Per gli esperti la Fassio vale da 20 a 25 miliardi di Emilio Pucci
Per gli esperti la Fassio vale da 20 a 25 miliardi IL "CASO EGAM„ VERSO LA SUA CONCLUSIONE Per gli esperti la Fassio vale da 20 a 25 miliardi La maggioranza (52%) del pacchetto era stata pagata dall'Ente circa 17 miliardi di lire Roma, 10 maggio. L'acquisto da parte dell'Egam di un terzo della Villa in Fassio (per un prezzo complessivo di 11 miliardi 550 milioni di lire), con diritto d'opzione al SI dicembre 11)75 (pagata con un prestito di quasi 6 miliardi di lire alla compagnia di navigazione) di un'ulteriore quota azionaria, tale da assicurare il controllo maggioritario della società stessa, non appare un buon affare. E' quanto risulta dalla lettura della relazione del collegio dei periti incaricato dal ministro delle Partecipazioni statali Bisaglia di valutare la validità economica dell'intera operazione. Il ministro ha oggi reso pubblico il testo del rapporto, escludendo gli allegati, « perché contenenti notizie di carattere aziendale riguardanti società private ». Nella valutazioni conclusive la perizia (44 cartelle dattiloscritte fitte di dati) giudica innanzi tutto elevato il prezzo pattuito per l'acquisto del 33 per cento delle azioni Villain Fassio. Il giudizio però sembra mutare sostanzialmente se l'affare dovesse essere inquadrato nell'ottica dell'eventuale futuro controllo maggioritario del gruppo. Da questo punto di vista, il prezzo dell'operazione potrebbe apparire « adeguato », ma, nel capoverso successivo il rapporto si affretta a sottolineare la difficile situazione finanziaria della Villain Fassio, destinata ad aggravarsi entro breve tempo « per la difficoltà di reperimento di nuovi remunerativi contratti di noleggio ». Di conseguenza, perché l'operazione torni ad essere economicamente valida, il collegio di esperti pone come condizione che entro medio termine vi sia un'inversione di tendenza dell'attuale drammatica situazione dell'armamento navale internazionale. « Il nocciolo della questione — è la frase conclusiva del rapporto — in definitiva, è tutto qui! ». Ma i conti non si fanno con le speranze. Contano i dati scritti sulla carta e da questi gli esperti traggono conclusioni sostanzialmente negative. Sfogliando il rapporto si rileva che una prima considerazione sfavorevole viene dai calcoli relativi alla consistenza patrimoniale della Villani e Fassio, fatta stimando il valore della fiotta, degli impianti, macchinari ed attrezzi, le partecipazioni (compagnia di assicurazione e due giornali genovesi) e le proprietà immooiliari al 30 novembre 1974, cioè alla data considerata nelle trattative. Il valore attribuibile o'Ja Villain e Fassio ammonterebbe secondo una prima perizia, a circa 34 miliardi di lire. Tuttavia le stime di altre perizie, come quella Gal braith, abbassano la cifra a 20-25 miliardi di lire. Ma dove il rapporto è particolarmente duro, è sulla parte relativa al « giallo » dei giornali. Nelle due pagine dattiloscritte dedicate all'argomento salta fuori il giudizio negativo dei periti. In pratica, il rapporto ha ac¬ certato che il prezzo unitario per l'acquisto di un milione 633 mila 200 azioni della Fassio (pari al 33 per cento dell'intero pacchetto azionario) fu pattuito dalla Vetrokoke in lire 6944,44 per azione, «in relazione all'obbligo che i signori Fassio assumevano, di cedere alla Villain-Fassio i pacchetti azionari, da essi posseduti della Portoria e della Cei» (le società editrici dei due giornali genovesi « Corriere Mercantile » e «Gazzetta del Lunedi», n.d.r.). Ai due giornali, soggiunge il documento, venne dato un valore contabile pari a 185 milioni 365 mila lire. Tutto questo fino al 14 febbraio scorso, quando, venuto clamorosamente alla ribalta l'affare Egam-Fassio, venne deciso lo scorporo dell'affare delle due testate. Come avvenne lo scorporo? Attraverso una lettera dei signori Fassio che, in caso di acquisto da parte della Vetrokoke della quota maggioritaria, si « obbligavano » a vendere le due società editrici. Emilio Pucci
Luoghi citati: Roma
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