Gli ambulatori ignorati dalla riforma sanitaria

Gli ambulatori ignorati dalla riforma sanitaria Un convegno di medici a Ravenna Gli ambulatori ignorati dalla riforma sanitaria I medici sono preoccupati perché la categoria è esclusa dalle decisioni - "Gli ospedali, dicono, sono gremiti da troppi degenti che possono invece essere curati attraverso gli ambulatori" (Dal nostro inviato speciale) Ravenna, 12 maggio. I medici non sono preoccupati perché si farà la riforma sanitaria — hanno affermato nel Congresso nazionale Sumai (il sindacato unitario dei medici ambulatoriali italiani) che si è svolto nei giorni scorsi —, sono preoccupati perché si tarda troppo a realizzarla e nel frattempo la legge 386, che avrebbe dovuto avviare alla riforma stessa, ha di fatto bloccato gli organici e ridotto la funzionalità degli enti ospedalieri e assistenziali. E preoccupati sono anche perché la categoria medica è esclusa dalle decisioni che la riguardano. « Ora non gestiamo la programmazione della salute in Italia, siamo degli esecutori di ordini. Vogliamo essere corresponsabili nell'attuazione della riforma — ha affermato il prof. Parodi, segretario generale del Sumai —. Chiediamo di essere invitati ufficialmente quando c'è da discuterne e vogliamo che si tenga conto in sede deliberativa dei nostri suggerimenti ». II congresso, organizzato con la collaborazione del centro studi della Sangemini, al quale hanno preso parte anche esponenti di governo (il senatore Del Nero, sottosegretario al Lavoro incaricato dei rapporti con la mutua, l'on. Bosco, sottosegretario al Lavoro incaricato per la riforma sanitaria), di partiti politici (l'on. Antognozzi, vicesegretario della de, l'on. Biagini, segretario del pri) e i presidenti dei maggiori enti mutualistici (Ghergo per l'Inam, Cruciani per l'Enpas), ha sottolineato nella sua mozione conclusiva la necessità dell'emanazione di provvedimenti capaci di fronteggiare i vuoti e le incongruenze del sistema sanitario. In primo luogo dovranno essere potenziate, sia come numero, sia come capacità operativa, le attuali strutture ambulatoriali e poliambulatoriali in modo che esse rappresentino il fulcro delle realizzande unità sanitarie locali, e siano in grado di far fronte a tutti i compiti di intervento per ogni esigenza della salute del cittadino, compresa tra la medicina domiciliare e quella di ricovero. « Gli ospedali — ha precisato il dott. Baldassari, presidente dell'Ordine dei medici di Ravenna — non possono continuare ad essere gremiti da degenti che nella maggioranza dei casi potevano essere citrati attraverso gli ambulatori o da anziani che potevano essere ricoverati in istituti appositi. I poliambulatori devono costituire il filtro che trattiene i malati minori affinché non vadano ad occupare letti ospedalieri preziosi per i pili gravi ». Questa del « ricovero sociale » è una necessità sulla quale si è particolarmente messo l'accento. Solo adeguate strutture capaci di accogliere le persone anziane e l'infanzia specie durante le ore lavorative possono alleggerire il peso sugli ospedali, dove attualmente l'esiguo numero di personale sanitario non può consentire quegli interventi ad alto livello che invece sarebbero necessari. « Sì sta a perdere tempo prezioso — ha detto il prof. Parodi — senza pensare che nei prossimi anni il numero degli anziani sarà talmente alto da creare grossi problemi; è necessario quindi progettare subito i rimedi ». Le unità sanitarie locali, che sono cellule del servizio sanitario nazionale e che hanno la loro forza nelle strutture ambulatoriali rafforzate, devono essere gestite, secondo i medici del Sumai, « con gestione unica, sociale, democratica, ma non assembleare — precisa il segretario Paro di — perché non è giusto che i consigli di quartiere elegga no i membri delle unità locali, senza averne alcuna com petenza. Sarebbe come se a Genova si pretendesse che la Italsider fosse gestita dal consiglio del quartiere nel quale si trova lo stabilimento. Ci dovranno invece essere i rappresentanti di tutte le categorie, questo sì, compresa quella dei disoccupati ». I medici ambulatoriali, che si sono dichiarati per il sistema della libera contrattazione tra le rappresentanze sindacali mediche e gli enti mutualistici, hanno deplorato che la legge 386, con il suo articolo 8, blocchi oltre alle | nstrutture e al numero del personale anche la possibilità di contrattazione, diritto che invece è sancito dalla Costituzione. « Si dice che questo blocco della 386 è limitato nel tempo, ma non se ne conoscono i termini e questo è grave, perché tutto lascia prevedere — afferma ancora il prof. Parodi — che se le cose vanno avanti con l'attuale lentezza, alla riforma si arriverà tra molto tempo e quindi si continuerà a rimanere sotto l'oppressione di questa 386 ». In un suo intervento il sottosegretario on. Bosco ha annunciato che la commissione, cui spetterà il compito di elaborare una convenzione unica nazionale, sarà insediata il 14 maggio prossimo e ha aggiunto che è ferma volontà del governo di modificare l'articolo 8 della 386 con una legge-ponte. Il segretario del sindacato ha commentato: « E' un segno che qualcosa sta maturando anche in seno al governo, tuttavia per ora p2sagtcvtrDrsdcbidtvdllsrpdcdd noi non sospendiamo lo scio- pero già programmato per il 23 e il 24 maggio. Soltanto se lo sblocco dell'articolo 8 avvenisse prima del 15 giugno, data delle elezioni, potremmo renderci conto che c'è veramente l'intenzione di venirci incontro e non è soltanto una mossa preeletto rate ». Secondo il sottosegretario Del Nero, la riforma sanitaria « se vuole essere una cosa seria dovrà avere la capacità di stabilire una legge quadro che fissi un trattamento di base che sia unico per tutto il Paese con alcune linee che devono essere rispettate in tutte le regioni, in modo che vi sia una realtà comune con dei minimi assistenziali uguali per tutti. Però dobbiamo lasciare alle Regioni la possibilità di poter tentare esperimentazioni diverse, anche perché le realtà sono diverse da zona a zona. Se sarà necessario si faranno poi le modifiche alla legge suggerite dall'esperienza ». r. J.

Persone citate: Antognozzi, Baldassari, Biagini, Cruciani, Del Nero, Ghergo, Inam, Parodi

Luoghi citati: Genova, Italia, Ravenna