Effim il parente povero dell'Eni

Effim il parente povero dell'Eni Un dibattito a Torino Effim il parente povero dell'Eni Efim, Ente finanziario per l'in- dustria manifatturiera (fino al '64 limitato alla « meccanica »), confratello del dissestato Egam e parente povero di Iri e Eni: in nove anni, dal '63 al '72, contro un utile di soli 6 miliardi ne ha ac- I cumulati 79 di perdite. Per le i partecipazioni statali significa ima j altra cifra in rosso: 73 miliardi, J Che cosa è l'Efim e che cosa sta j a monte di un risultato cosi ne ; gativo è il tema di uno studio I del prof. Gianluigi Alzona com t P'uto sotto gli auspici del Ceep e i presentato ieri sera dall'cn. Gior- j gi° La Malfa. II profilo dell'Efim — come ha j spiegato l'autore struito sulla base della sola docu- è stato rico- mentazione ufficiale disponibile (bilanci, rendiconti annuali, relazioni degli amministratori, testi del ministero delle Partecipazioni statali) senza ricorrere ad alcuna informazione supplementare. Vi sono due limiti allo studio: la elevata frammentarietà dei dati ] ed il ritardo nella pubblicazione delle notizie. Dopo il '72 non è ancora possibile fare ricostruzioni attendibili. Il bilancio consolidato relativo al '72 è stato reso noto soltanto nei primi mesi del '74, nulla si sa di cosa è acca- i duto dopo. I II prof. Alzona ha osservato che j « possono essere fuorvianti certe i informazioni parziali come quelle I contenute nel bilancio dell'ente dì gestione ». Una prova: il bilancio '72 risulta in pareggio, ma nello stesso anno l'Efim ha registrato una perdita consolidata di 13 miliardi. Sull'evoluzione del gruppo — nato esclusivamente j « meccanico » e passato in segui1 to a tutti i campi, alimentari compresi — il prof. Alzona ha rilevato che il progetto era chiaro fin dall'inizio, quando si è vo- ] luta sostenere la « vocazione manifatturiera » per espandere gli I interessi dell'Efim. L'ente ha avuto dallo Stato 500 miliardi come fondi di dotazione più decine .di | 1 miliardi come contributi per mu- | [ tui agevolati o per integrazioni , da parte di istituti bancari. Con j tutto ciò tutti i settori presentano | elevatissime perdite di gestione e I un autofinanziamento pressoché ! nullo. L'on. Giorgio La Malfa ha sintetizzato le conclusioni dell'inda! gine sull'Efim ricordando che è ! necessario un censimento delle ! imprese a partecipazione statale I (« Neppure il ministro sa quante j sono: 6-700 forse ») per studiare ! una completa riorganizzazione del ! settore. Inoltre la moltiplicazione degli enti di gestione li ha resi incontrollabili: La Malfa ha proposto di ridurli a uno o due al massimo, evitando le concorrenze ed il relativo sperpero di denaro pubblico (nell'Eni si potrebbero concentrare le attività connesse con la produzione di energie, nell'Iri il resto). Oltre ad aumentare i controlli (che evitino il proliferare di società e di finanziarie, soprattutto all'estero) dovranno essere stabiliti dei criteri « di efficienza in senso pubblico » per impedire che una parte del Paese mantenga l'altra e che si passi « per incapacità manageriale » dall'impresa privata a quella pubblica. g. b.

Persone citate: Alzona, Gianluigi Alzona, Giorgio La Malfa, La Malfa

Luoghi citati: Torino