Situazione caotica a Phnom Penh Drammatico racconto dei profughi

Situazione caotica a Phnom Penh Drammatico racconto dei profughi Situazione caotica a Phnom Penh Drammatico racconto dei profughi Saigon, invece, secondo la testimonianza di giornalisti americani, è calma: si comincia a ricostruire Bangkok, 8 maggio. Con l'arrivo del convoglio che ha portato da Phnom Penh l'ultimo gruppo di stranieri rimasti bloccati in Cambogia dopo la vittoria dei Khmer rossi, è caduto il riserbo che s'erano imposto profughi e giornalisti già in Thailandia sui giorni che seguirono immediatamente la caduta della capitale cambogiana. Le testimonianze, che ora vengono diffuse, descrivono la drammatica situazione di cui i civili sono rimasti vittime, con esodi forzati in massa della popolazione dai centri abitati verso località ignote, sotto la minaccia delle armi dei vincitori. Notizie di esecuzioni capitali sulla pubblica via e di marce forzate di donne, uomini, vecchi e bambini disperati sono state portate in Thailandia dal primo convoglio di 600 stranieri sgomberati dal Paese, i quali, però, hanno anche citato atti di gentilezza e opere di assistenza da parte dei Khmer rossi, che li hanno aiutati a superare la drammatica traversata di due settimane di un Paese in preda al caos. Quando le forze comuniste sono calate in massa a Phnom penh lo scorso 17 aprile dodo la vittoria, hanno raccontato questi profughi, fra la popolazione s'è diffuso un senso di sollievo, perché finalmente la guerra era finita. Ma la sensazione è durata poco, soltanto qualche ora. Ben presto sono sorti allarme e panico per il comportamento dei vincitori nei confronti della popolazione, e per la fuga generale provocata dal terrore che s'è impadronito di quasi tutti gli abitanti. Gli stranieri si sono rifugiati nell'ambasciata francese, dove sono rimasti praticamente intrappolati con poco cibo e acqua sporca, incerti sul loro destino. Una vecchia vedova ha rac- contato: « / Khmer rossi ci ■■ hanno ordinato, con breve preavviso, di andarcene da Phnom Penh. Coloro che han- no cercato di resìstere sono stati uccisi sul posto. C'è sta- to molto panico fra i cambo- giani, sconvolti, che si sono ] mersa nelle tenebre, fatta ec I cezione per i fasci di luce che messi a correre in tutte le di rezioni, senza sapere dove scappare. I Khmer rossi hanno ordinato a tutti gli abitanti di andarsene in direzioni diverse. Ci sono voluti tre giorni per sgomberare la città». «1 Khmer rossi hanno saccheggiato le abitazioni, e tutto ciò che non volevano l'hanno gettato via. Soldati Khmer | rossi adolescenti scorrazzava-1 no a bordo di motociclette ed automobili trovate abbandonate, impugnando fucili e lanciagranate. Ci hanno detto che dovevamo abbandonare la città perché avevano bisogno di case in cui lavorare. Ci hanno anche raccontato che gli americani volevano bombardare la città ». Un altro profugo, Kand Sith, ha detto che i soldati inondavano di pallottole le case che trovavano con le porte sbarrate, e che tutti coloro che opponevano resistenza venivano uccisi. Anche i dirigenti del governo cambogiano caduto, secondo quanto sentito dire in quei giorni, sarebbero stati giustiziati, ma nessuno di questi profughi ha potuto accertarlo personalmente. «Ci I j ■ sono stati incendi in tutta la ■ città nel primo e nel secondo ' giorno dell'occupazione. E", stato orribile». «Nessuno sa- \ peva dove andare, quando è • stato dato l'ordine di sgom- j brare», prosegue il racconto di Sith, un cambogiano padre i di sei figli. Con passaporto francese. «La gente urlava. Alcuni imploravano aiuto. Ma- dri correvano alla ricerca dei \ toro figli, e bambini cercava-1 no i genitori che avevano per-1 duto. Di notte la città era im-1 ■■ illuminavano la gente che ; portava via i suoi beni, e an- ; dava in ogni direzione». \ un medico francese dice cne i Khmer rossi hanno an- che ordinato lo sgombero di; tutti gli ospedali della città, persino dei malati gravi e di quelli morenti. In una loro corrispondenza da Saigon, invece, i giornalisti i dell'Ap George Esper, Peter . Arnett e Matt Franjola, riferi-1 | 1 scono che la città è calma, come lo è stata fin dalle prime ere successive alla caduta della capitale sudvietnamita. «Non ho visto bagni di sangue — ha comunicato Esper —. Ho visto bambini vìelnaI miti circondare curiosi i solj dati nordvietnamiti per vede■ re le loro armi, ho visto ra- ; gazzì giocare sui carri abban; donati dai sudvietnamiti pro\prio come se si trattasse di giocattoli», ha aggiunto il cor-1 rispondente americano. Fun-1 ; zionano normalmente gli al-1 berghi «Caravelle» e «Conti- j' ' | nental», sui quali spicca la bandiera del governo rivolu- zionario sud vietnamita. E' in i vece ancora chiusa la banca j . di Saigon, confiscata dal nuo- i 1 vo governo insieme a tutte le proprietà americane. Manca la benzina e il mezzo di trasporto più comune è la bicicletta. Da My Tho il corrispondente dell'Ap, Matt Franjola, riferisce che lungo il delta del Mekong è ripreso il commercio, mentre vengono ricostruite le case distrutte. (Ap) Phnom Penh. L'arrivo dei khmer rossi nella capitale, in una foto diramata ieri (Upi)

Persone citate: Arnett, George Esper, Matt Franjola

Luoghi citati: Bangkok, Cambogia, Phnom Penh, Saigon