Si teme il dramma

Si teme il dramma Si teme il dramma (Dal nostro inviato speciale I Bobbio Pellice, 5 maggio. Sorprese da una tormenta di neve, undici persone sono disperse sulla montagna nell'alta Val Pellice: non si hanno loro notizie da sabato mattina, ogni tentativo per rintracciarle è stato sinora impedito dal maltempo. La neve continua a cadere sulle alte quote, le squadre di soccorso sono bloccate, l'elicottero dei carabinieri e quello della gendarmeria francese di Briancon non hanno potuto essere I j | j iimpiegati per la nebbia. Per , gli sfortunati escursionisti I questa sarà la terza notte al- j l'addiaccio: nella migliore I delle ipotesi possono aver tro-1 vato rifugio in un bivacco a quota 2600, una piccola capanna di legno, ancorata alla j roccia, provvista di coperte, legna, forse anche scatolette di viveri. I dispersi sono Robert Bou- ! lard, 18 anni; Enrico Buttigliero, Silvio Falco e Marina ! Crivellari, 23 anni; Paolo j Miegge, 26; Carlo Pontet, 29; Augusto Rizzo, 28, Renato Rivorrà e Giorgio Siccinio di 22, Carmen Sobrero 21, e Attilio Stringatti 34. Facevano parte di due gruppi partiti sabato mattina per una escursione a! bivacco Boucie. Niente di eccezionale, una passeggiata in montagna, lun go sentieri a volte impervi ma non pericolosi. Comunque, fra loro non mancavano gli esperti montanari, primo fra tutti Carlo Pontet, abitante a Bobbio Pellice, che cono sce questa zona palmo a palmo. Si presume che i giovani abbiano raggiunto il bivacco verso mezzogiorno; a quell'ora il tempo era ancora bello, j il sole alto nel cielo. Ma sulla montagna, dal versante fran-1 cese, si addensavano i primi! nuvoloni. A sera la neve cadeva a larghe falde, mentre un vento impetuoso spazzava la stretta valle. Nella notte la si- j tuazione è ancora peggiorata. 1 Il primo allarme è stato da- J to domenica a tarda sera da Giuseppe Plavan, un giovane j di Luserna che aveva accompagnato tre amici per un trat-1 to di strada sabato mattina, e si aspettava il ritorno nel po- | meriggio di domenica. «Quando li ho lasciati — dice — | non erano molto lontani dal bivacco. Credo che l'avranno raggiunto in un paio d'ore». Mentre scendeva dalla montagna, il Plavan aveva incontrato gli altri otto escursionisti. «Il tempo si stava mettendo al brutto, tirava un forte ven-! to. Li ho consigliati di non proseguire, anche perché con 1 loro c'erano alcune dorine, ma non mi hanno dato retta. Io stesso per la verità non pensavo che sarebbe caduta tutta questa neve». Una nevicata fuori stagione di tale intensità non si registrava dal 1945. «Quell'anno, a giugno — racconta un anziano montanaro — era nevicato per due o tre giorni. Una cosa mai vista prima». Stamane all'alba le squadre di soccorso si sono messe in cammino partendo da Villanova, ma dopo alcune ore hanno dovuto desistere. «Impossibile andare avanti oltre Villanova, la neve è alta un metro e mezzo. Fradicia, ci si affonda fino al collo. Inoltre c'è il pericolo delle slavine: la neve caduta sull'erba già alta smotta di continuo, una slavina di piccole proporzioni ma ugualmente pericolosa ci è piombata addosso mentre salivamo a pie- di verso Villanova. Nessun danno ma molto spavento. In alto, la situazione è molto piùpericolosa, aggravata dal fat- to che per tutta la giornata ha continuato a nevicare qua- si senza interruzione. «L'unica speranza è che ilmaltempo non li abbia sor-presi sulla via del ritorno — dice il sindaco di Bobbio, che coordina per radio l'opera delle squadre di soccorso —, se sono rimasti nel bivacco. soffriranno la fame, forse an-che un po' di freddo, ma non I corrono pericoli. Se la torj menta li ha colti sulla montagna, la loro situazione deve | essere disperata: le slavine j cadono dì continuo, la temperatura è rigida, continua a ne- ivicare. la nebbia nasconde , ognì cosa In quelle condìsio. I ni soltanto un miracolo può | salvarli». ; Per quattro volte oggi l'eli j cottero dei carabinieri si è al ! zato dal campo sportivo di Torre Pellice per cercare di j raggiungere il bivacco di Bou- ■ eie: «Un muro di nebbia e mi1 bi, volare in quelle eondiziorii ! era impossibile», dice il pilo 1 ta. ' In nottata, alle 3, le squa i dre di soccorso tenteranno di ! salire sulla montagna. Porta1 no sonde, medicinali, viveri, I con loro un cane da valanga Tabor, che si è già distinto in altre operazioni di soccorso. «Approfittiamo del gelo notturno, la neve dovrebbe essere più consistente, con un po' di fortuna in otto, dieci ore '1 dovremmo raggiungere il ri ; fugio». f. for. ] j : ! I

Luoghi citati: Bobbio Pellice, Luserna, Torre Pellice