Per ordine pubblico si ricerca un accordo tra la maggioranza di Gianfranco Franci

Per ordine pubblico si ricerca un accordo tra la maggioranza La discussione sulla legge Reale al Senato Per ordine pubblico si ricerca un accordo tra la maggioranza Democristiani, socialisti e repubblicani sembrano disposti ad apportare alcune modifiche al testo già approvato dalla Camera; il psdi sarebbe ancora contrario -1 "ritocchi" sono stati chiesti da socialisti e comunisti Roma, 15 maggio. Non c'è ancora accordo tra i gruppi della maggioranza di centro-sinistra, ma non si esclude, stasera, che la legge per l'ordine pubblico torni la prossima settimana alla Camera per la ratifica di alcune modifiche che il Senato apporterebbe alle norme più discusse e criticate. Al termine di un nuovo incontro, seguito alla fitta rete di contatti intessuta in questi due giorni dai capi dei quattro gruppi è stata constatata la disponibilità dei democristiani, dei repubblicani e del governo a rivedere i punti di maggiore contrasto cedendo alle pressanti e motivate richieste dei socialisti e dei comunisti. Bimane, però, da superare l'atteggiamento rigido dei socialdemocratici i quali hanno riaffermato di essere contrari a qualsiasi ulteriore mutamento. I ritocchi su cui si discute riguarderanno essenzialmente tre norme: l'art. 1, relativo alla libertà provvisoria da ne- gare in taluni casi, potrebbe essere modificato in modo da non contraddire nella sua formulazione la famosa « legge Valpreda », come invece avviene nel testo attuale; l'altra è quella che concerne l'uso delle armi da parte della polizia; la terza, infine, è l'avocazione da parte del procuratore generale presso la Corte d'appello dei procedimenti per i reati commessi dalle forze dell'ordine nell'uso delle armi. Il direttivo del gruppo del psi, riunitosi per esaminare il « pacchetto » delle modifiche, lo aveva approvato e, se l'accordo sarà raggiunto, tutti i gruppi garantiranno una rapidissima ratifica entro la prossima settimana, prima cioè della chiusura del Parlamento per la campagna elettorale. Nella discussione generale sul provvedimento cominciata ieri sera, sono intervenuti tredici oratori: quattro della sinistra indipendente, due democristiani, due comunisti, due liberali, un socialista, un repubblicano ed un missino. Domattina, dopo la replica del ministro della Giustizia, Reale, l'assemblea entrerà nel vivo degli articoli e degli emendamenti. Le posizioni sono rimaste naturalmente invariate rispetto a quelle manifestate nell'altro ramo del Parlamento. Zuccaia, presidente del gruppo socialista, ha detto che il psi insiste nel voler modificare la legge « per correggere quelle parti che rappresentano un grave ed ingiustificato arretramento rispetto al processo di rinnovamento dei codici fascisti ». La linea essenziale lungo la quale deve operare questa legge — ha sottolineato — «è Quella di una organica ed efficace lotta al fascismo ed alle sue proliferazioni criminali ». I socialisti — ha concluso Zuccaia — daranno voto favorevole al provvedimento, ma quando sarà operante « chiederanno conto della volontà politica con la quale sarà gestita e vedranno se le direttive saranno coerenti e conformi alle finalità che il psi si è proposto dando il suo assenso ». I comunisti (hanno parlato Maffioletti e Perna) hanno chiesto un serio confronto al fine di correggere alcune storture contenute nella legge. Così come si presenta il provvedimento — hanno dichiarato — può essere considerato l'anticamera del fermo di polizia. Ai comunisti dispiacciono particolarmente quelle disposizioni che — a loro giudizio — considerano prevalente l'intervento della polizia su quello della magistratura, soprattutto nei reati di lieve entità, ai fini dell'identificazione e degli accertamenti istruttori. Oltre a gravi accuse di incostituzionalità di alcune norme, i comunisti ritengono la legge negativa, inefficace e pericolosa: « Una legge, però, nel suo complesso non liberticida ». Schietroma ha espresso il j compiacimento dei socialde! mocratici per l'imminente apj provazione di una legge che ! raggiunge il traguardo finale | dopo tante dichiarazioni pro' grammatiche in materia di ordine pubblico, dopo lunghe discussioni in Parlamento, modifiche concordate, e, soprattutto, dopo inviti e appelli, non ultimo quello accorato del Presidente della Repubblica. Confutato il giudizio di incostituzionalità di alcune norme, Schietroma ha sottolineato lo spirito demo¬ cratico cui si ispira la legge Reale, diretta « inequivocabilmente a colpire senza pietà la malavita che si ammanta di politica e di rivolta sociale ». Giancarlo De Carolis (omonimo dell'avv. De Carolis, di Milano) ha anch'egli respinto le accuse di incostituzionalità della legge. Il gruppo della de — ha detto — respinge con altrettanta decisione l'accusa di voler strumentalizzare in chiave elettorale un momento difficile della vita democratica del Paese. Dopo aver precisato che gli articoli della legge che si richiamano alla « legge Sceiba » sono ciliarmente impostati contro reversione fascista, De Carolis ha ammonito a non cadere, volendo ricercare una maggiore caratterizzazione antifascista del provvedimento nel timore di un voto favorevole del msi, nel gioco dell'estrema destra, « alle cui manovre le forse sinceramente democratiche non debbono prestarsi », La necessità e l'urgenza di varare la nuova legge sull'ordine pubblico sono state sottolineate dai liberali. Brosio non ha, però, lesinato critiche al provvedimento definendolo affrettato, sovrabbon- j dante in alcune parti ed in altre insufficiente. Tuttavia — ha detto — il pli è disposto ad appoggiarlo perché atteso dall'opinione pubblica allarmata e dalle forze dell'ordine scoraggiate. Il testo della legge — ha detto Cifarelli (pri) — è capace di soddisfare anche le più diffidenti preoccupazioni del cittadino di fronte alla necessità di difesa della società e dello Stato. I repubblicani non ritengono il provvedimento un toccasana per l'attuale crisi dello Stato, ma utile per superare carenze, inerzie e smarrimenti con vantaggio di tutti i cittadini. Gianfranco Franci Il ministro Reale

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