Da oggi in Senato l'aspra battaglia sulle modifiche di Gianfranco Franci

Da oggi in Senato l'aspra battaglia sulle modifiche Ordine pubblico Da oggi in Senato l'aspra battaglia sulle modifiche Il voto entro la fine della settimana Roma, 13 maggio. Entro la fine di questa settimana, il disegno di legge per la tutela dell'ordine pubblico, di cui oggi hanno cominciato ad occuparsi le commissioni, dovrebbe ottenere anche il voto del Senato. I capi dei vari gruppi parlamentari hanno convenuto che l'assemblea cominci a discuterlo domani pomeriggio per proseguirne l'esame giovedì e venerdì con sedute mattutine, pomeridiane ed eventualmente notturne. Qualora non fossero sufficienti per giungere al voto finale, l'assemblea si riunirà anche sabato. L'interrogativo della vigilia resta tuttavia da sciogliere. Sarà approvato lo stesso testo varato dalla Camera rendendo così il voto definitivo, o saranno apportati altri ritocchi, costringendo il provvedimento a tornare a Montecitorio? Democristiani, socialdemocratici e repubblicani sostengono la necessità di una rapida approvazione della legge così come è uscita dall'altro ramo del Parlamento dopo gli accordi di vertice e quelli successivi intervenuti tra i gruppi del centro-sinistra. Socialisti e comunisti non intendono invece rinunciare a battersi per ottenere quelle ulteriori correzioni giudicate indispensabili per caratterizzare ulteriormente la legge in senso antifascista e garantire la libertà individuale dei cittadini sancita dalla Costituzione. Oggi si sono riuniti sia i senatori comunisti sia i senatori socialisti per definire la strategia e le iniziative che i rispettivi gruppi svilupperanno nel corso del dibattito. Il gruppo del psi ha unanimemente sottolineato l'urgenza di procedere ad un organico rilancio dell'efficienza degli strumenti dello Stato preposti alla lotta contro la criminalità politica e comune, che considera « condizione essenziale per conferire energia e prestigio all'azione contro le manovre eversive », e si è impegnato a sostenere quelle modifiche «idonee a garantire ai cittadini ed ai lavoratori il pieno esercizio dei diritti e delle libertà costituzionali ». Attraverso alcune indiscrezioni, si è appreso che i socialisti sono orientati a battersi soprattutto per ottenere l'eliminazione dell'art. 1 riguardante l'esclusione della libertà provvisoria per una serie di reati (è in contrasto con i principi dettati dal Parlamento per la riforma del codice di procedura penale); la revisione in senso più liberale della norma relativa alle perquisizioni e la soppressione degli articoli che sottraggono alla competenza del procuratore della Repubblica o del pretore i reati compiuti dalle forze dell'ordine nell'uso delle armi per affidarla al procuratore generale della Corte di appello. Il gruppo del pei, pur giudicando positivamente le modifiche già introdotte alla Camera, ha deciso a sua volta di mantenere un atteggiamento « fortemente critico » e di proporre profonde modifiche per eliminare dalla legge le « gravi violazioni del carattere democratico dello Stato che ancora permangono come dimostra il voto favorevole e inquinante del msi ». Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia di palazzo Madama hanno intanto cominciato l'esame preliminare del provvedimento, che dovrebbe concludersi entro la mattinata di domani. Salvo una breve interruzione, esse hanno continuato il loro lavoro fino a notte inoltrata. Il relatore Agrimi (de) ha detto che il testo varato dalla Camera rappresenta un valido strumento per contrastare, prevenire e reprimere i fenomeni più gravi della delinquenza organizzata, rimediando alle insufficienze e alle lacune della legislazione vigente in materia. Il sen. Viviani, socialista e presidente della commissione Giustizia, pur dando atto al governo di avere affrontato un problema di indubbia urgenza al quale sono interessate tutte le forze politiche democratiche, ha giudicato « erronea ed aberrante » l'impostazione di alcuni uomini politici, i quali ritengono di ridurre il problema ad un deteriore dilemma: o accettare la legge nella sua essenza, oppure il rifiuto: « Ciò significa non volere l'ordine pubblico ». Analizzando poi il contenuto del provvedimento egli ha affermato che talune norme appaiono in netto contrasto con la Costituzione. La posizione dei comunisti è stata ribadita dal sen. Cossutta il quale ha detto che i « Nap » e le « Brigate rosse » « sono centri di puro banditismo al servizio della reazione e della eversione che vanno colpiti senza pietà e messi in condizione di non nuocere ». Il repubblicano Cifarelli ha sostenuto l'esigenza di una rapida approvazione del testo « tanto faticosamente varato dalla Camera » poiché « soddisfa anche le più diffidenti preoccupazioni per i diritti del cittadino ». A nome della de, una parte della quale semorerebbe disposta a rivedere talune norme, è intervenuto il sen. Silvio Clava per respingere le accuse da più parti rivolte al suo partito di essere il massimo responsabile dell'attuale situazione. Gianfranco Franci

Persone citate: Agrimi, Cifarelli, Cossutta, Ordine, Silvio Clava, Viviani

Luoghi citati: Roma