Lauda svela i segreti del circuito di Gian Dell'erba

Lauda svela i segreti del circuito Lauda svela i segreti del circuito (Nostro servizio particolare) Montecarlo, 10 maggio. «L'importante, domani, sarà schizzar via per primi — afferma Niki —, perché, se si perde il turno alla partenza, rimontare poi diventa un'impresa ardua. Montecarlo è un circuito dove è impossibile superare un altro pilota in condizioni normali. Si può, sì, ma soltanto approfittando degli errori altrui o se chi ti precede spontaneamente si fa da parte per lasciarti passare. Se no, non ti resta che rimanere accodato». Per l'austriaco questo Gran Premio è massacrante sul piano fisico e psicologico: bisogna cambiare 18 volte per giro, sterzare, accelerare, decelerare, tenendosi sempre aggrappati al i volante, senza mai un attimo di | rilassamento. Non è consentito il minimo errore. Un colpetto ai «guard-rail» e ci si ritrova con una ruota o una sospensione rotta. In due ore di gara la forma non deve avere cali, così come la concentrazione, e la macchina dev'essere perfettamente a punto. Ripercorriamo, metro per metro, insieme con Lauda, la pista su cui domani si scatenerà con la sua Ferrari in una sarabanda senza respiro, cartina alla mano, facendoci svelare in anticipo la sua condotta di guida sul Toboga di Montecarlo e come farà ad andare così forte nel budello che si snoda tra barriere di protezione e marciapiedi e che in un lungo tratto sfiora il mare. «Immaginiamo — dice Niki — di avere già compiuto un giro e di essere nuovamente sul rettili¬ neo della partenza. Sono in quintr. marcia, sui 220 all'ora. Un rapido sguardo ai segnali che mi fanno dai box ed alle frecce luminose che lampeggiano all'eventuale entrata dagli stessi quando un'altra vettura arriva in pista. Scalo in "terza" con un colpo di freni, alla curva della Saint-Devote, e mi arrampico sulla salita che porta al Casinò, rimettendo la "quarta" e passando in "quinta" ai 220-230 all'ora. Un dosso, freno, giro all'Hotel de Paris in "terza", entrando nella piazza del Casinò». «Sempre in "terza", vado sui cambio di pendenza tra la piazza e la stretta discesa che porta al Mirabeau. dove ingrano la "quarta" per un attimo. Al Mirabeau innesto la "seconda" dopo una gran frenata. Questa è la parte più lenta del circuito ed evito. quando posso | "prima", per di mettere la guadagnare in morbidezza e senza pattinare con le ruote. Superata la curva del "Portier" si entra nel tunnel: "terza", "quarta", "quinta", fino a toccare i 250 orari nella parte più veloce del circuito. In un attimo freno e ritorno in "terza" per passare la Chicane, che è ancora più lenta perché è stata ristretta». «Poche decine di metri con la "quarta" e ancora la "terza", per la curva del Tabaccaio. Con la stessa marcia proseguo fino alle varianti della Piscina, che effettuo in "seconda". Al Gasometro sono nuovamente in "terza", poi via in velocità con la "quarta" e la "quinta" sul rettilineo dei box». Gian dell'Erba

Persone citate: Lauda

Luoghi citati: Montecarlo