Una mediazione del pci per il vertice comunista

Una mediazione del pci per il vertice comunista Colloqui tra Pajetta e Ponomarev Una mediazione del pci per il vertice comunista (Dal nostro corrispondente) Mosca, 8 maggio. La preparazione della Conferenza dei partiti comunisti europei è stata l'argomento principale di un incontro tra Giancarlo Pajetta, della direzione del pei, e Boris Ponomarev, capo dell'Ufficio internazionale del comitato centrale del pcus. Pajetta e Ponomarev sono anche i capi delle delegazioni del pei e del pcus che hanno partecipato ai primi due incontri preparatori della Conferenza. Secondo il breve comunicato, pubblicato stamane dalla Pravda, il colloquio — avvenuto ieri nella sede del comitato centrale del pc sovietico — si è svolto «in un'atmosfera amichevole e costruttiva». Questa formula, meno calorosa e più sincera di quella solitamente usata per incontri di partito, sottintende una discussione molto franca, che, secondo le indicazioni disponibili, si è concentrata sul progetto di risoluzione finale della Conferenza, presentato dai tedeschi orientali all'inizio d'aprile. Questa bozza di documento — stilata dai tedeschi, ma ispirata da Mosca — ha rischiato di far naufragare la Conferenza dei partiti europei, che dovrebbe svolgersi subito dopo la conclusione del vertice interstatale sulla sicurezza e la cooperazione. Il testo tedesco, dicono gli jugoslavi, viola l'intesa raggiunta a Varsavia da tutti i 28 partiti, secondo la quale la Conferenza dovrebbe essere un'occasione per confrontare esperienze diverse e per discutere i grandi temi dell'attualità politico-economica (la cooperazione tra Est e Ovest, la crisi energeti¬ ca), senza però arrivare a conclusioni vincolanti per tutti i partiti, né a formulare programmi comuni di politica estera. Perciò gli jugoslavi (che definiscono il documento «scritto in tedesco, ma tradotto dal russo antico, dei tempi del Cominform») hanno chiesto che il progetto di risoluzione venga ritirato, minacciando altrimenti di non partecipare alla Conferenza. Il ventilato ritiro degli jugoslavi, che trascinerebbero con sé romeni e spagnoli e forse anche inglesi e svedesi, ha costretto il per, organizzatore della conferenza insieme con il pc polacco, a lanciarsi in un'opera di mediazione, che si è rivelata molto più ardua del previsto. Dapprima, Sergio Segre — responsabile della sezione esteri del pei — si è recato a Berlino, in gran segreto, per cercare di convincere i tedeschi orientali a ritirare il documento. Ma, di fronte all'atteggiamento rigido dei tedeschi, che evidentemente non potevano decidere da soli, Segre deve essersi reso conto che era più opportuno fare pressioni direttamente sui sovietici, dei quali i tedeschi sono soltanto la longa manus. E' nato così il viaggio a Mosca di Pajetta. Boris Ponomarev è un negoziatore molto duro, oltre che un ideologo conservatore. La discussione deve essere stata difficile, ma alla fine i risultati non sono stati negativi per gli italiani. Il fatto stesso che nel comunicato si parli di atmosfera «costruttiva» significa che sono stati trovati alcuni punti d'intesa e che la mediazione italiana non è falli¬ ta (questa interpretazione è confermata del resto da indiscrezioni di fonti vicine alla delegazione italiana, che parlano di «risultati soddisfacenti»). Il naufragio della Conferenza per ora è stato evitato. Oltre che del documento tedesco orientale, comunque, Pajetta e Ponomarev hanno parlato anche della data della Conferenza dei partiti, altro problema spinoso. Pino a poche settimane fa, i comunisti italiani erano ancora convinti che la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione potesse concludersi, con il «vertice» di Helsinki, entro luglio, sicché la Conferenza dei partiti avrebbe potuto essere convocata in settembre. Ma da Ginevra, dove non si è ancora conclusa la seconda fase dalla Conferenza sulla sicurezza, giungono indicazioni molto pessimistiche, secondo le quali è quasi escluso che il «vertice» di Helsinki possa aver luogo prima dell'autunno. Ciò significherebbe ritardare alla fine dell'anno la Conferenza dei partiti, cosa sgraditissima ai sovietici, che hanno convocato il 25" congresso del loro partito per il 24 febbraio. Di fronte a queste difficoltà, i russi rispolvereranno la vecchia idea di tenere la Conferenza dei partiti prima della conclusione di quella interstatale? Per i comunisti italiani questo potrebbe essere un altro serio problema (gli accordi sui tempi delle conferenze, a Varsavia, erano infatti molto rigidi), che renderebbe ancora più complicata la loro già difficile opera di mediazione. Paolo Garin-i ber ti

Luoghi citati: Berlino, Ginevra, Helsinki, Mosca, Varsavia