Buona domenica Ferrari di Michele Fenu

Buona domenica Ferrari L'augurio di migliaia di tifosi per il G. P. di Montecarlo Buona domenica Ferrari Da ventanni le vetture italiane non vincono sul circuito monegasco ma la splendida realtà della "312T" crea le premesse per una clamorosa riscossa di Lauda o Regazzoni (Dal nostro inviato speciale) Montecarlo. 10 maggio. C'è un paese in Sicilia che si chiama Misterbianco. E' in provincia di Catania, forse dall'altra parte del mondo rispetto al sofisticato regno del principe Ranieri. Ebbene, da Misterbianco. dopo un interminabile viaggio attraverso l'Italia, è giunto a Montecarlo un gruppo di tifosi della Ferrari. Hanno bandiere e striscioni, gridano: » Sia Lauda o Regazzoni. purché sia Ferrari ». E' sottinteso: a vincere domani il Gran Premio di Monaco, il se-! condo Gran Premio d'Italia dell'anno. E' In queste circostanze che si avverte in forma tangibile, al di là di ogni retorica, il fascino del nome Ferrari, la popolarità di una Casa costruttrice di automobili di lusso riservate a pochi eletti, il peso di un prestigio, di una tradizione che non conosce differenze sociali o economiche. Si crede nella Ferrari, si ama la Ferrari, si fa il tifo per la Ferrari con una passionalità che fa paura e che richiama il mondo del calcio. Il resto oggi non conta. Non conta neppure il nomo del cavaliere di questi rossi destrieri che domani si lanceranno per le vie di Montecarlo nel più folle Gran Premio dell'anno. C'è chi preferisce Niki Lauda, austriaco, 26 anni, talento da campione, e c'è chi giura su Clay Regazzoni, svizzero, 35 anni, grande esperienza. Ma quando la nazionale di calcio scende in campo, si bada relativamente ai componenti. E' la nazionale, e basta. Il tifo è più forte a Montecarlo perché questa è una « partita » importante, una « partitissima ». Non è una gara decisiva per lo scudetto, ovvero per il titolo mondiale di Formula uno, ma questo Gran Premio — con tutte le perplessità e le paure che suscita — rimane uno spettacolo unico. Non esiste altra corsa tanto seguita. Chi vince a Monaco diventa, almeno per un giorno, il personaggio sportivo » numero uno ». Purtroppo, la tradizione — se il particolare può contare in una attività ormai legata a fattori tecnici e ad un esasperato professionismo — non è favorevole per la nostra Casa. Il rosso non è sulla roulette del Gran Premio dal 1955: si affermò Maurice Trintignant mentre Alberto Ascari volava con la sua Lancia in mare. Da allora s no passati ventanni e, per un motivo o per l'altro, i piloti della Ferrari non sono più riusciti a ripetere il successo del francese. Anzi. Montecarlo è legata a un momento tragico nell'attività della scuderia: il rogo di Lorenzo Bandini alla Chicane. Accadde il 7 maggio 1967 e il ricordo fa ancora male. • Stavolta vince Lauda, stavolta vince Ferrari », dicono i tifosi. Speriamo. Nelle prove il giovane austriaco ha dimostrato di essere il più veloce nel budello di cemento e di acciaio. Ouando gli hanno detto di salire in macchina, di migliorare i suoi tempi perché altri piloti incalzavano, lo ha fatto con facilità incredibile. E qui bisogna saper guidare, non solo avere coraggio e premere sull'acceleratore. Lauda, come Regazzoni, può contare su una delle più competitive Ferrari che abbiano mai corso nel Principato, la 312-T con cambio trasversale. La nuova distribuzione dei pesi rende la macchina particolarmente valida nei cir- cuiti tortuosi. I due piloti sostengono che la vettura è più agile della B-3 dello scorso anno, * Nel tornanti — spiegano — si entra più velocemente ed è possibile accelerare con qualche attimo di anticipo ». Nelle competizioni può verificarsi un banale inconveniente che vanifica giorni di preparazione e cancella le possibilità di una macchina, però la 312-T si presenta come una splendida realtà. Altro che inopportunità di anticiparne il debutto in Sud Africa o infelice scelta della soluzione tecnica del cambio trasversale! Con ruesta vettura Lauda e Regazzoni possono vincere, per lo meno affrontare serenamente le macchine « made in England », dalle Shadow di Pryce e Jarier alla Lotus di Peterson. E poiché Emerson Fittipaldi, con la McLaren. Pace e Reutemann, con le Brabham, hanno dato l'impressione nelle prove di non avere monoposto competitive per questo tracciato, i piloti di Maranello potrebbero salire in alto nella classifica del campionato. 'Forza Ferrari", gridano stasera i tifosi. Nel Principato ne manca solo uno, molto importante. Si chiama Enzo Ferrari. Domani guarderà la corsa per tv. Aveva 56 anni quando Trintignant vinse a Montecarlo. Un leone allora e un leone oggi, ma anche un vecchio signore. Lauda e Regazzoni possono regalargli una bella domenica. Michele Fenu