Come si tenterà dì superare le difficoltà del Parmigiano

Come si tenterà dì superare le difficoltà del Parmigiano NOTE DI AGRICOLTURA Come si tenterà dì superare le difficoltà del Parmigiano La Cee, su sollecitazione del Consorzio, dovrebbe accordare maggior protezione ai formaggi tipici - Sollecitata un'azione promozionale all'estero - Domani si chiude il Salone di Parma (Dal nostro inviato speciale) Parma, 6 maggio. Una duplice azione, a livello nazionale e a livello comunitario, è necessaria per far uscire dalla pesante crisi il Parmigiano Reggiano e gli altri formaggi tipici italiani. L'argomento è stato al centro delle discussioni al Salone internazionale delle industrie lattiero-casearie, che si chiù- [ derà mercoledì sera a Parma, e nei convegni organizzati collateralmente alla manifestazione. Ieri sera presso la Camera di Commercio di Parma c'è stato un importante incontro tra i dirigenti del Consorzio Parmigiano Reggiano e gli otto capi delegazione della Commissione Cee per i prodotti lattiero-caseari (in rappresentanza di Francia, Germania, Inghilterra, Danimarca, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Irlanda), i quali avevano nei giorni precedenti visitato alcuni caseifici, «per toccare con mano — ci dice il direttore del Consorzio prof. Luigi Verrini — qual è la reale situazione lattiero-casearia in questo settore». La qualità « Abbiamo promosso questo incontro — dice ancora Verrini — perché si sta facendo l'inventario della politica agricola comune e si devono quindi modificare i regolamenti ». Con i delegati Cee è stata discussa la struttura di difesa dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari, che oggi si basa sui prodotti di massa (latte) e non su quelli di qualità, che hanno costi di produzione maggiori e caratteristiche di gran pregio. « Per la prima volta nella storia della Cee — afferma Verrini — è stato considerato il principio di privilegiare la qualità. I nostri interlocutori hanno compreso che il principio comunitario oggi in vigore non difende, come invece dovrebbe, le zone più svantaggiate, che sono, nello stesso tempo, quelle che danno prodotti di maggior pregio ». Che cosa significa, in concreto, l'accettazione di questo principio? I delegati Cee hanno assicurato che sarà tenuta in maggior considerazio¬ ne la realtà che hanno toccato con mano in questi giorni, non solo nel definire i nuovi regolamenti (ci vorrà almeno un anno), ma anche nello stabilire i nuovi prezzi. In sostanza, il Parmigiano Reggiano, cosi come gli altri formaggi tipici, sarà avvantaggiato perché i nuovi regolamenti dovrebbero tener presenti questi punti: 1) rigidissime regole per l'alimentazione del bestiame; 2) artigianalità delle strutture casearie di trasformazione (caseifici); 3) « esame del tempo », cioè una giusta valutazione della stagionatura del Parmigiano, stagionatura che avviene senza sostanze conservanti, ma affidata unicamente al tempo e alla bontà del prodotto (è uno dei particolari che ha più colpito i delegati comunitari). Abbiamo detto ciie per far uscire dalla crisi il Farmi giano occorre una duplice azione. Dopo quella a livello comunitario, ce n'è infatti una nazionale. Ne ha parlato domenica scorsa a Parma, al convegno indetto dalla locale Camera di Commercio, il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, avv. Giampaolo Mora. Ci troviamo, egli ha detto, di fronte a una flessione delle vendite interne, che non è possibile compensare con una maggior esportazione (si vende all'estero il 4,5-5 % del totale prodotto, n.d.r.), perché è sempre mancata un'azione promozionale valida, azione che i produttori non possono sostenere finanziariamente da soli. Poiché è indispensabile l'intervento dello Stato, il Consorzio ha da tempo presentato al ministero dell'Agricoltura un programma per lo sviluppo della promotion, che si basi sulla valorizzazione dei soli prodotti tipici (Parmigiano, Grana, Gorgonzola, Pecorino), Non si deve puntare, com'era stato accennato da alcune parti, genericamente sul « formaggio ». ma solo sui formaggi tipici, perché altrimenti ad avvantaggiarsene sarebbero soprattutto i prodotti stranieri. Il consigliere del Consorzio Grana padano, dr. Guido Mori, ha affermato poi che i problemi del Grana sono analo¬ ghi a quelli del Parmigiano. Un altro prodotto tipico in difficoltà è il Gorgonzola. Ne ha parlato il vicepresidente del Consorzio, Alessandro Cicogna, confermando l'urgenza dell'intervento dello Stato per un'opera promozionale, come per il Parmigiano. Il Gorgonzola deve sostenere la concorrenza dei formaggi esteri erborinati (tipo Roquefort) e dei montanti compensativi, che per la Germania esistono ancora. Espor tazione Sui problemi dell'esportazione è intervenuto il dr. Angelo Giaroli, direttore dell'Ice, il quale ha riconosciuto che finora la nostra azione è stata sbagliata. Ci siamo affidati a piccole società famigliari, le quali non andavano al di là del quartiere, vendendo solo a trattorie e ristoranti. E' mancata la capacità di una azione a più vasto respiro. Giaroli ha anche riconosciuto che le grandi fiere, su cui ci si è finora basati per la promotion, sono inutili. Bisogna concentrare l'azione su un solo mercato (come la Germania) e assicurarsi la partecipazione dei produttori. Infine, ha parlato il vice presidente della Confagricoltura, dr. Giandomenico Serra, dicendosi lieto di sentire che finalmente si riconoscono gli errori passati. « Solo oggi sentiamo dire dall'Ice che è importante esportare anche i prodotti agricoli, non solo quelli industriali». Per la zootecnia, ha detto che non serve dare premi per ogni vitello: l'allevatore dev'essere certo d'avere un avvenire, e per questo ci vuole una politica a vasto respiro, non degli aiuti — quasi elemosine — che servono poco e offendono chi li riceve. Livio Burato