"Non abbiamo un soldo, solo la villa,,

"Non abbiamo un soldo, solo la villa,, La famiglia di Antonio Cagna Vallino di fronte alla richiesta del riscatto "Non abbiamo un soldo, solo la villa,, Finora sono giunte due telefonate, si attende la terza per conoscere la cifra e le modalità di pagamento - "E la prova che Antonio è vivo e che trattiamo proprio con i carcerieri" - Il padre aggiunge : "L'unica nostra ricchezza è questa casa. Ma a venderla così di furia, quanto prenderemmo? Comunque, siamo disposti a dare tutto quello che abbiamo" - L'angoscia della madre « Nei cimitero di famiglia c'è già un Nino Cagna Vallino. E' un fratello morto in guerra, a vcnt'annl, ufficiale del paracadutisti. Vi chiedo umilmente di aiutarci. Cercate di parlare 11 meno possibile del rapimento di mio Aglio. Altrimenti c'è II pericolo che nel cimitero vi sia una seconda lapide che ricorda un altro Nino Cagna Vallino ». Gli occhi arrossati, barba lunga, voce balbettante Domenico Cagna Vallino, padre del ragazzo rapito la notte tra domenica e lunedi scorsi, ha accettato di ricevere i giornalisti per chiedere 11 « silenzio stampa » Tino alla conclusione della vicenda. Da tre giorni e tre notti s'alterna col fratello Igino, perito industriale, assessore nel comune di Volpiano, contitolare dell'omonima impresa edile, davanti al telefono in attesa di mettersi in contatto con i carcerieri del figlio. In settantadue ore nella villa in via Brandizzo sono arrivate due comunicazioni. La prima nella notte tra lunedi e martedì: « Il ragazzo è con noi, sta bene, preparale i soldi ». Poche parole pronunciate da ima voce maschile, perentoria, che non ha concesso all'interlocutore il tempo di chiedere spiegazioni. La seconda telefonata è giunta 1 1 nella notte fra martedì e ieri. '• Stessa stringatezza, stessa peren | torieta: « Antonio sta bene. Pre s'° r> daremo la prova che e con i noi e vi indicheremo le modalità | "e' pagamento ». Igino Cagna Val ì Uno, che ha ricevuto la telefona; ta. ncn ha avuto il tempo di re i plioare. Prima del silenzio, un in '■ vit0 c°l tono della minaccia: « Mi ! raccomando, basta con le notizie I dei giornali. State attenti ». Ai ! meno, così raccontano i Cagna j Vallino. 1 I genitori e lo zio di Nino non | hanno la certezza che le due te i lefonate ricevute siano dei rapi- tori. « Finora non abbiamo avuto alcuna prova che Nino sia nelle loro mani. L'attendiamo disperatamente ». I due fratelli hanno la forza di parlare, ma la madre di Nino, la signora Elda Righi, non riesce invece a dire una parola. Esile, il fazzoletto alla mano, ascolta per un paio di minuti la conversazione tra il marito e i cronisti seduta sul divano del tinello. Ha un attimo di smarrì- i o è mento quando sente uno squillo. Si porta la mano sul petto e sospira. Crede che si tratti dello squillo del telefono. Il cognato l'avverte che è solo il campanello di casa. Alla porta c'è il tenente Zaccheo, comandante la compagnia carabinieri di Chivasso, che conduce le indagini. La signora Righi rimane nel tinello ancora per un po'. Sente il marito che dice: « Siamo disposti per riavere II nostro Nino a dare tutto guello che abbiamo purché ci lascino un tetto e le braccia per lavorare ». La donna non ha resistito, s'è stretta il viso tra le mani e singhiozzando s'è rifugiata in un'altra stanza. Il marito affronta il discorso delle disponibilità finanziarie della famiglia. Mostra a lungo il palmo delle mani: « Le potete vedere anche voi, sono mani con i calli. Lavoro da trentasei anni nonostante sia invalido al trentacingue per cento. Chiedetelo ai muratori dell'impresa quante ore al giorno mi vedono nel cantiere. Dalle otto alle dieci ogni giorno. E lavori manuali con la tranciatrice e le altre macchine che si usano nei cantieri. Che cosa abbiamo realizzato lo e il fratello? La casa che vedete. Nient'altro. Quanto potrà valere? Non lo sappiamo. Quale acquirente potremmo trovare in questi momenti? Venderla ora significherebbe svenderla ». Aggiunge un particolare. Due anni fa la villa è stata « visitata » dai ladri che hanno portato via tutti gli oggetti di valore: gioielli, argenteria, quadri. « Perfino la fede nuziale », dichiara il padre di Nino. Del tenore di vita delle due famiglie, Domenico e Igino Cagna Vallino chiamano come testimoni gli amici e conoscenti: « Non abbiamo personale di servizio, Il giardino ce lo curiamo noi, nel fazzoletto di terra dietro la casa coltiviamo ortaggi e alleviamo galline. Come siamo stati scambiati per milionari non riusciamo a capirlo proprio. Secondo noi c'è stato un equìvoco, i rapitori di Nino hanno sbagliato bersaglio ». Ai due fratelli abbiamo chiesto se è già stato scelto un legale per l'eventuale intermediazione: « Ma a chi ci rivolgiamo? Non abbiamo amici fra gli avvocati, e non abbiamo mai dovuto ricorrere alla consulenza dt legali. E poi come facciamo a muoverci se non abbiamo la sicurezza di essere in contatto con le persone che tengono prigioniero il ragazzo? ». Nella villa, in questi giorni, sono entrati molti amici dei Cagna lliiu tiiiiiiiii9iiiiii!iiiiiiiiiiiiiiillllll)liiililllll Vallino e tra questi è stata no- | tata la presenza di alcuni fra i i più facoltosi abitanti di VcJpia no. « Ci hanno portalo la loro so lidarietà — ha detto Domenico — e si sono dichiarati disposa ad aiutarci. Ma che cosa possiamo offrire noi come garanzìa per eventuali prestiti? ». I due fratelli hanno cotegorica- j mente escluso che nelle due telefonate ricevute dai sedicenti rapitori si sia parlato della cifra I | del riscatto. L'indicazione della i somma e le modalità del paga- j I mento dovrebbero essere argomento della terza telefonata. Prima però i carcerieri di Nino Cagna Vallino dovranno fornire una prova che il ragazzo è nelle loro mani. E' quello che i familiari attendono con angoscia mentre continuano a rimanere col fiato sospeso davanti ad un telefono. Guido J. Paglia Domenico Cagna Vallino e la moglie Elda: "Per riavere il nostro Antonio siamo disposti a qualsiasi sacrificio" - Il parroco don Mario Anfosso

Luoghi citati: Chivasso, Volpiano