Su un poggio di Vespignano nel Mugello di Augusto Minucci

Su un poggio di Vespignano nel Mugello Su un poggio di Vespignano nel Mugello Torna come 700 anni fa la casa natale di Giotto Restaurato l'edificio medioevale del grande Maestro - Diventerà un centro bibliografico per la raccolta di documenti e scritti sul pittore (Dal nostro inviato speciale] . Viechio del Mugello, 8 maggio. La casa natale di Giotto, sul Colle di Vespignano, è stata inaugurata stamane alla presenza di autorità e di uomini di cultura. Oratore ufficiale: Renato Gutluso. Una cerimonia semplice, ma una scenografia imponente; un nucleo medioevale sulla cima di un poggio, un declinare dolce di verdi colline, poi grandi prati e ancora monti, con il l a a o a e l a o e e e i a o è . a o e l l Giovi e il Sènarip che si stagliano più seuri nel cielo. Il progetto di restauro della casa del rinnovatore della pittura italiana è sempre stato nel cuore degli abitami di Viechio, ma soltanto nel 1967, durante le riunioni del comitato per le celebrazioni del VII centenario della nascila di Giollo, la richiesta del sindaco Muzio Cesari venne finalmente accolta. Non è slato un lavoro da poco: sono occorsi soldi (circa ?0 milioni), tre anni di lavoro e, soprattutto, studi approfondili. L'antico edificio, durante le guerre di conquista della Repubblica Fiorentina nel XIII e XIV secolo, era stato praticamente raso al suolo. Ricostruito, aveva poi subito, nel corso dei secoli, nuovi insulti, ultimo dei quali il terribile terremoto del 1919 che fece crollare tulto il secondo piano. L'architetto Guido Morozzi della Sopraintendenza ai monumenti si è trovalo di fronte a grossi problemi, ma è riuscito a riportare alla luce parie delle strutture originarie. E' sorlo cosi un complesso di linee dolcissime con interni a volta; un grande camino in pietra, un acquaio ricavato da un unico blocco e piccole finestre che spaziano in uno scenario fantastico di verde. Cinque o sei stanzette in lutto che. nella loro severa nudila (in alcune sono sistemati soltanto alcuni pannelli che riproducono particolari delle opere di Giotto) , ci riportano ai tempi del grande Maestro. La salelia più grande sarà utilizzala per conferenze e proiezioni, mentre un'altra sarà adibita a centro bibliografico per la raccolta di documenti e scrini di ogni tempo sull'opera del Maestro. Che poi Giotto sia nato proprio in questa casella non è certo. Qualcuno sostiene addirittura che sia nato a Firenze, ma guai a parlarne in questa zona. La polemica, vecchia di secoli, prese maggiore vigore sul finire dell'Ottocento quando Giosuè Carducci, focoso sostenitore del- la tesi che Giotto fosse nato nel Mugello, lanciò l'idea di fare erigere un monumento nella piazza centrale di Viechio. Si scaleno una vera e propria rissa a suon di articoli, con pubblicazioni di documenti che testimoniavano da una parte che Giotto era nato a Firenze e precisamente nel «popolo di Santa Maria Novella» e dall'altra che era di Colle Vespignano. Certo che, come ha dimostralo Ugo Procacci, in una pubblicazione su Giotto e il Mugello edita in occasione del VII centenario della nascita, la tesi di Carducci appare estremamente più probabile. Da un attento esame degli alli notarili risulta che Giotto tenne sempre rapporti strettissimi con Vespignano dove possedeva tutti i suoi beni. Là vissero la moglie, monna Ciula e i suoi otto figli, quattro femmine (tre si sposarono con gente dei dintorni) e quattro maschi, uno dei quali divenne priore della chiesetta di San Martino in Vespignano (tuttora esistente) che si trova a pochi passi dalla casa natale del padre. Del resto, come sostiene il Procacci, il Ghiberti stesso, che oltre ad essere scultore eccelso, I fu anche scrittore di cose d'arte, racconta nella sua bella prosa che Giotto era del Mugello: «In su passando Cimabue pittore per la strada a Bologna vide il fanciullo sedente in terra et disegnava in su una lastra una pecora». E i bravi Mugellanesi hanno anche localizzato il punto preciso dello storico incontro che si trova accanto a un ponte trecentesco che scavalca il torrente Ensa davanti a un grande pascolo a circa un chilometro dalla casa natale. Inoltre per sgomberare il terreno da ogni dubbio, nel 1876. un pillore, Giuseppe Morirei, disegnò la storica scena della partenza del pastorello da Vespignano dove si vede Cimabue su un cavallo e il giovane Giono su un somarello mentre abbraccia i genitori e i fratelli: sullo sfondo la casetta a due piani e di fianco l'antica torre rotonda di cui ora sono rimasti pochi ruderi. Oggi a Viechio c'è stata festa grande, oltre all'inaugurazione della casa di Giotto è stalo aperto anche il museo dedicato al «Bealo Angelico», un altro grande figlio del Mugello che vanta giustamente di essere terra di artisti. 11 museo non è colossale ma accoglie dipinti e sculture da fare invidia a qualche grande collezione. E' sono soprattutto per raccogliere le opere d'arie delle chiese e delle ville circostanti altrimenti destinate ad essere disperse o a deteriorarsi. Una sezione è dedicala alla raccolta di reperii archeologici in corso nella zona elrusca di Poggio alla Colla. «Un museo — sostiene il sindaco Cesari — che è soprattutto un'iniziativa per mettere a disposizione della cittadinanza un patrimonio artistico e culturale legalo alla tradizione e allu vita del popolo». Non c'è che da rallegrarsi: simili iniziative fanno veramcnle onore a questa incantevole cittadina cos'i ricca di bellezze artistiche e naturali. C'è solo da sperare che ora qualche puntiglioso fiorentino non tiri fuori la vecchia polemica e rivendichi alla città del giglio la nascita del grande pastorello. Augusto Minucci I Giotto se ne va da Vespignano, in una stampa dell'800

Luoghi citati: Bologna, Firenze