso fare opera di documentazione, attra- I verso una stringente e controllata serie di testimonianze, ed ha così reso al lettore, anche comune, uno strumento insostituibile di coscientizzazione per scoprire le radici di un male degradante che continua a serpeggiare nella nostra società. E, quando si accetta quest'opera nella sua intenzione di registrazione e definizione dei territori del pregiudizio, non si può non scoprire in essa un potente affresco del trionfo del male, una denunzia puntuale della nostra cattiva coscienza storica, disposta a soggiacere agli incanti del mito del progresso e a dimenticare il margine di vergogne, di violenze e di disumanizzazione che, in nome dell'Evangelo, del Corano, della filosofia idealistica e della civiltà, accompagnano la formazione del mondo moderno e contemporaneo. Ma la lettura dei due volumi pone una serie di problemi irrisolti, che divengono più pressanti mentre da noi i rigurgiti dell'antisemitismo si accompagnano sintomaticamente al diffuso riemergere dei mostri dell'istintualità e della bruta violenza che caratterizzano il neofascismo. I dati raccolti e organizzati da Poliakov invitano a meditare sulla questione di fondo del perché, attraverso i millenni e in società ed epoche decisamente differenziate fra loro, superstizione sociale e pregiudizio continuano a trovare il loro punto di riferimento nella condizione giudaica. Finzi, nella sua lucida introduzione, tenta di scoprire, in prospettiva storico-materialistica, i significati di questo male ed è disposto a diagnosticarlo come una paradossale ed aberrante opposizione al capitalismo originatasi nella nebulosa fase del precapitalismo. E tuttavia ci sembra che l'interpretazione storico-materialistica risolva solo parzialmente il problema e che non si possa non ricorrere ad altre metodologie per mettere a nudo le dinamiche emarginanti che accompagnano sempre la sorte dei diversi e delle minoranze. In un'analisi che integri il marxismo con le ottiche antropologiche, l'antisemitismo corrisponde alla rottura del livello di guardia dei diritti civili, alla crisi profonda della ragione, ai processi di disgregazione che accompagnano le situazioni conflittuali di ogni società. L'emersione di esso, in ogni epoca storica, è un allarme che non tocca soltanto gli Ebrei, ma investe ogni uomo che vuole salva la sua dignità e libertà. E perciò l'opera di Poliakov diviene, attraverso la denunzia di tutti i momenti di violenza consumati nella storia, un invito a riflettei? seria- e j mente sul nostro attuale de -1 stino. e I Alfonso M. Di Nola

Persone citate: Di Nola, Finzi, Leon Poliakov, Poliakov, Salvadori

Luoghi citati: Francia, Introd, Italia, Spagna