Paninoti fu inviato a Torino per un processo inesistente (quali complicità ha avuto?) di Claudio Cerasuolo

Paninoti fu inviato a Torino per un processo inesistente (quali complicità ha avuto?) Paninoti fu inviato a Torino per un processo inesistente (quali complicità ha avuto?) Inchiesta su un misterioso trasferimento durato pochi giorni Giorgio Panizzari, uno dei protagonisti della rivolta nel j carcere di Viterbo, programmata in appoggio all'azione idei Nap che si attribuiscono ;la responsabilità del rapimenI to del magistrato Giuseppe Di | Gennaro, si è fatto mandare a I Torino il 3 aprile scorso per Jun processo a suo carico che lin realtà non esisteva. Si ignora con quale stratagemma sia 'riuscito a convincere il direttore del carcere di Viterbo ad [autorizzare la traduzione nel : carcere di Torino. Con chi doveva entrare in contatto o prendere accordi Panizzari? Alla domanda non dovrebbe essere difficile rispondere controllando le presenze all'ufficio matricola delle «Nuove» del giorno 3 aprile e del giorno precedente, quando il Panizzari giunse a Torino. Si sa per certo che, tra gli altri, ha parlato nel corridoio del carcere con Vincenzo Giustetti, condannato a sedici anni di carcere per l'omicidio del dentista Venchi. Era anche sicuro di vedere la moglie Rita Gorgone, la donna che lo ha sposato prima della fine del processo per l'assassinio dell'orefice Baudino, per il quale è stato condannato al¬ l'ergastolo assieme al complice Giuseppe Cardillo. i Sembra, ma la notizia potrà trovare conferma soltanto dall'esame dei dati dell'uffi| ciò matricola di quel carcere, che Giuseppe Cardillo fosse a , quell'epoca detenuto ad Alessandria: e il collegamento |non è casuale. Venerdì 9 maggio (alle 20 sarebbe scoppiata la rivolta nel carcere di Viterbo) diverse questure italiane erano a conoscenza di « prossime rivolte ed altre manifestazioni nelle carceri italiane per le prossime elezioni». In particolare, la fonte che aveva fornito l'informazione era definita «molto qualificata». Era il solito generico allarme che ogni tanto rimbalza tra le carceri, gli uffici giudiziari e le questure? O non invece l'allarme (non raccolto o proiettato troppo avanti nel tempo, in previsione delle elezioni ancora lontane) di qualcuno che sapeva quello che di lì a poco sarebbe avvenuto nel carcere di Viterbo? La procura generale della Repubblica di Torino è stata informata della «visita» del Panizzari dal magistrato che avrebbe dovuto processarlo .soltanto ad una settimana di distanza dal fatto. La comunicazione da un ufficio all'altro del palazzo di giustizia torinese ha infatti viaggiato per posta. Il sostituto procuratore generale incaricato delle indagini, una volta constatato che il Panizzari non aveva alcun motivo per essere quel giorno a Torino, ha autorizzato «a posteriori» la decisione del magistrato d'udienza che ave' va immediatamente rispedito a Viterbo il Panizzari ed ha inviato alla procura generale i di Roma una comunicazione I «per i provvedimenti del ca| so». Spetterà anche all'inchiesta in corso stabilire se il Panizzari abbia esibito il decreto di j citazione che lo invitava a i presentarsi questa mattina, ! 13 maggio, davanti ai giudici della prima sezione del tribunale, dove è effettivamente 1 imputato e sarà processato |per oltraggio ad un agente di custodia, Sergio Salsiccia, j episodio avvenuto il 30 giuI gno ad Aversa. Il processo dejve essergli servito come «pez[za d'appoggio» per anticipare ■la traduzione a Torino, giocando magari sull'inefficienza delle comunicazioni provoca! te in quel periodo dallo sciopero degli uffici giudiziari, j Certo è che egli non aveva alcuna ragione «legittima» per ] essere a Torino ed è invece riuscito ad arrivarci con tanto di scorta speciale. Panizzari non è nuovo ad (imprese del genere. Condannato all'ergastolo con sentenza ormai definitiva della Corte di Cassazione, continua ad essere protagonista in carcere di episodi criminosi che gli consentono di fare nuovi viaggi, altre traduzioni, con la speranza di una fuga altrimenti impossibile. Il 28 gennaio di quest'anno è stato condannato a sette mesi di carcere, che andranno ad aggiungersi all'ergastolo, per oltraggio ad un agente di custodia. Il 28 novembre dell'anno scorso, ad Aversa, assieme ad un altro e rgastolano aggredì due guardie, ferendole gravemente una e tenendo iper sei ore in ostaggio l'altra. 'La liberò dopo aver ottenuto ì il trasferimento al carcere di Viterbo, dove la scorsa settimana ha dato il via ad una nuova pagina di violenza criminale. Ha chiesto ed ottenuto il trasferimento al carcere di Fossano, a due passi da casa. Oggi, dopo il processo, dove conta di andare? Claudio Cerasuolo