Un dibattito di tecnici sul problema sempre più urgente dell'abitazione
Un dibattito di tecnici sul problema sempre più urgente dell'abitazione Un dibattito di tecnici sul problema sempre più urgente dell'abitazione Nel salone del San Paolo con il contributo di docenti universitari - Analisi del malessere diffuso negli strati popolari e delle leggi che non han dato i frutti attesi L'urgenza di una soluzione per il problema della casa è stata ribadita in un dibattito svoltosi l'altra sera nel salone del San Paolo per iniziativa del circolo ricreativo dell'istituto bancario. Ne è emerso un confronto-scontro di idee durante il quale s'è fatto il processo alla politica passata e presente per la casa. Le leggi che avrebbero dovuto garantire una sistemazione decorosa a tutti, soprattutto alle classi meno abbienti, sono state giudicate inadeguate perché hanno lasciato incancrenire i mali più gravi. Da qui la protesta di quel « terzo mondo » che vive nelle barriere operaie, negli edifici che stanno marcendo. Fenomeno non soltanto di Torino, ma di molte grandi città. Le cifre che rappresentano il fabbisogno di case sono allarmanti. Occorre una svolta nella politica nazionale, che sappia interpretare il malessere diffuso in larghi strati della popolazione. Lo ha affermato il prof. Garzena del Politecnico, che ha messo anche in rilievo le contraddizioni esistenti: di fronte al fabbisogno, esistono abitazioni sfitte o inven¬ dute perché a prezzi troppo elevati. Il prof. Gabetti, pure del Politecnico, ha analizzato le origini delle « malformazioni urbane ». Non risalgono alla rivoluzione industriale o, comunque, non dipendono solo da essa. Le radici sprofondano nel secolo scorso, quando si sono innescati i meccanismi di rendita fondiaria, privilegio di pochi. Un'analisi delle leggi sulla casa negli ultimi trent'anni è stata fatta dal prof. Castronovo dell'Università. Ha parlato di pregi (pochi) e difetti (molti) dei vari strumenti varati dal secondo dopoguerra: legge Tupini, piano Pantani (il più efficace, ma anch'esso illusorio), fino alle recenti leggi 167 e 865. La situazione è rimasta quella dell'inizio del secolo: le case di carattere popolare sono insufficienti. L'edilizia pubblica ha un'incidenza decrescente nei confronti di quella privata. Il dott. Jozzo, dell'Istituto San Paolo, si è soffermato sui finanziamenti per l'edilizia, e specie, sul ruolo del credito fondiario. Favorevole all'iniziativa del ri- sparmio-cjsa ha auspicato una riduzione del costo delle abitazioni e una maggiore vitalità da parte di comuni e Istituti per le case popolari, «strumenti indispensabili per una politica del territorio ». Le conclusioni del dibattito sono state tratte dal prof. Abriani. Nel corso del dibattito, diretto dal dott. Favero, un esponente dei costruttori ha confermato la disponibilità della categoria alle soluzioni del problema-casa.
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