Il momento del dolore

Il momento del dolore RISPONDE GIULIETTA MASINA Il momento del dolore « Secondo me, invece di un vuoto insegnamento religioso, come quasi sempre viene elargito nelle nostre scuole, bisognerebbe Inculcare nei giovani il senso della rassegnazione attiva. Ed allora, io credo, si dovrebbe assistere a meno suicidi, a meno omicidi, a meno fattacci. 'Il disgraziato ragazzo, che in un momento di dolore, di abbattimento, morde, prende una rivoltella, se la punta alla testa o. con freddezza inaudita, ingoia le pastiglie che gli procureranno quello che egli chiama pace, è perché non sa combattere, non sa rassegnarsi al dolore, e dal dolore non sa trarre un bene spirituale ». La lettera è scritta da una signorri di Torino. Emilia Lumello,! \e le frasi ritrascritte ne sono la i conclusione. La causa prima è, injvece, la trasmissione televisiva del {cinque aprile su un caso di eutanasie;: una neonata di cinque gior-; ini soppressa dal padre in quanto affetta da nanismo. E la civilissima protesta di Emilia Lumello i ! che tuttavia ha, come tutti noi in j casi del genere, ben poco da offri-1 re: per quanto la riguarda, rassegnazione. «/o parlo della rassegnazione at-1 tiva. di quella rassegnazione che a] noi credenti la dire con piena co- ' scienza: Padre, sia latta la tua vo-\ /onta». Allorché si tratti di eutanasia i per amore, o per dolore, personal-. mente mi sento incapace di giudizio, conforto, esacrazione. Correndo il rischio insito nella retorica dei sentimenti (sebbene la mia emozione sia sincerissima. piteli-j ca) sono convinta che l'uomo che uccide per tali ragioni sia. in un certo senso, anche un suicida: nella catastrofe, il suo spazio si ri-1 duce fino a togliergli, in avvenire. ' quel misterioso equilibrio morale che regola la nostra esistenza. A ] me sembra, dunque, che l'eutanasia più che una colpa sia una ma-1 lintesa autopunizione. Premesso questo, che cosa vuol dire "rassegnazione attiva"? La certezza dell'esistenza di una legge alla quale rimettere la nostra volontà, l'abdicazione a un potere che alla nostra umanità, alle ragioni terrene,! non concede nulla, se non l'impe-1 rativo di soffrire rassegnatamen-1 te. Da qui, l'autoconsolazione (la, «rassegnazione attiva»), un modo per sfuggire, appunto, all'autopu-l nizione: suicidio e eutanasia, radi-1 cali interventi contro il dolorepeccato, o da noi ritenuto tale. Il dolore-colpa, insomma. Ma la premessa della premessa, signora Lumello, è credere in Dio. i lo ci credo, ma ciò non significa! che altri lo debbano. Fede è superiorità o minorità: quindi, non mi stupisco né tanto meno mi scandalizzo che altri non credano. Altrimenti, dovrei consentire che altri si scandalizzino di me. L'uomo ha dimostrato che "tutto» è opinabile, nulla è certo. E nulla è opinabile quanto e come l'invisibile. Pertanto, per stabilire tra chi crede e chi non crede un luogo comune d'incontro, preferisco parlare di moralità naturale: essenziale, in essa, l'autoconservazione. Ln sua "rassegnazione attiva», signora, a parte una certa qual tale contraddizione in termini, prevede un rispetto metafisico per «la volontà del Padre» che non in tutti sussiste operante. I grandi dolori ingiusti (un figlio nato difforme, è tra i massimi) difficilmente possono lenirsi soltanto subendoli in virtù di obbedienza e cioè di rassepnazione. Combattere socialmente, spiritualmente, affinché ciò non succeda, è necessario e lodevole: ma ove tali crimini avvengano, a noi non rimane che soffrire con chi soffre, rinunciando non a capire, s'intende, ma a sostituirci (noi sani) nei panni di chi è malato. E a soccorrere con creativo amore chi, per un istante, ha usato l'amore per distruggere. Giulietta Masina

Persone citate: Emilia Lumello, Giulietta Masina, Lumello, Padre

Luoghi citati: Torino