Le foreste danno ossigeno e anche cospicui capitali

Le foreste danno ossigeno e anche cospicui capitali Londra insiste sull'urbanistica "umana,, Le foreste danno ossigeno e anche cospicui capitali (Dal nostro inviato speciale) Edimburgo, maggio. Perché in Gran Bretagna i parchi d'ogni tipo abbondano e si moltiplicano (nascono ogni anno 20 nuovi parchi regionali), mentre in Italia i pochi esistenti hanno vita stentata, e quelli progettati sono motivo di frustrazioni? |Ho visitato una serie di parchi nazionali, regionali, suburbani, dalla Epping Forest vicino a Londra al North York Moors National Park ammantato di brughiere, al Queen Elizabeth Forest Park incastonato nei leggendari laghi scozzesi. Prima di tentare una risposta devo fornire un elen- co impressionante: 10 parchi : nazionali in Inghilterra e nel Galles (occupano il 9 per cen-1 to del territorio) più 5 in ; Scozia, 113 parchi regionali realizzati e 314 in progetto o in preparazione, 137 riserve : naturali (113.867 ettari), 3165 « aree di speciale interesse tu- j ristico», foreste demaniali per ; 243 mila ettari, 1 milione e 300 mila ettari di cinture ver- di attorno alle città inglesi, 1 ì milione e mezzo di ettari prò-1 tetti in 32 aree di « outstan- \ dirci naturai beauty » create : dall'agosto 1974, 192.800 ettari | di boschi e giardini posseduti I in Inghilterra e Scozia dal i « National Trust », trascuran-1 do le 1100 associazioni minori ; che si occupano del paesaggio. Molto elementarmente, di rei che in questo Paese il par co è l'espressione organizzata del tradizionale rapporto con :la natura. Grazie a tale rap- porto si conservano dolce- | mente verdi, agresti, regioni più densamente popolate del- j le nostre (la media inglese è !di 356 abitanti per kmq, quel- 'la italiana di 180). Il parco ;non è avversato ma favorito jdalle amministrazioni locali, ;come fattore di sviluppo eco-1 nomico. « Le popolazioni del \Lake Districi National Parkvivono quasi esclusivamente ìsui 12 milioni di visitatori, jNe abbiamo avuti l'anno scor- \so 11 milioni e mezzo, e le !popolazìoni agricole si stan-1no organizzando per sfrutta-re nuove forme di turismo », mi dice Richard Bell, sovrin- tendente del parco nazionale dello Yorkshire. Segno rivela- i albicocche) tore della nuova economia lo-1 cale, fondata sull'« agriturismo », i cartelli appesi alle porte delle case contadine con l'invito « bed and breakfast »: il gitante trova un letto, la mattina fa una colazione campagnola (il delizioso miele mescolato alla marmellata di con spesa mo¬ desta. Il parco non è inteso come somma di vincoli, imposti per la difesa passiva dell'ambiente del territorio, dei cervi e delle brughiere, tanto meno come onere per la collettività; la politica britannica dei parchi ha il fine di una vasta tutela ecologica, ma non quel SO!o fine: « Per noi conta mot to l'offerta di spazi liberi in un paese sovraffollato », mi dice R. T. Hurst, «conserva tion and recreational officer » del Queen Elizabeth Forest park. Quasi interamente co perto da foreste artificiali (il rimboschimento costa 180 mila lire per ettaro), il parco frutta legname pregiato, con i tagli periodici, contribuendo 1 a diminuire le importazioni I che pesano per 1800 miliardi | di lire l'anno sulla bilancia [ commerciale. | caccia Tutte le forme di turismo on distruttivo sono organizte nei parchi, compresa uella venatoria. Non si ingnino i nostri tutori più seeri, ma qui si permette la ccia anche nella riserva narale di Loch Leven, un lago ozzese frequentato da 15 ila pescatori amanti della ota bruna. I quali pagano] n salato « pedaggio » al prò-1 rietario, sir David Montgo- ]ery. L'ente responsabile del- ; tutela della natura per sco- j scientifici, la « Nature Con-1rvancy», ha pochissimi quat- ini per creare le sue riser- e, ricorre a forme di intesa !on i proprietari (« Nature \serve agreement») otteendo aree che trasforma in ntuari naturali e lasciando cambio lo sfruttamento tustico delle zone meno imortanti, « Noi non riteniamo che il ubblico debba essere escluso alle riserve naturali con l'eczione di piccole zone di 1 speciale interesse scientìfico. Non si deve respingere la gente, ma cercare di educarla », mi dice il direttore della «Nature Conservancy ». A Edimburgo, nei parchi scozzesi di Trossachs, stupendi ritagli di natura vergine in una ragnatela di laghi blu, spazzati dal vento, la caccia al gallo cedrone è aperta dal 1" ottobre al 1" gennaio. Devo chiarire subito la questione della caccia, per evitare che qualcuno invochi la libertà d'abbattere gli stambecchi nel parco del Gran Paradiso. Me ne parla il direttore del North York Moors National Park: « Da noi i divieti di caccia nei parchi sono praticamente superflui perché la disciplina di questo sport è severissima in tutto il territorio nazionale. Anzitutto è vietato sparare a qualsiasi cosa se il cacciatore non ha la licenza dal proprietario del terreno ». « Le specie ammesse, prosegue, sono pochissime e con 1 severe limitazioni per nume I ro di capi. I 750 mila caccia- | tori muniti di licenza in Gran [ Bretagna devono stare molto j attenti a non abbattere un'a-1 | natra in più, anche se spa- \ rano su un terreno di loro proprietà. La prolezione de- gli uccelli e dei selvatici, che fa parte del costume, produce una relativa abbondanza. In Scozia il ripopolamento del gallo cedrone fu iniziato \ nel 1S39, con mille coppie: oggi gli amministratori dei parchi possono permetterne la caccia ». La tolleranza di attività ritenute dannose rientra in una ] 1 politica di compromesso mol ] to abile. Mi dice R. T. Hurst: ; « Nei parchi scozzesi, come \ j in tutti gli altri, non si parla 1 di zone aperte, e di zone vie- : tate. La gente ha l'impressio- j ne che l'intero parco sìa aper-1 ! to. In realtà soltanto il 2 per \ cento del Queen Elizabeth Fo-\rest Park è frequentato dai turisti che percorrono le nostre strade, hanno parcheggi e punti di ristoro. Il resto è praticamente inaccessibile. senza necessità di divieti ». Anche l'edilizia è regolata in modo elastico, gli edifici rurali non sono soggetti a ob- ;bligo di licenza edilizia. Non \1 c'è un piano regolatore dei parchi. « Valgono gli strumenti urbanistici delle autorità locali, e in caso di contestazione si ricorre al ministro dell'Ambiente », precisa il direttore del parco nazionale dello Yorkshire. Alla radice di tutto è il comportamento degli amministratori locali e dei proprietari di terreni di regola contrari alle lottizzazioni e direttamente interessati alla gestione dei parchi attraverso i loro rappresentanti nel consiglio amministrativo, composto per due terzi di consiglieri eletti negli enti paragonabili ai nostri Comuni. I consiglieri sono spesso proprietari terrieri, favorevoli al parco che dà incentivi all'agricoltura e contributi per il restauro delle case rurali. Volontari Visito nella Strathyre Forest un gruppo di villette di legno, costruite dall'amministrazione del parco sulle rive di un immancabile lago, ai margini di un bosco di abeti j Il progetto è stato fatto gra1 tuitamente dalla Scuola di \ belle arti di Glasgow, la si stemazione paesistica, curata fino ai dettagli dei sentieri e delle siepi, è dovuta ad archi- tetti specializzati dell'università di Newcastle. R. T. Hurst mi dice: « L'azienda forestale \ è obbligata ad avere un archi- \ : j «pic-nic areas» rispecchia una 1 ricerca raffinata, mai disgiun ta dalla praticità. \ Anziché costruire nuovi al¬ ieno del paesaggio nel suo organico. Anche il rimboschimento deve avvenire secondo un disegno armonioso, mescolando conifere, querce, betulle, per esigenze estetiche e non soltanto aziendali o ecologiche ». Tutto, dai parcheggi (è vietato sostare lungo le strade) alle tabelle, alle panche delle berghi si restaurano antichi castelli, come quello sul Roch Ard, sommerso da una marea di rododendri. Nessuna traccia di guardie armate: la vi- . , j sempre utilizzato come pale: ftra Per 1 insegnamento pra- ! Llc° delle scienze naturali. | gilanza è affidata a volontari, | 90 nel parco dello Yorkshire. j n diffuso volontarismo con ; sente grandi economie di ge \ stione. Il North York Moors 1 National Park ha 36 dipendenti (compresi alcuni urbanisti, ecologi, botanici) e un bilancio annuo di 300 milioni di lire. I 10 parchi nazionali inglesi costano circa 2 miliardi l'anno. Molto importante la funzione educativa. Il turista riceve opuscoli illustrativi e divulgativi e un «codice di comportamento». Il parco viene Sulle rive del Loch Leven una casetta di legno è aperta alle scolaresche che imparano dal vivo i misteri dei pesci e dei volatili. Il «Conservation Centre» della Epping Forest è frequentato da 4000 alunni delle scuole londinesi: grandi aule con vetrate aperte sul bosco sono attrezzate come laboratori di ecologia, di geologia, di botanica. I ragazzi hanno zappe e vanghe per il lavoro all'aperto. Anche con questo tipo di cultura si rafforza il rapporto con l'ambiente e il paesaggio che ci stupisce e ci umilia nel confronto. Mario Fazio