Lauda ha superato anche se stesso di Michele Fenu

Lauda ha superato anche se stesso Domani il Gran Premio di Montecarlo; la Ferrari parte favorita Lauda ha superato anche se stesso Ancora abbassato il tempo sul circuito dal pilota austriaco - Regazzoni cede il secondo posto delle prove, lo scavalcano Pryce, Jarier e Brambilla ■ Fittipaldi soltanto in quinta fila - S'incendia l'auto di Donohue (Dal nostro inviato speciale) Montecarlo, 9 maggio. Tutti all'assalto della Ferrari stamane nelle due ultime ore di prove per il Gran Premio di Monaco. La rossa diligenza di Mannello ha resistito vigorosamente con Niki Lauda, mentre Clay Regazzoni ha dovuto lasciare nelle mani degli scatenati rivali il secondo miglior tempo conquistato ieri. Forse, sarebbe stato meglio avere due nostre monoposto in prima fila, specie in un circuito così pieno di rischi e difficile per i sorpassi come questo di Montecarlo, ma ricordando quanto accadde lo scorso anno proprio qui e in altre corse ci sentiamo quasi sollevati: quando l'austriaco e lo svizzero sono partiti a fianco a fianco è sempre finita male, salvo in Olanda. E nel mondo delle corse certe combinazioni negative si colorano presto di motivi scaramantici. Lauda dunque, sceriffo con 495 CV sotto la sella, ha dimostrato di non temere nessuno. Anche oggi è stato II più bravo, battendo perfino se stesso: ieri aveva girato nel 3278 metri del budello di cemento e acciaio in 1'27"16, stamane è sceso a 1'26"40 (media km 136,582), superando il record ufficiale di Peterson e della Lotus d'27"09) e sfiorando quello ufficioso d'26"30) da lui stabilito l'anno scorso con la Ferrari 312-B3. Non scandalizziamoci, per carità, se la «vecchia» monoposto nel 1974 è stata di un filo più veloce di questa splendida novità che si chiama 312-T. Il circuito è lievemente cambiato (la variante è più stretta, ci sono cordoni in cemento che delimitano alcune curve e modificano le traiettorie) e i pneumatici messi a disposizione della Ferrari, come delle altre squadre, sono per numero e tipo inferiori a quelli della passata stagione. Ci si deve arrangiare a scapito delle prestazioni. Anche stavolta, comunque, Lauda e la Ferrari sono il binomio uomo-macchina da battere, il punto di riferimento per piloti e tecnici. Stupisce nell'austriaco la facilità con cui migliora i suoi tempi e nella nuova creatura di Mara nello — qui alla terza corsa dopo il debutto in Sud-Africa — la facilità con cui si è adattata al circuito di Montecarlo, uno dei più difficili e complicati del mondo per le sue curve, le sue pendenze, i suoi strappi. A certi frettolosi critici che pontificavano sull'inopportunità di sistemare il cambio in posizione trasversale o che parlavano di eccessiva fretta nel far esordire la vettura debbono In questi giorni fischiare le orecchie. Regazzoni non ha tenuto il passo di Lauda ed è stato scavalcato dalle nere Shadow di Pryce e Jarier, dall'intramontabile Lotus di Peterson e dalla sorprendente March dell'altrettanto sorprendente, bravissimo Vittorio Brambilla. Lo svizzero, però, è stato meno fortunato del compagno di squadra nel «gioco» dei pneumatici. Quelli della Ferrari, facendo acrobazie, sono riusciti a reperire un treno di gomme nuove molto adatte per il circuito e l'hanno montato sulla macchina di Lauda. Quando è venuto il turno di Regazzoni, le prove stavano finendo e Clay non ha avuto il tempo di scendere in pista 'Anche il motore — ha poi detto il pilota elvetico — non era brillante come quello che avevo ieri-. Mentre Regazzoni è riuscito a compiere un modesto miglioramento (da 1'27"70 a 1'27"55), Pryce ha abbassato di quasi 2 secondi il tempo della prima giornata di prove, Jarier di un secondo, Peterson di mezzo e Brambilla, con una vettura finalmente efficiente, di due. Emerson Fittipaldi è soltanto in quinta fila a fianco di Reutemann: nel Principato le McLaren e le Brabham, monoposto con passo piuttosto lungo, non si sono mai comportate bene. Per la Ferrari appaiono pericolose le Shadow (una macchina finanziata da una società americana ma costruita in Inghilterra, che ha come simbolo l'eroe «Zorro») e la Lotus di Peterson, che qui — basta vederlo girare — è sempre scatenato. Anche oggi non sono mancati gl'Incidenti, ma Santa Devota continua a intervenire. Il più spettacolare è stato quello di Mark Donohue. L'americano è finito a 180 all'ora contro il guard-rail della curva intitolata aila patrona del Principato, rimanendo illeso. Un principio d'incendio è stato rapidamente spento dai pompieri. Il ridicolo — che dimostra in modo lampante l'anacronismo dei circuiti «cittadini» — è venuto quando una gru ha sollevato la Penske di Donohue per spostarla subito dalla pista. Nella manovra è stato urtato un palo dell'illuminazione pubblica, che si è rotto. Le prove sono state interrotte per mezz'ora e gli elettricisti, convocati d'urgenza, hanno riparato il danno. E se fosse successo domenica avrebbero sospeso il G. Premio? Correre a Montecarlo è veramente un assurdo. Non lo faranno, però, otto dei ventisei piloti che hanno partecipato a questi due giorni di prove. Sono i non qualificati, i troppi lenti per colpa delle loro vetture o della loro relativamente scarsa abilità. Tra essi, purtroppo, ci sono Merzario e Leila Lombardi. C'è anche Graham Hill, che a Monaco vinse cinque volte. Guai a chi non sa ritirarsi in tempo. Michele Fenu Montecarlo. La Ferrari 312 T di Niki Lauda durante le prove. Il pilota austriaco ha migliorato il record della pista (Telefoto)