Ai protestanti "ultras,, le elezioni nell'Ulster di Mario Ciriello
Ai protestanti "ultras,, le elezioni nell'Ulster All'Assemblea costituente, 46 seggi su 78 Ai protestanti "ultras,, le elezioni nell'Ulster (Dal nostro corrispondente) Londra, 3 maggio. Una volta di più, la strada che avrebbe dovuto condurre a una «soluzione politica» del sanguinoso travaglio nordir landese ha portato invece la provincia dinanzi a una nuova esplosiva crisi. Gli oltranzisti protestanti sono usciti trionfatori dalle elezioni per una Assemblea costituente. Questi oltranzisti esigeranno adesso da Londra l'abbandono dei piani per una partecipazione dei cattolici al potere, e così facendo scateneranno probabilmente nuovi e più feroci conflitti. Erano in giuoco settantotto seggi. I votanti dell'Ulster li hanno così assegnati: diciassette seggi al Partito socialdemocratico e laburista di Gerry Fitt, quello che raccoglie quasi tutti i suffragi cattolici; otto al Partito dell'alleanza di Oliver Napier, centrista e interconfessionale; cinque seggi soltanto al Partito unionista dell'Irlanda del Nord, dell'expremier Brian Faulkner; un seggio a un indipendente ed uno al Northern Ireland Labour Party. I restanti 46 seggi — ecco lo choc — ai tre gruppi degli oltranzisti protestanti, i loyalist, alleati nella United Ulster Unionist Coalition. La coalizione — chiamata con le sue iniziali Uuuc — ha schiacciato, annientato, il partito di Brian Faulkner, rifugio dei protestanti moderati. Faulkner stesso si è salvato per pochi voti da un'umiliante sconfitta personale. Dei 46 seggi della Uuuc, che ha così una maggioranza assoluta di 14, diciannove sono stati conquistati A&M'Official Unionist Party di Harry West, 12 dal Democratic Unionist Party del reverendo Ian Paisley, 14 dal Vanguard Unionist Party di William Craig; e un ultimo seggio da un indipendente amico. Harry West ha dichiarato: «Nessuno ci può più negare il potere. E non intendiamo spartirlo con coloro che. con il pretesto di governarlo. vogliono distruggere il nostro Paese». Questi «costoro» sono i cattolici, quindi niente powersharing, spartizione del potere, la soluzione per cui si battono da tempo Londra e Faulkner. Certo, l'Assemblea costituente, la Convention, ha soltanto il compito di preparare entro i prossimi mesi un progetto di costituzione per l'Irlanda del Nord. Ma che accadrà ora? I loyalist sembrano volere un ritorno al «regime» protestante spezzato dagli inglesi nel 1972, vogliono rivedere istituzionalizzata la propria supremazia, vogliono un abbandono di tutti i disegni per una gradualissima convergenza di Belfast e Dublino. Vogliono insomma l'opposto della politica britannica. Per il premier Wilson non sembra esservi altra scelta che la prosecuzione del direct rute, il governo diretto da Londra. Ma West, Paisley e Craig respingono questa «imposizione» e dispongono di quel nuovo poderoso strumento che è l'Ulster Workers Council, un manipolo di uomini che può paralizzare con uno sciopero generale l'intera provincia, come fece lo scorso anno, piegando l'amministrazione locale. Non c'è che un'unica speranza: che i loyalist concedano ai cattolici un minimo di «partecipazione» tanto da frenare la furia dell'Ira. Ma nessuno degli avversari, protestanti e cattolici, è disposto a compromessi. Mario Ciriello Ian Paisley
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