E il ministro cosa pensa?

E il ministro cosa pensa? E il ministro cosa pensa? La relazione dei pelili sull'affare Egam-Fassio non può essere commentala in poco tempo: bisognerà infatti dispone del lesto completo per valutare con attenzione le considerazioni degli esperti. Da una prima sommaria analisi del documento, tuttavia, risultano confermate in pieno e possibilmente aggravate le considerazioni espresse nel corso della polemica sull'affare Fassio dai numerosi critici del presidente dell'Ente, avv. Einaudi. Risulta confermato in primo luogo che obicttivo primario dell'operazione e stato l'acquisto dei giornali. Le due società editrici cui fanno capo il « Corriere Mercantile » e la « Gazzetta del Lunedì » sono state immesse infatti nella Villain & Fassio in data 31 gennaio 1975, dopo il perfezionamento della operazione di acquisto della partecipazione. Alla luce di questa precisa informazione fornita dai periti va riletta una frase del¬ l'avvocalo Einaudi di fronte alla commissione Bilancio della Camera e quindi in una sede nella quale si è responsabili delle dichiarazioni rese. Disse il presidente doll'Egom nella seduta del 20 febbraio scorso che la Fassio era stala acquistata per rispondere al fabbisogno di trasporti marittimi della Vetroeoke e aggiunse: «Per (lucinio riguarda gli aspetti editoriali, del tutto marginale risulla la presenza di due società editrici nell'ambito del gruppo Fassio. Poiché tuttavia tale presenza ha determinalo molivi di preoccupazione ed offerto la possibilità di errate interpretazioni, si è provveduto in questi giorni ad un accordo integra tivo con i signori Fassio... » ecc. Gli esperti fanno giustizia di questa affermazione resa dall'avvocato Einaudi al Parlamento scrivendo che il prezzo unitario delle azioni Villain & Fassio « fu pattuito in lire 6944,44 in relazione all'obbligo che i signo- ri Fassio assumevano di cedere alla Villain & Fassio i pacchetti azionari (da essi posseduti) della Portoria e della CEI ». La prova di lutto questo, dicono gli esperti, sta in uno degli allegati (pag. 8 lettera A), clic sarebbe interessante vedere pubblicato. Ciò sarebbe già sufficiente, ma le conclusioni dei periti per quanto riguarda gli aspetti economici dell'operazione sono altrettanto sfavorevoli al presidente dell'Egano Gli esperti valutano che la flotta non presenti praticamente alcuna plusvalenza rispetto ai valori di bilancio, anche se documenti successivi presentali dall'Egam potrebbero consentire di rivalutare una delle navi per un ammontare di circa 5 miliardi. Essi considerano inoltre che gli immobili del gruppo « Villain & Fassio » presentino una plusvalenza rispetto ai valori di bilancio pari a circa 10 miliardi. Aggiungendo a queste valutazioni i mezzi propri della società, cioè il capitale sociale e le riserve, pari a circa 6 miliardi di lire, il valore della società si collocherebbe fra i 20 ed un massimo di 25 miliardi accettando la perizia suppletiva, rispetto a un valore di 35 miliardi, quale risulla dal prezzo pagalo dall'Egam per l'acquisto di metà del pacchetto azionario. Scrivono testualmente gli espcrli che il prezzo pattuito «potrebbe apparire proporzionatamente elevalo» per l'acquisto di una partecipazione di minoranza, aggiungendo, tuttavia, che diversa potrebbe essere la conclusione nel caso dell'acquisto della maggioranza. Questa considerazione appare irrilevante dal momento che l'Egam non ha chiesto, per ammissione del ministero delle Partecipazioni statali, l'autorizzazione necessaria all'acquisto della maggioranza della Fassio: se avesse voluto acquistare la maggioranza avrebbe dovuto chiederla e se l'Ènte ha pagato al prezzo di un acquisto di maggioranza una partecipazione di minoranza, lo sperpero economico è comprovato. Le conclusioni della perizia confermano quindi le critiche espresse, a suo tempo, sull'operazione Egam-Fassio. L'unico problema che rimane aperto è, se ci è consentita la domanda, che cosa si riprometta il ministro delle Partecipazioni statali, on. Bisaglia. dalla pubblicazione del documento dei periti, senza che da parte sua sia intervenuta una decisione finale sul caso. I casi sono intatti due: o il ministro ritiene che le risultanze dell'inchiesta dei periti assolvano l'Egam e il suo presidente dalle accuse mosse dal Parlamento e dalla stampa, ed allora l'ente e la persona hanno il diritto di vedersi pienamente tutelati dal ministro; oppure il ministro ritiene che le conclusioni dei periti conducano alla conclusione opposta ed allora sarebbe un errore tenere un giorno di più ad amministrare un ente un uomo che ha commesso gli errori e si è assunto le responsabilità dell'avvocato Einaudi. Giorgio La Malfa